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  • Sabato 30 aprile 2016

Comincia il secondo turno dei playoff NBA

Anche se non è ancora finito del tutto il primo: questa notte si gioca San Antonio Spurs-Oklahoma City Thunder, che promette bene

Tony Parker e Tim Duncan dei San Antonio Spurs. (AP Photo/Mark Humphrey)
Tony Parker e Tim Duncan dei San Antonio Spurs. (AP Photo/Mark Humphrey)

Nella notte italiana tra sabato 30 aprile e domenica 1 maggio comincia il secondo turno dei playoff NBA, il campionato professionistico di basket del Nord America. Tra sabato e domenica si gioca una sola partita, che però è la prima della serie più interessante uscita finora dai playoff: San Antonio Spurs contro Oklahoma City Thunder. San Antonio è la seconda squadra che ha ottenuto più vittorie durante la stagione regolare, dietro solo ai Golden State Warriors. Finora Oklahoma ha fatto un torneo non all’altezza delle aspettative, soprattutto per la mancanza di giocatori di grande spessore a parte i suoi due leader, Kevin Durant e Russell Westbrook. San Antonio invece ha mostrato di essere molto migliorata rispetto allo scorso anno (o anche: di essere tornata ai livelli di qualche stagione fa), quando fu eliminata al primo turno dai Los Angeles Clippers. La partita sarà trasmessa su Sky Sport 2 a partire dalle 2:30 di questa notte.

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Anche se sta già per cominciare il secondo turno, non sono ancora finite tutte le serie del primo. Nella East Conference, quella che riunisce le squadre che hanno sede nella parte orientale di Stati Uniti e Canada, si deve ancora decidere un accoppiamento: le serie tra Miami Heat e Charlotte Hornets e quella tra Toronto Raptors e Indiana Pacers sono entrambe ferme sul 3-3. Si giocherà ancora una partita per entrambe le serie, e le due squadre vincitrici si incontreranno in semifinale di Conference. Alcune cose su come sono andate le serie giocate finora, però, si possono già dire: gli Houston Rockets per esempio hanno deluso un’altra volta, perdendo malamente contro i Golden State Warriors senza il loro giocatore più forte, Stephen Curry. I Warriors erano nettamente favoriti, ma soprattutto senza Curry ci si aspettava dai Rockets qualcosa in più: hanno confermato di essere una squadra divisa e disorganizzata. I Los Angeles Clippers, che a inizio anno avevano ambizioni da titolo, sono stati eliminati anche a causa degli infortuni subìti dai loro due giocatori più importanti: Chris Paul e Blake Griffin. La loro non era stata comunque una grande stagione.

Cosa si dice a Ovest
Le due squadre favorite per arrivare in finale di Conference a Ovest sono i San Antonio Spurs e i Golden State Warriors: entrambe hanno superato facilmente il primo turno dei playoff, battendo rispettivamente i Memphis Grizzlies gli Houston Rockets, ma per i Warriors le cose non vanno benissimo. Stephen Curry – il giocatore più forte della squadra e uno dei più forti al mondosi è infortunato durante gara-4: si è slogato un ginocchio, dovrà stare fuori almeno per un’altra settimana e salterà sicuramente alcune delle partite che Golden State giocherà contro i Portland Trail Blazers. Nonostante l’infortunio di Curry, Golden State ha dimostrato di poter vincere con una certa facilità, complice anche la pessima stagione di Houston. Steve Kerr, l’allenatore di Golden State, ha messo in piedi una squadra che gioca molto bene – una delle più belle da vedere degli ultimi anni – che può contare su altri giocatori: per esempio Klay Thompson, uno dei migliori tiratori del torneo, e su Draymond Green, considerato da molti il vero leader della squadra. Nelle ultime partite ha giocato sopra le aspettative anche Shaun Livingston, che ha sostituito Curry nel ruolo di playmaker. Livingston è forse l’unico giocatore di Golden State che riesce a prendersi dei buoni tiri quando gioca spalle a canestro: è molto ordinato – anche se molto meno creativo rispetto a Curry – perde pochi palloni e riesce a far girare bene la squadra. Golden State parte molto favorita rispetto a Portland, che comunque è una squadra insidiosa. Portland ha battuto i Clippers grazie soprattutto a due ottimi giocatori: Damian Lillard, che in stagione regolare è stato il sesto marcatore per punti segnati in media ogni partita ed è uno dei playmaker più forti di tutta la NBA, e C.J. McCollum, che quest’anno ha ottenuto il riconoscimento di giocatore più migliorato.

Nell’altra semifinale di Conference giocheranno contro i San Antonio Spurs e gli Oklahoma City Thunder. Sulla carta la favorita è senza dubbio San Antonio, che ha fatto una gran stagione regolare e ha iniziato i playoff battendo senza grossi problemi i Memphis Grizzlies. San Antonio ha mostrato di avere inserito molto bene nel suo gioco LaMarcus Aldridge, l’acquisto più importante della scorsa estate. Aldridge aveva iniziato la stagione regolare con qualche difficoltà, ma poi è diventato il miglior attaccante della sua squadra insieme a Kawhi Leonard. San Antonio non è una squadra particolarmente giovane, se si considera che due dei suoi giocatori più importanti, Tim Duncan e Manu Ginobili, hanno rispettivamente 40 e 38 anni; ma è una squadra molto organizzata e bella da veder giocare, se piace il gioco con grande movimento di palla e con pochi “isolamenti” (cioè quando a un attaccante viene lasciato un pezzo di campo dai compagni di squadra per giocare uno-contro-uno contro il suo difensore). Oklahoma ha invece avuto notevoli alti e bassi in questa stagione, come anche in passato. Il problema più grande di questa squadra è che non può contare su molto altro a parte Kevin Durant e Russel Westbrook, due dei migliori giocatori in circolazione. Avendo pochi giocatori di alto livello, il rischio è che si paghi sulla distanza: una cosa che è avvenuta puntualmente a Oklahoma negli ultimi anni.

Cosa si dice a Est
Da diverso tempo la Eastern Conference è meno appassionante della Western Conference e il livello delle squadre è più basso. L’eccezione è rappresentata dai Cleveland Cavaliers, l’unica squadra che sembra in grado di potersela giocare con le migliori dell’Ovest. Al primo turno dei playoff, Cleveland ha battuto per 4 partite a 0 i Detroit Pistons, senza grosse difficoltà o sorprese. Uno dei migliori giocatori della serie è stato Kyrie Irving, che ha segnato in media 27,5 punti a partita, il primo marcatore di questi playoff insieme a Paul George. In semifinale Cleveland se la giocherà con gli Atlanta Hawks, una squadra che gioca in maniera molto ordinata che non è cambiata molto negli ultimi anni. Dal punto di vista fisico, Cleveland è un gradino sopra Atlanta: l’atleticità di alcuni suoi giocatori, e soprattutto quella di LeBron James, metterò probabilmente in difficoltà Atlanta. Le due squadre si erano già incontrate ai playoff lo scorso anno: aveva vinto Cleveland per 4 a 0.

La seconda semifinale a Est non si è ancora decisa: sia Miami Heat-Charlotte Hornets che Toronto Raptors-Indiana Pacers sono ferme sul 3-3. Chi vince la prossima partita, passa il turno. Sono state due serie finora molto equilibrate ed è difficile dire chi saranno le due squadre a incrociarsi in semifinale. Una delle questioni di cui si sta parlando di più negli ultimi giorni è l’ennesima stagione sotto le aspettative dei Toronto Raptors: sembrava l’anno buono e a un certo punto della stagione regolare si pensava che la squadra potesse arrivare a giocarsela anche con le più forti. E DeMar DeRozan e Kyle Lowry, i due giocatori più forti di Toronto, erano stati convocati entrambi per l’All Star Game, la partita esibizione di metà anno che raccoglie i giocatori migliori del torneo. Il problema è che, come altre volte in passato, Toronto ha cominciato a giocare peggio a playoff iniziati e ha deluso le aspettative. Alle difficoltà di Toronto si è aggiunto anche il buon momento di Indiana, e soprattutto del suo leader, Paul George, che lo scorso anno era rimasto fuori per un grave infortunio. Anche nell’altra partita che fa accedere alle semifinali di conference, quella tra Miami Heat e Charlotte Hornets, la situazione è molto equilibrata. Sono entrambe squadre che non hanno ambizioni di vittoria del titolo, ma che hanno avuto dei buoni momenti in questa stagione: vale la pena seguire gara 7, almeno per veder giocare Kemba Walker (Charlotte) e Dwyane Wade (Miami) nella stessa partita.