La squadra di calcio dei minatori nel deserto di Atacama

Il Cobresal è la squadra di una sperduta città cilena, l'anno scorso ha vinto il campionato ma probabilmente sparirà

Lo stadio El Cobre e la città di El Salvador (AP Photo/Andres Pina/Aton Chile)
Lo stadio El Cobre e la città di El Salvador (AP Photo/Andres Pina/Aton Chile)

A metà febbraio il Corinthians, squadra di calcio brasiliana tra le più famose e ricche del Sud America, ha giocato la sua prima partita della fase a gironi di Copa Libertadores contro il Cobresal, una piccola e semisconosciuta squadra cilena che l’anno scorso ha vinto per la prima volta nella sua storia il campionato di clausura (uno dei due tornei che si disputano durante la stagione cilena). La partita si è giocata a El Cobre, lo stadio del Cobresal nella città di El Salvador, che i tifosi sono soliti definire “l’impianto più grande del mondo”, non perché effettivamente lo sia, ma perché contiene circa il doppio degli abitanti della città e non è mai stato riempito nemmeno a metà.

El Salvador è una piccola città cilena costruita dal nulla nel 1959 da una compagnia mineraria per i suoi dipendenti. Si trova a 2.300 metri sopra il livello del mare nel mezzo del deserto di Atacama, uno dei luoghi più aridi del pianeta, e molto distante da qualsiasi altro centro abitato.

La città venne costruita a partire dal 1959 dalla Andes Copper Mining Company, una società mineraria statunitense che aveva cominciato da poco a estrarre metalli dalle montagne della zona. La città venne pensata e costruita per i minatori e le loro famiglie, seguendo il progetto di un architetto statunitense: tuttora in città sono presenti solo le attività commerciali essenziali, niente di più. Da anni, soprattutto a causa delle chiusure di molte miniere di rame, la popolazione della città è in costante diminuzione. Oggi è intorno ai 7.000 abitanti: una ventina di anni fa ne aveva circa il doppio.

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Una strada di El Salvador (Getty Images)

Nei primi anni Settanta, con il governo di Salvador Allende, le miniere vennero nazionalizzate come tutte le altre industrie private. La gestione dell’Indio Muerto, la più grande miniera di rame di El Salvador, venne affidata alla Codelco, che esiste ancora oggi ed è una delle compagnie minerarie più grandi al mondo. La gestione dell’intera città di El Salvador passò sotto la Codelco e ci rimase anche dopo il colpo di stato di Augusto Pinochet del 1973.

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Lo stadio El Cobre (Getty Images)

La particolare posizione geografica di El Salvador comporta spesso difficoltà alla popolazione locale e di conseguenza alla squadra. La città è nel mezzo del deserto di Atacama, considerato uno dei luoghi più aridi al mondo. L’aridità della regione provoca spesso lunghe siccità e la città, almeno fino a pochi anni fa, era abituata all’assenza periodica di acqua potabile. Quando l’acqua scarseggia, il Cobresal è costretto a trasferirsi temporaneamente in altre città della ragione per poter continuare a giocare.

Quelle poche volte in cui piove più del previsto, nella regione si verificano frane e alluvioni. Lo scorso marzo, nella zona di El Salvador, delle violenti piogge in poche ore causarono alluvioni e molte frane. Ci furono circa trenta morti e più di duemila persone rimasero senza casa. Altre volte invece, a causa del passaggio del fenomeno climatico El Niño, si verificano fioriture che trasformano il deserto in un’immensa distesa di fiori. La fioritura si verifica ogni quattro o cinque anni e attrae sempre migliaia di turisti in una zona solitamente desolata.

La squadra di calcio del Cobresal è stata fondata nel 1979 come club amatoriale e divenne professionistica un anno dopo. Dalla sua fondazione gioca allo stadio El Cobre, che può tenere circa 20.000 posti e la cui costruzione fu abbastanza travagliata, per le difficoltà nel far crescere e mantenere un campo di erba nel bel mezzo di un deserto. Negli ultimi anni la media spettatori del Cobresal è stata di circa 900 paganti a partita.

Nonostante giochi nella prima divisione cilena da svariate stagione, il Cobresal non ha mai raggiunto risultati notevoli, almeno fino all’anno scorso. Può tuttavia vantarsi di aver avuto due grandi calciatori cileni: l’ex attaccante dell’Inter e del Real Madrid Ivan Zamorano, che al Cobresal giocò per circa quattro anni, i primi da professionista, e Alexis Sanchez, talento scoperto dall’Udinese proprio a El Cobre, attualmente all’Arsenal in Premier League.

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La piccola tribuna bianco e rossa del Cobre (Getty Images)

L’anno scorso il Cobresal ha vinto inaspettatamente il campionato nazionale di clausura, pur essendo nettamente più debole delle squadre più forti del paese, come il Colo Colo e l’Universidad. Il futuro della squadra, però, rimane incerto. Le miniere che circondano El Salvador dovrebbero chiudere entro il 2021 e senza l’attività estrattiva l’esistenza di El Salvador perderebbe ogni tipo di utilità: oltre alle miniere il territorio non offre nessun altro tipo di risorsa e la città vive praticamente solo grazie alle attività estrattive.

Come se non bastasse, in tutto questo dalla prossima stagione la Codelco – la società che gestisce la squadra – non si occuperà più del finanziamento del club. I costi di gestione del Cobresal sono fra i più bassi di tutto il campionato cileno, ma trovare un rimpiazzo sarà molto difficile. Si è parlato spesso di un trasferimento della squadra in un’altra città della ragione, ma non c’è ancora nulla di certo.

Intanto il Cobresal sta disputando la Coppa Libertadores e ha l’opportunità di ospitare nel proprio paese alcune delle squadre più forti del continente. Nelle prime due giornate della fase a gironi ha rimediato due sconfitte: la prima in casa con il Corinthians e l’altra in Paraguay contro il Cerro Porteño. La prossima settimana ospiterà i colombiani dell’Independiente Santa Fe.