«Smetterò di bloccarli»

L'attrice Leslie Jones ha deciso di diffondere gli insulti razzisti che ha ricevuto per aver recitato nel nuovo film "Ghostbusters", costringendo tutti a occuparsi della cosa

di Caitlin Gibson - The Washington Post

Leslie Jones alla prima di "Ghostbusters" a Hollywood, il 9 lugliio 2016 (Alberto E. Rodriguez/Getty Images)
Leslie Jones alla prima di "Ghostbusters" a Hollywood, il 9 lugliio 2016 (Alberto E. Rodriguez/Getty Images)

Il cast del nuovo reboot di Ghostbusters, le cui quattro protagoniste sono tutte donne, risponde da settimane ai critici sessisti e ai troll misogini che sembrano essere molto offesi dal fatto che gli eroi di fantasia della loro infanzia siano interpretati da quattro attrici. Il livello degli abusi subiti dalla comica Leslie Jones, l’unica attrice nera del film, è stato però particolarmente vile, e lunedì Jones ha deciso di far capire a tutti quanto fosse brutto quello che le stava succedendo.
Quando il suo feed di Twitter si è riempito di insulti e meme razzisti, messaggi d’odio e immagini in cui veniva paragonata a delle scimmie – soprattutto a Harambe, il gorilla ucciso alla zoo di Cincinnati dopo che un bambino era caduto dentro la sua gabbia – Jones ha deciso di reagire: «Smetterò di bloccarli, così tutti quanti potrete vedere il mio feed», ha twittato ai suoi 189mila follower (ora ne ha più di 260 mila). «Non potrete credere alla cattiveria». Jones ha poi ritwittato una sfilza di immagini, messaggi e video d’odio, chiedendo a Twitter di aiutarla. La sua richiesta si è fatta più urgente dopo la creazione di un falso account a suo nome, che è stato usato per twittare insulti omofobi.

Nelle ore successive, Jones ha espresso in modo evidente la sua crescente frustrazione e il suo sconforto.

A volte mi sono chiesta perché alcune celebrità non usato Twitter, ora capisco. Non è possibile essere gentili e parlare con i fan perché le persone sono pazze.

Mi sento come se fossi in un inferno personale. Non ho fatto niente per meritarlo. È troppo. Non dovrebbe essere così. Fa male.

I suoi tentativi di ottenere più attenzione, però, hanno funzionato. Centinaia di fan e personaggi famosi negli Stati Uniti, tra cui Elizabeth Banks, Margaret Cho, Anna Kendrick, William Shatner, John Boyega e molti altri hanno twittato a Jones messaggi di apprezzamento e sostegno. Usando l’hashtag #LoveforLeslieJ, in molti si sono uniti al lei nel richiedere un intervento di Twitter per mettere fine alle molestie.

Sei fantastica. Quello che ti è successo su Twitter è orribile. Abbiamo bisogno della tua luce e che tu combatta.

Conosco l’odio che @Lesdoggg sta affrontando qui su Twitter. Vergognatevi per averlo permesso.

Twitter ci obbliga ancora una volta a dire l’ovvio.

Twitter riceve lamentele per la sua politica sugli abusi, giudicata insufficiente e applicata in modo poco coerente, ormai da molto tempo. Lunedì sera, la società ha diffuso questo comunicato: «Anche se non facciamo commenti sui singoli account, qui trovate una spiegazione dei limiti che imponiamo alla pubblicazione di contenuti», a cui era aggiunto un link che rimandava alle regole di Twitter. Poco dopo, però, il CEO di Twitter Jack Dorsey è intervenuto sul caso di Jones, inviandole un tweet in cui le chiedeva di mandargli un messaggio.

Lunedì sera, in un comunicato aggiornato pubblicato su Buzzfeed, Twitter ha detto di essersi occupata della situazione. «Abusi di questo tipo non sono permessi su Twitter, e siamo intervenuti su molti degli account che ci sono stati segnalati da Leslie e da altre persone», si legge nel comunicato, «noi facciamo affidamento sulle persone per la segnalazione di questo tipo di comportamenti, ma stiamo continuando a investire molto per migliorare i nostri strumenti e i sistemi di applicazione, in modo da evitare abusi di questo tipo. Sappiamo di avere ancora molto lavoro da fare prima che Twitter riesca a gestire questi problemi come dovrebbe».

Non è la prima volta che Jones attira l’attenzione sulle discriminazioni che ha subìto. A giugno, Jones, che è alta più di 1 metro e 80, aveva raccontato di avere difficoltà nel trovare uno stilista che le disegnasse un vestito per la prima di Ghostbuster. Christian Siriano – il vincitore dell’edizione americana di Project Runway, un reality show sulla moda – alla fine le aveva realizzato un abito rosso che le lasciava scoperte le spalle, che Jones aveva indossato alla prima del film. Siriano aveva poi respinto i complimenti per il suo gesto, dicendo di aver fatto semplicemente il suo lavoro.

Jones è stata sempre dura con nei confronti di troll e critici, a cui spesso ha risposto insultandoli a sua volta («Non mi importa quanto famosa o popolare io sia», aveva detto a maggio durante il programma del comico americano Seth Meyers, «se mi definisci un gorilla, dirò la stessa cosa a tua madre»). Non tutti i fan di Jones approvano il suo atteggiamento. Lunedì, alcuni dei suoi fan le avevano implorato di smettere di ritwittare e insultare i suoi hater, ma Jones non si è lasciata convincere. Per poterlo risolvere, ha detto, il problema deve essere innanzitutto visibile: «Sono stufa del fatto che nessuno creda di poter cambiare le cose», ha twittato Jones. «Possiamo cambiare qualsiasi cosa se lo vogliamo». Nonostante la sua determinazione, l’accumularsi dei continui messaggi di ostilità era diventato molto pesante. «Me ne vado da Twitter con le lacrime agli occhi e la morte nel cuore», ha twittato Jones a fine serata. «Tutto questo perché ho fatto un film. Potete anche odiarlo, ma la merda che ho ricevuto oggi… È sbagliato».

© 2016 – The Washington Post