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  • Lunedì 18 aprile 2016

Le foto del terremoto in Ecuador

I morti sono almeno 272, è stato dichiarato lo stato di emergenza e i soccorsi stanno arrivando da molti altri paesi

Portoviejo, Ecuador, 17 aprile 2016 (AP Photo/Carlos Sacoto)
Portoviejo, Ecuador, 17 aprile 2016 (AP Photo/Carlos Sacoto)

I morti per il terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito l’Ecuador nella notte tra sabato e domenica sono almeno 272. I feriti sono circa 2.500. Il vicepresidente Jorge Glas ha detto che questo bilancio è provvisorio, che i numeri potrebbero continuare ad aumentare perché molte persone sono ancora intrappolate e che quello di questi ultimi giorni è stato il più grave sisma che ha colpito l’Ecuador dal 1979, quando morirono 600 persone. L’epicentro è stato a 20 chilometri di profondità vicino alla città costiera di Muisne, ma sono stati riportati danni fino a 300 chilometri di distanza e le scosse sono state avvertite anche nella capitale Quito, nel sud della Colombia e in Perù.

Gli amministratori locali di varie zone parlano di interi paesi e villaggi distrutti e di grandi aree del paese senza corrente elettrica, reti telefoniche e acqua. Subito dopo la scossa principale era stato diffuso un allarme tsunami, che è però rientrato. Molte strade sono bloccate soprattutto intorno alla regione più colpita e la compagnia aerea nazionale, TAME, sta organizzando voli con i membri della Croce Rossa per portare rinforzi e aiuti. Centinaia di persone hanno trascorso la notte all’aperto. Circa 130 detenuti della prigione di Portoviejo hanno approfittato della situazione per scavalcare i muri danneggiati dal terremoto e scappare. Almeno 35 sono stati catturati, hanno detto le autorità nella notte di domenica.

Epicentro Ecuador

In tutto il paese è stato dichiarato lo stato di emergenza. Per i soccorsi sono stati attivati più di 14 mila membri delle forze di sicurezza, 240 operatori sanitari e migliaia di poliziotti, ma le operazioni sono ostacolate da una serie di frane conseguenti alle scosse. Sono arrivati rinforzi ​​da Colombia, Messico, Cile e Spagna. Il segretario di Stato americano John Kerry ha offerto l’aiuto anche degli Stati Uniti; su richiesta delle Nazioni Unite, l’UE ha attivato il sistema di protezione civile europeo: i paesi che partecipano al sistema dovranno decidere quale tipo di assistenza mettere a disposizione. Intanto il presidente Rafael Correa, che si trovava in Vaticano e che ha interrotto il suo viaggio, è atterrato a Manta, nella parte occidentale del paese, e ha sbloccato per gli aiuti di emergenza una cifra pari a circa 530 milioni di euro.