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  • Venerdì 19 febbraio 2016

Le foto dei migranti a Mitilene

Il centro dell'isola greca di Lesbo vive da mesi una delle situazioni più complicate d'Europa: gli arrivi non si sono mai fermati


(ARIS MESSINIS/AFP/Getty Images)
(ARIS MESSINIS/AFP/Getty Images)

Giovedì 18 febbraio è cominciata a Bruxelles la prima sessione di lavoro del Consiglio europeo: si è parlato della cosiddetta “Brexit“, cioè l’accordo tra Regno Unito e UE che sarà poi sottoposto a un referendum tra gli elettori britannici, ma anche della “crisi dei migranti” e della decisione dell’Austria di stabilire una quota giornaliera di richiedenti asilo ammessi nel paese. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto che «la questione centrale è che il sistema Schengen va ristabilito in pieno» e ha spiegato che questo significa procedere con i piani di ricollocamento (già decisi dall’Unione mesi fa, ma mai pienamente attuati) e «avere gli hotspot che funzionano, in Italia ma soprattutto in Grecia».

Nelle scorse settimane la Grecia è stata molto criticata per non aver rafforzato il controllo delle frontiere esterne e per la lentezza delle procedure di registrazione. Lo scorso 16 febbraio il ministro greco della Difesa, Panos Kammenos, aveva annunciato l’apertura di quattro nuovi centri di identificazione e registrazione in quattro isole greche, compresa Lesbo. Mitilene è il centro principale di Lesbo e da mesi vive una situazione molto complicata per il continuo afflusso di migranti e i pochi servizi a disposizione. A Lesbo ci sono attualmente circa 20 mila profughi, ma solo una trentina di poliziotti per la loro identificazione.