• Mondo
  • Lunedì 22 agosto 2016

Le app cinesi che rendono i selfie più “belli”

Hanno un successo straordinario in Cina, dovuto in larga parte all'ossessione per un certo tipo di bellezza

(AP Images)
(AP Images)

Meitu Inc. è una startup cinese che dal 2008 ha creato una serie di applicazioni che permettono di modificare i propri selfie per farsi più belli: possono rendere gli occhi più grandi, il viso più magro, la pelle più chiara e le gambe più lunghe e sottili, tra le altre cose. Le applicazioni di Meitu, ad esempio MeituPic, sono popolarissime soprattutto nel paese dove sono state inventate, la Cina. Secondo l’azienda sono state scaricate un miliardo di volte, hanno 360 milioni di utenti attivi ogni mese che producono una media, sempre mensile, di 3,9 miliardi di foto modificate. Da chi le usa, queste applicazioni vengono chiamate “zipai shenqi”, cioè “strumenti divini per selfie”. La scorsa settimana Meitu ha fatto richiesta di quotarsi alla borsa di Hong Kong.

Meitu

Meitu Inc. è stata fondata dagli imprenditori Cai Wensheng e Wu Xinhong nel 2008, quando la parola “selfie” doveva ancora essere aggiunta all’Oxford English Dictionary. Bei Gou, un ex fotografo che ora è vice presidente della società, ha spiegato che l’obiettivo iniziale di Meitu era rendere semplice il fotomontaggio o la modifica delle foto, permettendo ad esempio agli utenti di cambiare velocemente lo sfondo di una foto o inserire elementi decorativi. I fondatori si resero però conto che l’attenzione degli utenti era per qualcos’altro, e cioè per le loro facce. Meitu si è quindi adeguata, creando inizialmente l’opzione “abbellire” su cui poi ha continuato a lavorare.

Per costruire le sue applicazioni Meitu utilizza tecniche come il riconoscimento facciale e la modellazione in 3-D. Ha anche prodotto una serie di smartphone progettati appositamente per fare selfie con una fotocamera davanti e una dietro. Il prezzo base di un telefonino Meitu è di 2.199 yuan (circa 300 euro) e se ne vendono circa 200 mila pezzi all’anno dal 2013. La scorsa settimana Meitu ha presentato una richiesta alle autorità di regolamentazione della borsa di Hong Kong per un’offerta pubblica iniziale (IPO) che potrebbe raccogliere, secondo il Washington Post, da 500 milioni fino a 1 miliardo di dollari. Il valore stimato della società è intorno ai 3,8 miliardi di dollari.

Fino ad ora, quella di Meitu e dei suoi “filtri di bellezza” per selfie è una storia di successo e la società ha in programma di espandersi a livello internazionale. Diversi osservatori spiegano però che in altre parti del mondo che non siano il sud-est asiatico le cose potrebbero andare diversamente: ci sono molte idee di bellezza fisica che sono molto diverse tra loro, l’attenzione per il proprio aspetto è certamente diffusa ovunque, ma non sempre rappresenta un’ossessione e alcune opzioni, come lo schiarimento della carnagione, potrebbero risultare offensive o semplicemente fuori moda.

Il Washington Post ha raccontato in un articolo che «la straordinaria popolarità di Meitu la dice lunga sulla Cina di oggi» legando dunque il suo successo a uno specifico luogo. Quando gli occidentali accostano le parole Cina e Internet pensano immediatamente a una cosa, in particolare: la censura. Se è vero che la Cina mantiene restrizioni molto severe, si stanno sviluppando diverse imprese di tecnologia che cercano di creare prodotti che possano sfruttare la capacità di un numero molto ampio di potenziali consumatori facendo leva sulle principali tendenze di quegli stessi consumatori. E Meitu ne è l’esempio perfetto.

Il successo di questa società in Cina dipende da molte cose combinate insieme. Negli ultimi cinque anni, il numero delle persone che in quel paese sono attive su Internet è aumentato moltissimo e attualmente ci sono quasi 700 milioni di utenti, circa il 20 per cento degli utenti di Internet di tutto il mondo. Questa crescita si spiega in parte con la rapida diffusione di smartphone a prezzi accessibili. Ed è con gli smartphone che si fanno i selfie. A tutto questo si deve aggiungere la particolare importanza (ossessione, dice qualcuno) attribuita dalle donne cinesi alla bellezza e alla perfezione fisica. Proprio le donne, in Cina, stanno diventando una delle fasce più consistenti dei consumatori, anche a seguito dei loro sempre maggiori guadagni. Forbes spiega che è molto diffusa la tendenza tra le donne cinesi, anche molto giovani, di sottoporsi a interventi di chirurgia plastica al viso. Nel 2013 la Cina è stato il terzo paese al mondo per numero di interventi di chirurgia plastica dietro a Stati Uniti e Brasile.