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  • Giovedì 4 febbraio 2016

La detenzione di Assange è illegittima, dice l’ONU

È stato comunicato questa mattina, dopo che la notizia era stata anticipata ieri da BBC: non è però un parere vincolante e la situazione di Assange non cambierà molto, in pratica

(JUAN MABROMATA/AFP/Getty Images)
(JUAN MABROMATA/AFP/Getty Images)

Aggiornamento del 5 febbraio: Come già anticipato ieri da BBC, il gruppo di esperti dell’ONU – il Working Group on Arbitrary Detention – ha detto che la condizione in cui si trova Assange è quella di una “ingiusta detenzione”. Lo ha comunicato l”ONU questa mattina. La decisione non è però vincolante per il governo britannico, che potrà continuare a considerare Assange una persona da arrestare qualora lasciasse l’ambasciata dell’Ecuador a Londra, in cui si trova da più di tre anni.

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Il fondatore di Wikileaks Julian Assange, che da più di tre anni vive nell’ambasciata ecuadoriana di Londra per evitare l’arresto da parte delle autorità britanniche, ha diffuso un comunicato giovedì 4 febbraio in cui dice che venerdì si consegnerà alla polizia se il gruppo di esperti dell’ONU che sta valutando il suo caso non gli darà ragione dichiarando “illegittima” la sua detenzione di fatto nell’ambasciata ecuadoriana. La decisione dell’ONU dovrebbe essere annunciata venerdì 5 febbraio, ma già giovedì mattina la BBC ha scritto che il gruppo di esperti, il Working Group on Arbitrary Detention, ha preso una decisione in favore di Assange dicendo che la sua condizione è quella di una “ingiusta detenzione”. La notizia, ripresa da molti giornali in tutto il mondo, per ora non è ufficiale: la BBC è però una fonte molto affidabile e la notizia non è ancora stata smentita dall’ONU.

La decisione dell’ONU non è vincolante per il governo britannico, che potrà continuare a considerare Assange una persona da arrestare qualora lasciasse l’ambasciata dell’Ecuador, ma potrebbe essere molto importante se dovesse sostenere la legalità dell’arresto di Assange: di fatto è l’ultima possibilità di Assange per fare appello contro i mandati di arresto emessi nei suoi confronti da Regno Unito e Svezia.

La Gran Bretagna vuole arrestare Assange perché dal 2010 è ricercato in Svezia: fu accusato da due donne di aggressione sessuale e stupro e da allora è ricercato dalle autorità svedesi, che intendono interrogarlo. Assange vuole evitare di essere estradato in Svezia, perché sostiene che il governo svedese potrebbe estradarlo negli Stati Uniti dopo averlo arrestato. Negli Stati Uniti Assange è accusato di spionaggio a causa dei documenti segreti diffusi dalla sua organizzazione, Wikileaks, e per i reati di cui è accusato potrebbe anche essere condannato a morte. Cosa, questa, che renderebbe in realtà quasi impossibile per la Svezia (in cui non c’è la pena di morte) dare il consenso alla sua estradizione.

In un video di alcuni mesi fa, condiviso il 3 febbraio dall’account ufficiale di Wikileaks, Amal Clooney spiegava (parlando di un diverso caso) come funziona il Working Group on Arbitrary Detention.