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  • Lunedì 18 aprile 2016

Com’è stato ritrovato il manoscritto perduto di “Buio a mezzogiorno”

Sapevate che tutte le edizioni esistenti di uno dei più grandi romanzi del Novecento derivano da una traduzione? L'originale tedesco si perse nel 1940

Lo scrittore Arthur Koestler (1905-1983) nella sua casa di Alpbach, in Austria, nel 1965 (Hulton Archive/Getty Images)
Lo scrittore Arthur Koestler (1905-1983) nella sua casa di Alpbach, in Austria, nel 1965 (Hulton Archive/Getty Images)

Buio a mezzogiorno è un romanzo dello scrittore ungherese, naturalizzato britannico, Arthur Koestler (1905-1983), che fu un bestseller negli anni Quaranta. Koestler lo scrisse in tedesco, dato che era cresciuto in Austria e quella era la lingua che aveva imparato a scuola. Il romanzo però fu pubblicato per la prima volta nel 1940 a Londra, in inglese, con il titolo Darkness at noon.  In Italia uscì nel 1946 nella collana Medusa di Mondadori, tradotta da Giorgio Monicelli, fratello del regista Mario, inventore della parola “fantascienza” e fondatore della collana Urania. Il manoscritto di Buio a mezzogiorno andò perduto nel maggio 1940, quando Koestler e la sua compagna, la scultrice Daphne Hardy, fuggirono dalla Francia occupata dai nazisti. Per questo ragione tutte le copie esistenti di Buio a mezzogiorno, comprese quelle in tedesco, sono una traduzione di una versione in inglese realizzata da Hardy prima che l’originale fosse perso.

Koestler era ebreo e dal 1931 al 1938 era stato membro del Partito Comunista di Germania; quando i nazisti occuparono la Francia, Koestler e Hardy fuggirono in Regno Unito. Koestler aveva inviato una copia in tedesco del manoscritto originale a Emil Oprecht, l’editore svizzero a capo della casa editrice Europa Verlag (che pubblicava i testi di autori antifascisti e in esilio, tra cui Carlo Levi, Bertrand Russell, Thomas Mann, Stefan Zweig, Ignazio Silone). Quando l’editor inglese di Koestler scrisse a Oprecht per ricevere il manoscritto non ottenne risposta e così pubblicò la traduzione di Hardy, anche se non era fatta da un professionista: è piena di calchi dal tedesco che non si userebbero in inglese e mostra che Hardy non aveva dimestichezza con l’Unione sovietica, di cui si parla nel romanzo.

Come Buio a mezzogiorno è stato ritrovato

Il manoscritto in tedesco è stato ritrovato l’estate scorsa: la storia di com’è accaduto è stata raccontata in un articolo sull’ultimo numero della rivista statunitense New York Review of Books. Nel luglio 2015 un dottorando tedesco dell’Università di Kassel, Matthias Weßel, stava facendo alcune ricerche nella biblioteca centrale di Zurigo, in Svizzera: si occupava di documenti dell’editore Oprecht per capire come Koestler passò da scrivere in tedesco a scrivere in inglese alla fine degli anni Trenta. Weßel cercava lettere e ricevute sulle royalty che spettavano a Koestler per la pubblicazione di un altro libro, l’autobiografico Ein Spanisches Testament (1938). Non riuscì a trovare quello di cui aveva bisogno, ma in compenso tra le voci dell’archivio ne trovò una con scritto: “Koestler, Arthur. Rubaschow: Roman. Typoskript, März 1940, 326 pages”. Rubaschow era il titolo originale di Buio a mezzogiorno: è la versione in tedesco del nome del protagonista del romanzo, Rubasciov in italiano. Weßel si fece consegnare l’opera e si trovò in mano un plico di fogli scritti a macchina con annotazioni a penna di Koestler.

Buio a mezzogiorno è un caso raro di libro noto solo in traduzione, in più di 30 lingue: per questo la scoperta di Weßel è importante. Il libro è considerato un’opera scritta in inglese, tanto che nel 1998 la casa editrice Modern Library (parte di Random House) lo ha inserito nella lista dei 100 libri in lingua inglese più importanti del XX secolo: Buio a mezzogiorno è all’ottavo posto, dopo Ulisse di James Joyce, Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, Ritratto dell’artista da giovane sempre di Joyce, Lolita di Vladimir Nabokov, Il mondo nuovo di Aldous Huxley, L’urlo e il furore di William Faulkner e Comma 22 di Joseph Heller. Gli studiosi di Koestler devono ancora stabilire se il manoscritto sia la versione definitiva di Buio a mezzogiorno. Weßel ha spiegato che ci sono molte differenze di contenuto e di stile tra il testo trovato nella biblioteca di Zurigo e la traduzione tedesca che Koestler realizzò a partire da quella inglese di Hardy, e che fu pubblicata nel 1944. Koestler imparò a scrivere in inglese nei quattro anni compresi tra la pubblicazione della versione inglese di Buio a mezzogiorno e della traduzione tedesca che ne fece.

Di cosa parla Buio a mezzogiorno

Koestler scrisse Buio a mezzogiorno come seconda parte di una trilogia sui sistemi totalitari in cui entrano in conflitto i comportamenti etici e gli istinti opportunistici. Il primo libro della serie è il romanzo I gladiatori (1939): racconta la storia dello schiavo Spartaco che nel 73 a.C. guidò una rivolta contro i romani; per abitudine anche questo libro è oggi conosciuto in Germania nella traduzione dalla sua versione inglese. Il terzo romanzo della trilogia invece fu scritto da Koestler in inglese e s’intitola Arrivo e partenza: è ambientato tra l’estate e l’autunno del 1941 e racconta di un ragazzo fuggito da un paese occupato dai nazisti (sarebbe l’Ungheria, anche se non è detto esplicitamente) che deve decidere se arruolarsi nell’esercito che li combatte oppure partire per gli Stati Uniti e mettersi in salvo.

Buio a mezzogiorno, ambientato nel periodo delle cosiddette “grandi purghe staliniane”, racconta la storia di Rubasciov, un alto funzionario del Partito comunista sovietico, ex commissario del popolo, che viene arrestato per attività controrivoluzionarie. Come era successo ad altri prima di lui, Rubasciov subisce torture fisiche e psicologiche che lo portano a confessare reati che non ha commesso. Prima della Seconda guerra mondiale in Europa si sapeva poco di come veniva represso il dissenso in Unione sovietica, e anche per questo Buio a mezzogiorno ebbe molto successo. Matthias Weßel ha detto che proporrà una nuova pubblicazione in Germania sia di Buio a mezzogiorno sia della versione originale tedesca di I gladiatori, nella speranza di migliorare la reputazione di Koestler in Germania. Non si sa ancora nulla di eventuali traduzioni dal tedesco nelle altre lingue in cui l’opera di Koestler è nota, italiano compreso.