(Christopher Furlong/Getty Images)
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Brexit, cos’è successo domenica

Nel Regno Unito si è parlato soprattutto di politica interna: il Partito Laburista si è spaccato sulla leadership del segretario Corbyn, con i "blairiani" che chiedono le sue dimissioni

(Christopher Furlong/Getty Images)

Brexit”, cioè la decisione presa con il referendum di giovedì scorso dal Regno Unito di uscire dall’Unione Europea, è da tre giorni la notizia più commentata sui giornali e i siti di news di tutto il mondo. L’opzione “Brexit” ha vinto il referendum con il 51,9 per cento dei voti, contro le previsioni e le aspettative della maggior parte degli osservatori.

La notizia di oggi è la grave crisi scoppiata all’interno del Partito Laburista. Sabato, Corbyn era stato criticato da diversi dirigenti del partito. In risposta, nella notte tra sabato e domenica, il segretario ha deciso di rimuovere dal suo incarico Hilary Benn, ministro degli Esteri ombra (cioè, la figura dell’opposizione incaricata di “tenere d’occhio” il ministero degli Esteri). Nel corso della giornata di domenica, nove ministri ombra dell’opposizione interna al partito si sono dimessi per protesta. Corbyn è criticato soprattutto per avere condotto una campagna molto tiepida a favore del “Remain”, ma le divisioni tra lui e l’opposizione interna risalgano a molto prima di “Brexit”. Il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon ha detto che il suo governo farà di tutto per mantenere la Scozia all’interno dell’Unione Europea, ripetendo che se necessario potrebbe indire un nuovo referendum sull’indipendenza.

18:20 26 Giu 2016
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La situazione diplomatica internazionale è rimasta sostanzialmente ferma oggi: dopo quelle di ieri non ci sono state altre dichiarazioni importanti da parte dei leader europei, né decisioni di altro tipo. All'interno del Regno Unito, però, sono cominciate diverse "rese dei conti": la notizia di oggi è il durissimo scontro iniziato tra alcuni dirigenti del partito laburista e il segretario, Jeremy Corbyn, accusato di aver fatto una campagna a favore del "Remain" troppo debole.

Le divisioni tra sostenitori di Corbyn  e "blairiani", come i giornali britannici identificano i "ribelli", sono di vecchia data, ma il risultato del referendum ha offerto a questi ultimi un'ottima occasione per attaccare nuovamente il segretario del partito. Nel corso della giornata, sette ministri del governo ombra (una struttura parallela realizzata dall'opposizione per tenere sotto controllo le attività del governo) si sono dimessi, in un tentativo di costringere Corbyn ad abbandonare la segreteria.

Tra le altre notizie, è bene sapere che la petizione di cui si parla molto non porterà in nessun caso a un secondo referendum. E visto che ne sentirete probabilmente parlare a cena o domani al lavoro, tanto vale farsi un'idea più chiara di come hanno davvero votato giovani e anziani al referendum di giovedì scorso.

17:59 26 Giu 2016

Nonostante gli attacchi, le critiche e le dimissioni dei ministri del suo governo ombra, secondo le voci riferite dai giornali britannici, il leader laburista Jeremy Corbyn non ha nessuna intenzione di dimettersi. Anzi, starebbe pensando di nominare entro stasera un nuovo governo ombra.

17:19 26 Giu 2016

Il clima è comunque abbastanza teso anche nel Partito Conservatore, non soltanto tra i laburisti. Qui sotto trovate una breve guida se volte farvi un'idea di cos'è in gioco e chi sono i principali giocatori.

17:16 26 Giu 2016

Quante possibilità ci sono che la petizione da tre milioni di firme al Parlamento britannico porti a un secondo referendum? La risposta è semplice: nessuna.

16:46 26 Giu 2016

La crisi del Partito Laburista in corso in queste ore è piuttosto strana. I giornali britannici lo definiscono un "golpe" o un "complotto" ed effettivamente è un'operazione che ricorda un po' la serie "Game of Thrones": questa notte il leader del partito Corbyn ha espulso dal governo ombra un ministro che, al telefono, gli aveva confessato di non potersi più fidare di lui come guida del partito. Nel corso della giornata, uno dopo l'altro, sette ministri del governo ombra si sono dimessi, con i giornalisti inglesi che cercavano freneticamente di capire chi sarebbe stato il prossimo. 

Secondo le ricostruzioni che circolano in queste ore, il "golpe" è stato organizzato dai "blairiani", i sostenitori dell'ex leader del partito Tony Blair, che non hanno mai digerito la vittoria di Corbyn alle primarie del partito lo scorso settembre (Corbyn è molto, molto più di sinistra di Blair). Il punto ora è diventato: i "congiurati" hanno qualche speranza di costringere Corbyn a dimettersi? Il segretario non ha ancora parlato, ma i suoi alleati dicono che non ha nessuna intenzione di abbandonare la carica e che si candiderà ancora se si dovesse arrivare a un nuovo voto per decidere il leader.



Ma cosa ne pensano gli elettori del partito? Secondo un sondaggio (e in questi giorni abbiamo avuto un'altra lezione di quanto possano essere affidabili i sondaggi), il 53 per cento degli elettori che hanno votato Labour nel 2015 vorrebbero le dimissioni di Corbyn. La cosa strana è che secondo lo stesso sondaggio, il Labour è dato al 32 per cento, alla pari con i Conservatori e cioè il risultato migliore da più di un anno a questa parte.
16:17 26 Giu 2016

Per quanto riguarda la Scozia, le cose si complicano ("è giallo", dicono di solito in questi casi). Il corrispondente della BBC che si occupa di questioni scozzesi dice che il parlamento locale non può mettere il veto sull'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea e che il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon in realtà non sta minacciando di mettere un veto alla proposta. 



Successivamente Smith ha cancellato il suo Tweet, specificando quello che intendeva.

15:43 26 Giu 2016

In genere ci immaginiamo i fanatici religiosi come figure austere e completamente prive di senso dell'umorismo. Non è sempre così, come dimostra una battuta finita in queste ore su un canale Telegram di simpatizzanti di al Qaida.

«Per rispettare la decisione di uscita del referendum sul Brexit, i mujahideen terranno le loro cellule nel Regno Unito separate da quelle nell'Unione Europea»

15:37 26 Giu 2016

Torniamo all'altro tema caldo di oggi: la Scozia, i cui leader vogliono ad ogni costo rimanere nell'Unione Europea. Fino a ieri la loro principale strategia era minacciare un nuovo referendum sull'indipendenza della regione dal Regno Unito. Oggi si parla di una nuova strada: bloccare per via legislativa un'eventuale uscita del paese dall'Unione. 

Il parlamento scozzese ha, in sostanza, il diritto di mettere il veto sulle leggi votate dal parlamento britannico e che avrebbero grosse conseguenze sulla Scozia. In un'intervista alla BBC, il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon ha detto che secondo lei quello dell'uscita dall'Unione è uno dei casi in cui questo principio si potrebbe applicare, ma ha anche detto che probabilmente al parlamento britannico la pensano in maniera diversa e quindi bisognerà vedere chi la spunterà.

15:00 26 Giu 2016

Con le dimissioni di Seema Malhotra, ministro ombra dell'Economia, siamo a sette ministri dimissionari e uno cacciato.

14:52 26 Giu 2016

La polizia ha confermato la notizia che qualcuno ha imbrattato con alcuni graffiti un centro culturale polacco nel quartiere di Hammersmith, a Londra. Il contenuto dei graffiti non è stato diffuso, ma i giornali scrivono da questa mattina che si trattava di frasi razziste.

14:49 26 Giu 2016

Corbyn intanto va a pranzo (piuttosto tardi per essere un inglese) e non parla con i media che presidiano l'ingresso della sua casa.

14:42 26 Giu 2016

Tra le conseguenze di una vittoria dei "Leave", nessuno aveva previsto una crisi del Partito Laburista, ma è proprio quello che sta succedendo oggi. Fino ad ora, sei ministri del governo ombra laburista si sono dimessi e uno è stato cacciato da Corbyn. I giornali inglesi parlano di "golpe", un tentativo di costringere il segretario a dimettersi.



I sondaggi di qualche settimana fa mostravano Corbyn ancora in testa al gradimento dei simpatizzanti del partito e anche tra i leader diversi sono rimasti al suo fianco e continuano a difenderlo anche in queste ore.

13:28 26 Giu 2016

Intanto, la petizione sul sito del Parlamento britannico sulla possibilità di indire un secondo referendum di cui si parla molto in queste ore, ha raggiunto più di 3 milioni di firme.

Per legge, tutte le petizioni che superano le 100 mila firme devono essere discusse in un dibattito parlamentare. Il sito ha ricevuto così tante visite che è rimasto offline per buona parte del pomeriggio di venerdì.

13:24 26 Giu 2016

La Scozia potrebbe davvero bloccare l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea? Il parlamento scozzese ha il potere costituzionale di mettere il veto ad alcune leggi che avrebbero effetti sulla Scozia (è una regione che gode di grande autonomia, con un suo governo e un suo primo ministro, oltre che un suo parlamento).

Giornali ed esperti britannici scrivono che è molto probabile che un'eventuale uscita del Regno Unito ricadrebbe nella categoria delle leggi su cui gli scozzesi hanno il diritto di veto. Insomma, la questione scozzese potrebbe divenire una doppia crisi costituzionale: da un lato per via del minacciato referendum sull'indipendenza, dall'altro per la possibilità che il parlamento locale blocchi il processo di uscita ancora prima del suo inizio.

13:15 26 Giu 2016

Per dire il clima politico che si vive adesso nel partito laburista: Momentum, il gruppo che sostiene il segretario Jeremy Corbyn, ha chiesto ai suoi sostenitori di utilizzare un avatar e un hashtag per mostrare il loro supporto.

13:11 26 Giu 2016

Ian Murray, ministro ombra per la Scozia, si è appena dimesso, diventando il quarto membro del governo ombra laburista a lasciare nel corso di quello che i giornali inglesi definiscono un "golpe" per costringere alle dimissioni il segretario del partito, Jeremy Corbyn.

12:59 26 Giu 2016

Poi naturalmente c'è la questione della Scozia e del suo primo ministro, Nicola Sturgeon, che ha detto ieri di essere pronta a tutto per far rimanere la regione all'interno dell'Unione Europea. Oggi ha detto che chiederà ai membri del parlamento scozzese di mettere il veto a qualunque proposta di uscita. Non è chiaro cosa accadrebbe in questa circostanza e che implicazioni avrebbe un voto del genere sul processo di uscita del Regno Unito dall'Unione Europea.

12:31 26 Giu 2016

Che al referendum sulla permanenza del Regno Unito in Europa hanno vinto i favorevoli all'uscita, oramai, dovreste saperlo. Il punto centrale adesso è capire cosa succederà: il Regno Unito uscirà davvero e se sì, come?

Diciamo subito che da parte dei favorevoli al "Brexit" non sembra esserci una fretta particolare. Il principale leader dello schieramento, l'ex sindaco di Londra Boris Johnson, ha fatto capire che adesso le complicate trattative per organizzare l'uscita non sono una priorità. Venerdì  è arrivato a dire che non vede la necessità di invocare subito l'articolo 50 del Trattato di Lisbona, la clausola che formalmente bisogna utilizzare per innescare la procedura di uscita. Non è chiaro come Johnson pensi di mettere in atto il risultato del referendum senza usare l'articolo 50.

Chi sembra avere davvero fretta sono i leader delle istituzioni europee, come il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, che non solo ha invitato il Regno Unito ad affrettarsi, ma ha anche dichiarato che «non sarà un divorzio consensuale», un modo per dire che il Regno Unito non riceverà un trattamento di favore nelle trattative.

Ma in Europa c'è anche una corrente che, almeno a parole, sembra più conciliante. Angela Merkel e il suo ministro dell'Economia, Wolfgang Schauble, hanno entrambi detto che le trattative non dovranno essere punitive e che, in ogni caso, non c'è fretta nel cominciarle.

Cosa c'è dietro questo giro di dichiarazioni? È piuttosto semplice: ora che il referendum si è concluso con una vittoria, i fautori del Brexit non hanno particolare fretta di iniziare delle trattative che rischiano di essere dannose per il Regno Unito. D'altro canto, i leader europei hanno bisogno di mandare un messaggio forte a tutti quei paesi e quelle forze politiche che pensano di seguire l'esempio britannico. I tedeschi, infine, hanno un altro interesse ancora e cioè quello di mantenere aperto il mercato britannico alle loro esportazioni. Siamo comunque ancora agli inizi di quella che sarà probabilmente una stagione politica molto lunga e complicata.

12:14 26 Giu 2016

Un altro membro del governo ombra laburista ha annunciato le sue dimissioni. Si tratta di Gloria de Piero, ministro ombra per la Gioventù. Si tratta del terzo componente che il governo ombra ha perso nelle ultime ore. Il primo, Hillary Benn, è stato cacciato questa notte dal segretario del partito Jeremy Corbyn. Il secondo, Heidi Alexander, ha annunciato le sue dimissioni questa mattina. Secondo i giornali inglese, circa metà dei ministri ombra dovrebbe dimettersi in giornata, in un tentativo di costringere Corbyn alle dimissioni.

12:07 26 Giu 2016

Il direttore del Post Luca Sofri, a proposito di "quello che sta succedendo": dalla vittoria del "Leave", al successo di Donald Trump negli Stati Uniti e quello del Movimento 5 Stelle in Italia.

11:12 26 Giu 2016

La retorica dei leader scozzesi, una regione dove ha vinto di gran lunga il "Remain", si sta facendo sempre più dura. Oggi il primo ministro Nicola Sturgeon ha detto che: «Il Regno Unito nel quale gli scozzesi hanno deciso di rimanere non esiste più». Sturgeon si riferisce al voto sull'indipendenza della Scozia del settembre del 2014 in cui una maggioranza di scozzesi votò a favore dell'unità con il Regno Unito.

10:48 26 Giu 2016

E i LibDem? In questi giorni ci siamo tutti più o meno dimenticati del partito liberale e centrista, il quarto in parlamento, con il quale  Cameron ha governato fino all'anno scorso e che ha subito un grosso calo di consensi alle elezioni del 2015. Il nuovo leader del partito, Tim Farron, ha detto ieri che la piattaforma del partito per le prossime elezioni è molto chiara: fregarsene dell'esito del referendum e tenere il Regno Unito nell'Unione Europea.

10:24 26 Giu 2016

Tornando brevemente ai problemi del Labour, l'argomento del giorno nel Regno Unito: già alcune settimane fa si era parlato di un possibile scontro per portare alle dimissioni di Corbyn, ma l'ipotesi era stata scartata. Secondo alcuni sondaggi, Corbyn può contare su un consenso del 64 per cento degli iscritti al partito. Una fonte anonima all'interno del Labour ha detto a BBC che se ci sarà un nuovo voto interno al partito, Corbyn vincerà di nuovo e il voto sarà "solo una distrazione".

09:57 26 Giu 2016

Intanto in Italia si parla di come lo staff di Beppe Grillo abbia cambiato una serie di post pubblicati in passato sul blog. In particolare, sembra che dal programma del Movimento 5 Stelle siano stati eliminati tutti i riferimenti alla necessità di fare un referendum simile a quello fatto nel Regno Unito.

Ora, il programma del Movimento recita invece:




“10) Per il Movimento 5 Stelle l'Italia dovrebbe uscire dall'UE?
Il Movimento 5 Stelle è in Europa e non ha nessuna intenzione di abbandonarla. Se non fossimo interessati all'Unione Europea non ci saremmo mai candidati; qui, invece, abbiamo eletto la seconda delegazione italiana. L'Italia è uno dei Paesi fondatori dell'UE, ma ci sono molte cose di questa Europa che non funzionano. L'unico modo per cambiare questa "Unione" è il costante impegno istituzionale, per questo il Movimento 5 Stelle si sta battendo per trasformare l'UE dall'interno".




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09:47 26 Giu 2016

Questa mattina si parla molto di un sondaggio pubblicato ieri da SkyNews, in cui si mostra il dato dell'affluenza al referendum diviso per le varie fasce di età. L'affluenza dei più giovani è stata molto ridotta rispetto a quella dei più anziani. 


Della divisione di voto per età si era discusso parecchio nei giorni scorsi, perché altri sondaggi avevano mostrato come i giovani avessero in prevalenza votato per "Remain", mentre gran parte degli anziani ha scelto il "Leave".

09:42 26 Giu 2016

La crisi del Partito Laburista è sempre più grave. Secondo Laura Kuenssberg, corrispondente politico di BBC, quasi metà del "governo ombra" laburista è pronto a dimettersi, in un tentativo di costringere Jeremy Corbyn ad abbandonare la segreteria del partito. Uno dei membri, Hilary Benn, è stato costretto a dimettersi da Corbyn questa notte, mentre un altro componente, Heidi Alexander, ha presentato le sue dimissioni questa mattina.

Corbyn è stato eletto segretario lo scorso settembre, soprattutto grazie al voto dei nuovi iscritti, mentre l'apparato del partito gli è sempre stato piuttosto ostile. Dopo la vittoria dei "Leave" Corbyn è stato accusato di aver condotto una campagna elettorale troppo debole a favore di "Remain".