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  • Martedì 3 maggio 2016

I separatisti della Corsica termineranno le operazioni militari

Avverrà il 22 ottobre, dopo che l'ala "istituzionale" del loro movimento ha vinto le elezioni regionali: chi sono e che storia hanno

Membri del movimento separatista corso FLNC durante una conferenza stampa nel maggio del 2004 (STR/AFP/Getty Images)
Membri del movimento separatista corso FLNC durante una conferenza stampa nel maggio del 2004 (STR/AFP/Getty Images)

Martedì 3 maggio il principale gruppo militante in lotta dagli anni Settanta per la separazione della Corsica dalla Francia, il Fronte di Liberazione Nazionale Corso (FLNC), ha detto che le sue “operazioni militari” termineranno il prossimo 22 ottobre. Il Fronte aveva anticipato la decisione lo scorso 25 giugno, ma ha precisato in un comunicato che l’annunciata “fine delle operazioni militari” non corrisponderà a una “deposizione delle armi”.

La tregua è stata decisa per consentire alla nuova Assemblea territoriale, guidata dai nazionalisti, «di adempiere al suo mandato con serietà». Alle elezioni regionali francesi dello scorso dicembre, infatti, i nazionalisti corsi guidati dal sindaco di Bastia, Gilles Simeoni, hanno ottenuto con la lista “Per a Corsica” più del 35 per cento dei voti, vincendo contro la sinistra (fino ad allora al potere) ma anche contro la destra (penalizzata da una serie di divisioni interne) e contro l’estrema destra del Front National. La loro vittoria era stata definita “storica”.

La Corsica, in breve
La Corsica è un’isola del Mediterraneo che si trova a nord della Sardegna (le due isole sono separate dalle Bocche di Bonifacio e, nel punto più breve, distano circa 11 chilometri) ed è grande per superficie circa un terzo della Sardegna. Appartiene alla Francia, di cui costituisce una regione, è popolata da circa 300 mila persone, il capoluogo è Ajaccio ed è amministrativamente autonoma dal 1982, con una propria Assemblea legislativa. Occupata in passato tra gli altri dai Romani, dai Vandali, poi dai Bizantini, dai Longobardi e intorno all’anno mille dai Pisani, venne rivendicata da Genova che ne ottenne il controllo dopo la battaglia della Meloria che nell’agosto 1284 diede inizio al lento declino di Pisa come repubblica marinara.

Nel 1755 ci fu un’insurrezione locale contro il dominio della Repubblica di Genova, guidata dal generale illuminista Pasquale Paoli, considerato il padre della patria (in corso “U Babbu di a Patria”), che fondò la Repubblica Corsa e scrisse una Costituzione per l’epoca democratica e moderna: fu in parte ispirata dalle idee di Rousseau, anticipò nei contenuti le Costituzioni rivoluzionarie americana e francese e prevedeva il diritto di voto alle donne. Dopo alcuni anni di indipendenza, nel 1764 la Repubblica di Genova chiese aiuto a Re Luigi XV di Francia per riconquistare l’isola, ma si indebitò a tal punto con i francesi che dovette cedere i diritti sulla Corsica in cambio di aiuti finanziari.

L’8 maggio del 1769, con la battaglia di Ponte Nuovo, l’esercito francese conquistò definitivamente l’isola e Paoli fu sconfitto. L’amministrazione militare instaurata subito dopo l’occupazione finì solo nel 1789, quando l’Assemblea nazionale proclamò l’unione dell’isola alla Francia. Nel frattempo, dall’esilio, Paoli chiese l’intervento dell’Inghilterra, ma la campagna di Napoleone in Italia costrinse gli inglesi a evacuare l’isola. L’italiano fu lingua ufficiale della Corsica fino al 1859, da allora fu il francese.

Il nazionalismo corso
Il movimento nazionalista corso è molto vario, ma prese forza tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale e dopo la guerra d’Algeria del 1954-1962, combattuta tra francesi e indipendentisti algerini, molti corsi esuli si trasferirono sull’isola insieme ad altri francesi d’Algeria (i cosiddetti “pieds-noirs”, “piedi neri”): il governo avviò specifici programmi per la regione come la SOMIVAC (Società per lo sviluppo della Corsica) per favorire l’agricoltura e il turismo. Questi sussidi, però, penalizzarono la popolazione locale a vantaggio dei “piedi neri” e degli altri “non corsi” che nel frattempo divennero i proprietari della maggior parte delle nuove aziende create sull’isola.

A metà degli anni Sessanta, tra un diffuso malcontento sociale, cominciarono i primi attacchi contro i luoghi finanziati dalla SOMIVAC, accusata di sostenere e favorire esclusivamente i rimpatriati dall’Algeria. Il 21 agosto del 1975 Edmond Simeoni, fondatore con il fratello del movimento autonomista CRA (Azione Regionale della Corsica), occupò la cantina vinicola di un importante imprenditore pieds-noirs, per protestare contro una truffa che minacciava di mandare in rovina centinaia di piccoli viticoltori locali.

Corsica

Il gruppo autonomista guidato da Edmond Simeoni con sei ostaggi nella tenuta di un “pieds-noirs”, 21 agosto 1975 (STF/AFP/Getty Images)

Due giorni dopo l’occupazione intervenne la gendarmeria con 1.200 uomini, supportati da alcuni veicoli blindati leggeri: il primo ministro francese era a quel tempo Jacques Chirac. Nell’assalto morirono due poliziotti e un nazionalista rimase gravemente ferito. Fu la prima azione violenta del movimento che ebbe come conseguenza positiva la nascita del Parco Naturale Regionale della Corsica, per preservare l’ambiente contro le nuove costruzioni, e l’inserimento facoltativo dell’insegnamento della lingua corsa nelle scuole.

Nel frattempo alcune componenti del nazionalismo corso si radicalizzarono e nel 1976 venne fondato il Fronte di Liberazione Nazionale Corso, nel convento di Sant’Antonio a Casabianca, nel nord dell’isola, dove il 14 luglio del 1755 il generale Pasquale Paoli aveva proclamato l’indipendenza della Corsica. Il FLNC, nel corso di quarant’anni, ha organizzato migliaia di attentati, ha compiuto assalti contro banche, edifici pubblici sia civili che militari, è stato accusato di rapine a mano armata ed estorsioni attraverso l’imposizione delle cosiddette “tasse rivoluzionarie”. Ai movimenti nazionalisti è stato attribuito anche l’omicidio del prefetto Claude Érignac, la sera del 6 febbraio 1998 ad Ajaccio.

Nell’agosto del 1982 il FLNC organizzò la “Conferenza internazionale delle organizzazioni e dei movimenti di liberazione nazionale” per cercare di trovare un’unità: l’anno dopo, però, si sciolse per problemi interni. Nacquero altre organizzazioni, più piccole, e poi nel 1987 il Fronte si ricostituì dando vita anche a un’ala politica legale, A Cuncolta Naziunalista. Nel 2012 alcuni dei suoi membri furono processati a Parigi per una dozzina di attentati commessi tra il 2004 e il 2006.

Lo scorso dicembre alle elezioni regionali i nazionalisti hanno vinto dicendo di voler superare le politiche «che hanno portato alla rovina la Corsica» e di voler «rompere con il clientelismo, l’assistenzialismo, l’asfissia dell’economia, l’alienazione culturale, il degrado sociale e il progressivo impoverimento di ampi settori della comunità». Si dicono a favore di una trattativa con la Francia che consenta alla Corsica «di impegnarsi in una logica di emancipazione politica, economica, sociale e culturale».