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  • Mercoledì 18 maggio 2016

Le prigioni olandesi trasformate in centri di accoglienza per migranti

Le ha raccontate un premiato fotografo di Associated Press e sembra che i richiedenti asilo non ci stiano così male

Reda Ehsan (25, iraniana) su un tavolo dell'ex prigione De Koepel a Haarlem, Olanda - 6 maggio 2016
(AP Photo/Muhammed Muheisen)
Reda Ehsan (25, iraniana) su un tavolo dell'ex prigione De Koepel a Haarlem, Olanda - 6 maggio 2016 (AP Photo/Muhammed Muheisen)

I Paesi Bassi hanno trovato un modo molto particolare per accogliere e sistemare i migranti in attesa che il governo valuti la loro richiesta di asilo. La COA – l’agenzia governativa olandese che si occupa dell’accoglienza dei richiedenti asilo – ha deciso di usare alcune delle carceri del paese come sistemazioni provvisorie, visto che negli ultimi anni la popolazione carceraria è diminuita di parecchio. La soluzione è stata trovata per risolvere il problema dell’aumento del numero dei migranti arrivati in territorio olandese lo scorso anno: circa 50mila, la maggior parte richiedenti asilo. L’interno delle strutture dedicate all’accoglienza, come succede anche in Italia, non è facilmente visitabile. Il governo olandese ha però garantito l’accesso a Muhammed Muheisen, uno dei fotografi più premiati degli ultimi anni che oggi lavora per l’agenzia Associated Press.

Muheisen ha raccontato di averci messo sei mesi per ottenere il permesso per scattare delle fotografie all’interno delle carceri: ne ha vistate tre nel giro di quaranta giorni, per farsi un’idea di come fossero state trasformate in strutture di accoglienza.

I richiedenti asilo rimangono negli alloggi allestiti all’interno delle prigioni per almeno sei mesi, il tempo necessario affinché il governo olandese esamini la loro richiesta. Possono entrare e uscire liberamente ma non è permesso loro lavorare. Possono anche partecipare ad alcuni corsi per imparare delle cose considerate necessarie per poter vivere nei Paesi Bassi, come quello di lingua e quello per imparare ad andare in bicicletta. Muheisen ha anche chiesto a molti richiedenti asilo cosa pensassero del tipo di sistemazione trovata: la risposta tipica è stata, “abbiamo un tetto sopra la testa, ci sentiamo sicuri”.

Muhammed Muheisen ha 33 anni ed è uno dei fotografi più premiati degli ultimi anni: nel 2013 Time lo ha scelto come miglior fotografo di news dell’anno, e poco prima era stato premiato con il premio Pulitzer “Breaking News” insieme ad altri fotografi di Associated Press per dei reportage sulla guerra in Siria. Muheisen è originario della Giordania e vive da diverso tempo in Pakistan, a Islamabad, dove lavora come primo fotografo di Associated Press.