• Moda
  • Venerdì 18 marzo 2016

Gli skinny jeans non sono finiti, ed è colpa vostra

Negozi e stilisti propongono da tempo modelli più larghi, ma quelli super-attillati vendono sempre di più e la moda non accenna a finire

di Kim Bashin – Bloomberg

(Timur Emek/Getty Images for IMG)
(Timur Emek/Getty Images for IMG)

Con buona pace dei detrattori, i jeans skinny – quelli super-aderenti sia sulla gamba che sulla caviglia  resteranno in giro ancora a lungo. Sono un capo base essenziale per il guardaroba delle donne dalla metà degli anni Duemila, e nonostante negli ultimi anni siano andati di moda altri modelli di jeans con fortune alterne, la supremazia dei jeans skinny non è mai stata davvero messa in discussione: tutti gli altri sono semplici surrogati. In molti hanno detto che gli skinny sarebbero scomparsi a breve: influenti blog di moda come WhoWhatWear e siti popolari come BuzzFeed  o Slate. Eppure nessun modello è stato ancora capace di guadagnare abbastanza seguito da scalfirli – e tanto meno spodestarli – e probabilmente ci vorrà ancora parecchio tempo prima che possa accadere. Ma forse è solo un’illusione: «La moda dei jeans skinny non accenna a morire», scriveva nel 2014 Jezebel, un famoso sito che si occupa di celebrità e moda. A due anni di distanza non è cambiato niente. Secondo i dati diffusi a marzo da WGSN, una società che fa anche previsioni nel campo della moda, il 54 per cento dei nuovi modelli di jeans venduti a prezzo pieno nei negozi, ovvero i capi che di solito vediamo esposti, sono skinny. Gli altri modello non si avvicinano lontanamente a questa cifra.

«Gli skinny non sono morti», dice Sidney Morgan-Petro, un’analista nel settore della vendita al dettaglio di WGSN, «oggi c’è solo più concorrenza». Però è una concorrenza ancora debole. Rispetto all’anno scorso i jeans modello bootcut (quello leggermente svasati in fondo) e boyfriend (con cavallo basso, gamba larga e solitamente sdruciti, che ricordano i modelli maschili) hanno subìto un calo nelle vendite e ora hanno uno quota di mercato inferiore al 10 per cento. Le vendite dei jeans flare, o a zampa d’elefante, invece sono aumentate molto, e ora rappresentano l’11 per cento del mercato, ma rimangono molto indietro agli skinny. Gli slim fit  (jeans aderenti ma meno degli skinny) sono al 14 per cento. Il rivale più agguerrito sono i cropped, un modello che arriva sopra le caviglie ed è leggermente svasato, al 25 per cento. Questo taglio però si sovrappone a molti altri modelli, tra cui gli skinny (i jeans a metà polpaccio molto aderenti rientrano in entrambe le categorie, per esempio).

La maggior parte dei negozi, se non la totalità, si affida ancora agli skinny per aumentare il volume delle vendite perché sono il modello più richiesto dai clienti. Per strada e alle sfilate sono stati proposti altri modelli di jeans più larghi, che però non ancora convinto le persone a comprarli. L’aumento delle vendite dei jeans a zampa di elefante di cui parlavamo è per esempio dovuta alla recente moda per lo stile anni Settanta. L’ultimo modello arrivato sul mercato sono i jeans a vita alta e a zampa che arrivano sopra la caviglia, reso popolare dalla stilista Rachel Comey. Le sfilate della scorsa stagione autunno-inverno erano piene di jeans larghi, una tendenza già meno evidente nelle ultime passerelle.

Non si tratta di pigrizia e scarso impegno da parte delle aziende di moda. L’assortimento da cui i clienti possono scegliere di recente è diventato molto più ampio, mentre i negozi cercano di far crescere l’entusiasmo per i nuovi modelli e allo stesso tempo si assicurano che i clienti non si perdano il prossimo capo di tendenza. In generale alcuni sono preoccupati che le persone si siano semplicemente stufate della moda, dato che negli ultimi tempi non c’è stato molto di nuovo e interessante. Questo mese durante una conference call con alcuni analisti, Richard Hayne – il CEO della catena di abbigliamento statunitense Urban Outfitters – ha detto che il settore della moda è stato colpito da un “malanno”. Gli armadi delle clienti sono ancora pieni dei vari modelli di pantaloni skinny che l’azienda ha venduto negli ultimi dieci anni. «Abbiamo messo sul mercato tutti i modelli possibili di pantaloni skinny: a vita bassa, a vita alta, colorati, bianchi, neri, con le stampe, slavati, sabbiati, tagliuzzati e strappati, per fare yoga, legging, jegging, e pantaloni elasticizzati», ha detto Hayne. Di recente l’etichetta di Urban Outfitter Free People ha cercato di promuovere pantaloni più larghi nel tentativo di lanciare una nuova tendenza, mai nuovi modelli non hanno ancora preso piede. «Sicuramente il modo per uscirne è un grande cambiamento nel mondo della moda», ha detto Hayne, «non so dire con esattezza quando arriverà, ma sono certo che succederà».

Prima degli skinny il modello di jeans da donna più popolare erano i bootcut, che si allargavano all’altezza del polpaccio fino a ricoprire completamente il piede. Ma succedeva molto tempo fa, all’inizio degli anni Duemila, quando spopolavano le tute decorate con gli strass e i colletti delle polo all’insù, e Britney Spears era all’apice della carriera. Gli anni Novanta invece furono l’epoca dei modelli a vita più alta, con un taglio della gamba più lineare e morbido, come gli leggendari Levi’s 501. Ogni era ha il suo stile di riferimento. Per ora il regno degli skinny è destinato a continuare. «In fin dei conti sono ancora il modello più venduto, più importante e più diffuso», ha detto Morgan-Petro, «e probabilmente per un po’ le cose non cambieranno»

© 2016 – Bloomberg