Karl Landsteiner, che scoprì i gruppi sanguigni

Il biologo austriaco nacque 148 anni fa oggi: scoprì le differenze nel sangue umano, isolò il virus della poliomielite e vinse il Nobel nel 1930

Karl Landsteiner (Keystone/Getty Images)
Karl Landsteiner (Keystone/Getty Images)

Karl Landsteiner nacque 148 anni fa oggi a Baden, in Austria, e fu uno dei più importanti biologi e fisiologi tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo: grazie alle sue intuizioni, le trasfusioni di sangue furono rese più semplici e sicure, riducendo i rischi di incompatibilità tra donatore e ricevente. Per i suoi studi di ematologia, che lo portarono a distinguere i quattro gruppi sanguigni A, B, AB e O, fu premiato con il Nobel per la medicina e la fisiologia nel 1930.

Landsteiner era stato cresciuto quasi esclusivamente dalla madre, perché il padre era morto quando aveva 6 anni. Studiò medicina presso l’Università di Vienna, dove si laureò nel 1891, e in seguito lavorò in alcuni dei più importanti laboratori d’Europa, interessandosi soprattutto di immunologia.

Dall’agglutinazione ai gruppi sanguigni
A inizio Novecento si dedicò allo studio dell’agglutinazione, il fenomeno che si verifica quando viene a contatto il sangue di due esseri umani. Semplificando: nel sangue ci sono anticorpi specifici a seconda del gruppo sanguigno, che contrastano le cellule sanguigne estranee se non sono dello stesso gruppo, facendole solidificare (precipitazione). Prima delle ricerche di Landsteiner, si pensava che questo fenomeno fosse una malattia e che non fosse legata alle caratteristiche specifiche del sangue.

Sulla base delle sue osservazioni, tra il 1901 e il 1903, Karl Landsteiner concluse che le caratteristiche del sangue fossero ereditarie, e che si potessero utilizzare per i casi di dubbia paternità. Landsteiner lavorò alla classificazione dei gruppi sanguigni identificandone quattro principali: A, B, AB e O. Questa distinzione fu importante per migliorare e rendere più sicure le trasfusioni, evitando i casi di incompatibilità. Nel 1940 a New York, dove si era trasferito per proseguire i suoi studi, identificò il cosiddetto fattore sanguigno “Rh”, insieme ad Alexander Wiener, altro grande immunologo del Novecento.

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Landsteiner e Wiener scoprirono il fattore Rh sui globuli rossi di Macacus rhesus, una specie di primati (per questo il fattore ha quel nome). L’Rh è presente nell’85 per cento circa della popolazione: chi lo possiede viene definito “Rh positivo”, mentre chi ne è sprovvisto viene definito “Rh negativo”. La sua presenza condiziona, insieme ad altre variabili, la compatibilità del sangue per le trasfusioni. Nei globuli rossi del restante 15 per cento degli individui (detti Rh-negativi), questa proteina manca, e perciò possono produrre anticorpi contro la proteina stessa: quindi queste persone possono ricevere trasfusioni soltanto da altri individui Rh-negativi. Il fattore Rh permise anche di spiegare quale fosse l’origine della malattia emolitica dei neonati, una patologia molto comune all’epoca, che poteva causare gravi danni ai neonati o provocarne la morte.

Poliomielite
La poliomielite, una delle patologie infantili più temute e diffuse all’inizio del Novecento, era stata identificata come una malattia già nel 1840 da Jakob Heine, ma il virus che la causa (il “poliovirus”) fu identificato solo 68 anni dopo, grazie agli studi di Karl Landsteiner. Il ricercatore dimostrò che la sua causa poteva essere studiata iniettando nelle scimmie una soluzione ottenuta triturando il midollo spinale prelevato da bambini morti a causa di questa malattia. La dimostrazione che la causa della malattia fosse virale diede un importante contributo per la creazione di un vaccino, che ha permesso la quasi totale eradicazione della malattia su scala mondiale.

Ultimi anni
Landsteiner proseguì i suoi studi immunologici e sul sangue fino agli ultimi anni della sua vita. Proseguì la sua attività di ricercatore fino al 1943, anno in cui morì in seguito a un attacco di cuore mentre stava lavorando nel suo laboratorio.