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  • Domenica 3 luglio 2016

La strage a Baghdad

È esplosa un'autobomba tra sabato e domenica, si parla di 165 morti e c'è una rivendicazione dell'ISIS: le cose da sapere

Civili e vigili del fuoco iracheni spostano i resti di alcune persone morte a causa dell'esplosione di un'autobomba nel quartiere di Karrada, a Baghdad, il 3 luglio 2016 (AP Photo/Khalid Mohammed)
Civili e vigili del fuoco iracheni spostano i resti di alcune persone morte a causa dell'esplosione di un'autobomba nel quartiere di Karrada, a Baghdad, il 3 luglio 2016 (AP Photo/Khalid Mohammed)

Nella notte tra sabato 2 e domenica 3 luglio un’autobomba è esplosa vicino a un edificio con dei ristoranti in una zona commerciale del quartiere di Karrada, nel centro di Baghdad, in Iraq. Molte persone si trovavano lì perché durante il mese del Ramadan, che finirà il 5 luglio, i fedeli musulmani possono mangiare solo dopo il tramonto; stando agli ultimi dati diffusi dalle autorità irachene, nell’attentato sono morte 165 persone e altre 225 sono rimaste ferite. L’esplosione dell’autobomba ha provocato un grosso incendio e dopo molte ore le squadre dei soccorritori stavano ancora cercando di rimuovere i detriti dalle strade e cercare resti umani tra le macerie. L’attentato è stato rivendicato dallo Stato Islamico, che ha detto di avere colpito una zona in cui erano radunati gli sciiti. Karrada è in realtà una zona mista di sciiti e sunniti e sembra che nell’esplosione siano rimasti uccisi anche molti sunniti.

Poco dopo la prima esplosione, ce n’è stata una seconda in una zona abitata prevalentemente da sciiti nel nord di Baghdad, in cui sono rimasti uccise almeno 5 persone. L’attacco non è stato rivendicato e circolano notizie contrastanti sul fatto che sia stato effettivamente un attentato. Il Washington Post, citando il ministero dell’Interno iracheno, ha scritto che l’esplosione è stata un incidente causata da un impianto di aria condizionata.

Dopo l’esplosione di Karrada il primo ministro iracheno Haider al Abadi è arrivato sul posto e ha promesso di «punire» i responsabili. Non è però stato bene accolto: è stato circondato da un gruppo di persone che gridavano degli slogan contro di lui e lo accusavano di essere la causa dell’aumento di insicurezza in città. Il suo portavoce ha annunciato in seguito tre giorni di lutto nazionale spiegando che Abadi ha capito la reazione rabbiosa dei residenti. Nel frattempo sono arrivate dichiarazioni di sostegno da molte parti del mondo: il governo degli Stati Uniti ha fatto sapere che l’ultimo attacco ha rafforzato la determinazione a sostenere le forze irachene nella loro lotta contro lo Stato Islamico.

L’attacco con l’autobomba è stato rivendicato dallo Stato Islamico. Il 17 giugno il governo iracheno aveva annunciato di aver riconquistato i palazzi governativi al centro della città di Fallujah, controllata da due anni dall’ISIS. Finora, a Baghdad, l’attentato in cui erano morte più persone dall’inizio dell’anno era stato quello dell’11 maggio, quando alcune autobombe esplosero in un mercato nel quartiere sciita di Sadr City. In quell’occasione morirono 93 persone.