I razzisti contro Leslie Jones, ancora

Stavolta in modo ancora più violento e grave: non solo stanno continuando a insultare l'attrice di Ghostbusters, hanno anche hackerato il suo sito e pubblicato sue foto private

(Rich Fury/Invision/AP)
(Rich Fury/Invision/AP)

Il sito internet di Leslie Jones, attrice e comica statunitense e afroamericana di 48 anni, è stato hackerato e riempito di insulti razzisti, immagini che la mostrano nuda – sottratte al suo account iCloud con modalità simili a quelle usate due anni fa per mettere online le foto personali di centinaia di attrici – oltre a fotografie dei suoi documenti e una foto del gorilla Harambe, ucciso a maggio alla zoo di Cincinnati dopo che un bambino era caduto dentro la sua gabbia. È l’ultimo caso di una lunga serie di molestie e violenze online di cui è stata vittima Jones negli ultimi mesi.

Di recente si è parlato di Leslie Jones soprattutto perché è una delle protagonista del nuovo Ghostbusters, il reboot uscito a luglio del famosissimo film del 1984; negli Stati Uniti è famosa anche perché da un paio d’anni lavora al Saturday Night Live, il più noto programma comico della tv americana. Il nuovo Ghostbusters ha generato grandissima ostilità in una minoranza di persone particolarmente moleste, violente e razziste, quasi esclusivamente giovani maschi di destra, che hanno considerato un cedimento al politicamente corretto e al femminismo di sinistra il fatto che i quattro storici protagonisti del primo Ghostbusters fossero stati sostituiti da quattro donne, una per giunta nera. E quindi da mesi Jones riceve quotidianamente messaggi sessisti e razzisti su Twitter, le sono state spedite immagini porno o molto truculente, sono stati creati finti account a suo nome o falsi screenshot in cui sembrava che lei avesse scritto messaggi razzisti.

Uno degli utenti più attivi nell’insultare Jones in occasione dell’uscita di Ghostubusters fu Milo Yiannopoulos, giornalista di tecnologia del sito di estrema destra Breitbart con un vasto seguito online (Studio ha raccontato chi è descrivendolo tra le altre cose «gay, provocatore, misogino, trumpiano convinto»). Dopo quegli insulti, Yiannopoulos è stato bloccato da Twitter e ha reagito dicendo che Jones era stata “vigliacca” e accusando “le femministe” di aver insegnato alle donne a essere delle “vittime”. Dopo che il sito di Jones è stato hackerato, Yiannopoulos – che ora usa Snapchat – ha pubblicato alcuni messaggi sulla questione: in uno ha detto, con quello che secondo molti è un riferimento al fatto che secondo lui Jones assomigli a un uomo, che «la gente continua a mandarmi queste foto di questo tizio nero che hanno trovato online, ma io dico nahhh».

Non si può essere certi che i documenti di Jones mostrati nelle foto diffuse online siano autentici, scrive il New York Times, ma le informazioni che contengono sono compatibili con quelle pubblicamente disponibili su Jones. Il sito internet di Jones – che si appoggiava sul servizio Tumblr – ora non è più raggiungibile, ma alcune di quelle immagini continuano a circolare online: soprattutto su Reddit e su 4chan, due dei siti dove discutono e si ritrovano gli utenti più ostili a Jones. Violare gli account personali di qualcuno e pubblicare online foto private ovviamente è reato: Ryan Collins, il trentaseienne della Pennsylvania che hackerò gli account delle attrici nel 2012, è stato trovato dall’FBI, si è dichiarato colpevole ed è stato condannato a un anno e mezzo di carcere.

Dopo gli insulti razzisti ricevuti nei giorni successivi all’uscita di Ghostbusters, Jones aveva scritto che avrebbe smesso di bloccare gli utenti violenti e anzi avrebbe ritwittato i loro messaggi, per chiedere a Twitter di intervenire e mostrare a tutti che genere di cose riceveva: «Smetterò di bloccarli, così tutti quanti potrete vedere il mio feed». Alcune ore dopo Jones aveva pubblicato però un altro messaggio: «Me ne vado da Twitter con le lacrime agli occhi e la morte nel cuore. Tutto questo perché ho fatto un film. Potete anche odiarlo, ma la merda che ho ricevuto oggi… È sbagliato». Qualche giorno dopo Jones è però tornata a scrivere su Twitter.