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  • Venerdì 18 marzo 2016

I 60 anni di Ingemar Stenmark

È considerato ancora oggi uno dei più grandi sciatori di sempre, prima di Tomba e Maier: era forte, fortissimo, nello slalom e fu uno dei grandi avversari di Gustav Thoni

Ingemar Stenmark dopo la vittoria di una medaglia d'oro alle Olimpiadi invernali di Lake Placid, nel 1980 (STAFF/AFP/Getty Images)
Ingemar Stenmark dopo la vittoria di una medaglia d'oro alle Olimpiadi invernali di Lake Placid, nel 1980 (STAFF/AFP/Getty Images)

Nella classifica delle vittorie nella Coppa del Mondo maschile di sci alpino, l’atleta che occupa il primo posto ha 27 vittorie in più del secondo, anche se nella sua carriera ha vinto un Coppa del Mondo in meno: è lo svedese Ingemar Stenmark, che da molti è considerato il più grande sciatore di tutti i tempi, prima dei vari Alberto Tomba, Hermann Maier, Bode Miller e Gustav Thöni. Stenmark nacque oggi, sessant’anni fa, in un piccolo paese della Lapponia ed esordì nella Coppa del Mondo di sci alpino ad appena diciassette anni, nel 1973. Si ritirò nel 1989 dopo aver vinto due medaglie d’oro e una di bronzo alle Olimpiadi invernali e cinque Campionati mondiali di sci alpino, oltre alle quattro vittorie nella Coppa del Mondo.

Le specialità in cui gareggiava Stenmark erano la slalom speciale e lo slalom gigante, ovvero le discipline tecniche, differenziate fra loro dalla velocità e dalla distanza dei paletti che ogni sciatore deve oltrepassare per completare gli slalom. A differenza di molti altri sciatori, Stenmark, per sua decisione, non gareggiò nelle gare di discesa libera e questo lo privò della possibilità di vincere più competizioni. Per lo stesso motivo, non è considerato uno sciatore completo, ma è di gran lunga lo sciatore che più influenzò lo slalom e lo stile degli sciatori: solo nella Coppa del Mondo ha ottenuto 87 vittorie; il secondo nella classifica generale di sempre, l’austriaco Hermann Maier, ne ha 54. Stenmark riuscì a piazzarsi tra i primi tre nelle gare di tre stagioni di fila e fu uno degli atleti più longevi nella storia dello sci alpino.

Le sue gare, insieme alle partite del tennista Björn Borg, sono state gli eventi sportivi più seguiti dagli svedesi fra gli anni Settanta e Ottanta

Stenmark venne scoperto dall’allenatore altoatesino ed ex sciatore Ermanno Nogler. Nogler era da pochi anni in Svezia, dove si era trasferito per diffondere lo sci alpino in un paese quasi esclusivamente legato allo sci nordico, quando nel 1969 organizzò una serie di selezioni giovanili. Fra i numerosi ragazzi che vi presero parte, c’era anche Stenmark, che allora aveva solo tredici anni. Da quella selezione, Nogler e Stenmark iniziarono a lavorare insieme e si separarono solo quando, nel 1989, si ritirarono insieme.

Lo sciatore italiano Gustav Thöni fu uno dei più grandi rivali di Stenmark. La gara che diventò poi l’emblema della loro rivalità fu lo slalom parallelo in Val Gardena del 23 marzo 1975. Vinse Thöni dopo che Stenmark fece un errore alla terzultima porta che lo portò fuori pista. Grazie alla vittoria, Thöni vinse la Coppa del Mondo.

La grandezza di Stenmark sta anche nell’aver saputo superare con una quantità impressionante di vittorie alcuni ostacoli che si trovò ad affrontare in quegli anni. Nel 1974, la federazione internazionale di sci introdusse una nuova specialità che danneggiò in particolar modo gli sciatori con le caratteristiche di Stenmark, e Stenmark più di tutti: la combinata è una gara unica composta da prove di specialità diverse e che quindi avvantaggia gli sciatori capaci di gareggiare in più specialità. Le vittorie nelle combinate, poi, confluivano nel punteggio per la classifica di Coppa del Mondo: secondo molti commentatori, Stenmark avrebbe potuto vincerne almeno il doppio e l’introduzione della combinata nel calendario della Coppa del Mondo fu pensata proprio per limitare il suo strapotere nelle altre gare. Stenmark, dopo aver vinto due medaglie d’oro alle Olimpiadi invernali di Lake Placid, non poté partecipare alle Olimpiadi invernali di Sarajevo del 1984 perché in possesso di un patentino che lo faceva rientrare nella categoria dei professionisti, allora non ammessi alle gare olimpiche. Tornò a gareggiare alle Olimpiadi nel 1988, a Calagary, in Canada, ma non vinse niente.