Il “superfood” non esiste

Mirtilli, bacche di goji, semi di chia, quinoa e compagnia sono ottimi alimenti, ma non sono migliori degli altri

(AP Images)
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I mirtilli fanno benissimo alla memoria, le bacche di açai sono ricche di antiossidanti, il succo di melagrana aiuta ad abbassare la pressione sanguigna, la barbabietola fa bene al cuore e il cacao aiuta a prevenire i problemi cardiovascolari, o almeno queste sono le convinzioni dei consumatori dei cosiddetti “superfood”, che considerano alcuni alimenti migliori di altri per via delle loro presunte qualità nutrizionali superiori. Il termine esiste nel mondo anglosassone da decenni, ma solo negli ultimi anni si è diffuso ampiamente arrivando anche in Italia, dove basta fare una ricerca su Google per scoprire che migliaia di siti se ne occupano in continuazione, con consigli e suggerimenti per vivere meglio. In realtà, dietro al concetto di “superfood” ci sono spesso convinzioni scientifiche sbagliate, leggende metropolitane e nel complesso l’idea che esistano alimenti migliori di altri e che possano rimettere a posto una dieta squilibrata. Come vedremo, la chiave per una buona alimentazione è naturalmente ben diversa e prevede di mangiare nel modo più vario possibile, senza fare favoritismi e imbottirsi a tutti i costi di mirtilli.

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