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  • Venerdì 29 gennaio 2016

La prima causa legale in Cina a difesa dei matrimoni omosessuali

Una coppia gay ha fatto causa al governo locale e il loro caso è stato giudicato ammissibile: è già un'importante vittoria

(STR/AFP/Getty Images)
(STR/AFP/Getty Images)

Lo scorso dicembre una coppia omosessuale di Changsha, capoluogo dell’Hunan, una provincia della Cina centro-meridionale, ha fatto causa al governo locale che si era rifiutato di rilasciare loro una licenza matrimoniale. A gennaio il tribunale distrettuale ha deciso di accettare il loro caso, cosa non affatto scontata. La notizia è stata ripresa da molti media cinesi e da molti giornali internazionali: si tratta infatti del primo caso legale in Cina a difesa dei matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Sun Wenlin ha 27 anni e lavora nel marketing su Internet, Hu Mingliang ne ha 37 e lavora come guardia di sicurezza. I due uomini – che non sono mai stati particolarmente attivi nel movimento cinese per la difesa dei diritti omosessuali – si sono conosciuti nel 2014 attraverso una chat, si sono incontrati e si sono fidanzati. Il giorno del loro primo anniversario, lo scorso giugno, si sono presentati all’Ufficio affari civili di Changsha e hanno cercato di registrarsi per potersi poi sposare. Il dipendente dell’ufficio si è rifiutato, dicendo che la legge cinese non permette il matrimonio omosessuale. Sun Wenlin e Hu Mingliang hanno dunque deciso di citare l’ufficio in giudizio e il tribunale distrettuale ha accolto la loro richiesta. Non è stato comunque semplice.

La coppia aveva trovato un primo avvocato che aveva accettato il loro caso, ma che poi aveva rinunciato a causa di pressioni da parte del suo studio. Un secondo avvocato, Shi Fulong, conosciuto per la sua attività a difesa dei diritti umani, ci ha riprovato il 16 dicembre 2015. L’Ufficio del tribunale che deve decidere se accettare o meno il deposito di un caso, e che è formato da giudici, in un primo momento si era rifiutato di accettare i documenti, ma l’avvocato ha tentato una seconda volta presentando una serie di argomentazioni che precisavano come lo scorso maggio fossero state approvate nuove norme che rendevano più difficile respingere il deposito di un caso senza fornire una esplicita motivazione. Prima di maggio il sistema prevedeva che l’ufficio depositi, sebbene formalmente tutti i documenti fossero in regola, avesse il potere di respingere un caso senza presentare una precisa argomentazione. Questo ha garantito per anni un forte controllo dell’accesso alla giustizia da parte del partito, facendo sì che molte questioni non arrivassero mai in aula. Dal primo maggio del 2015 sono entrate in vigore le nuove norme.

La notte del 24 dicembre Sun Wenlin e Hu Minglinag avevano ricevuto la visita di due agenti di polizia, che avevano parlato con loro per 40 minuti precisando che non erano comunque stati inviati dal tribunale. Avevano spiegato a Sun Wenlin e Hu Mingliang che una coppia di sposi aveva innanzitutto il compito di procreare: «Ho risposto che se io non sono interessato a riprodurmi, non lo farò, e ho detto loro di non interferire con i miei diritti», ha detto Sun Wenlin al New York Times. Il 5 gennaio era arrivata la comunicazione che il caso era stato accettato. Finora la causa è costata alla coppia circa tre volte quello che ognuno dei due componenti guadagna in un mese, ma entrambi hanno detto di essere determinati a portarla avanti fino alla fine.

Nel frattempo è però partita una campagna dei media cinesi che critica e mette in discussione l’etica professionale dell’avvocato Shi Fulong, accusandolo di aver intentato una causa senza fondamento. La Suprema corte del popolo della Repubblica Popolare Cinese, il massimo tribunale del paese, prevede delle sanzioni disciplinari nei confronti degli avvocati che intentano false azioni legali.

Fino al 2001 l’omosessualità in Cina era ancora inserita nella lista delle malattie mentali e fino al 1997 era considerata un reato. In generale la società cinese è piuttosto conservatrice sul piano sociale, e gli omosessuali vivono una situazione di discriminazione continua. Oggi solo nelle grandi città l’omosessualità non costituisce più qualcosa da nascondere, ma i problemi maggiori sono comunque rappresentati dalle famiglie: i genitori esercitano molte pressioni sui propri figli maschi perché si sposino presto e mettano al mondo un erede, a maggior ragione se il matrimonio serve a nascondere la loro omosessualità. Il professor Zhang Beichuan, studioso della sessualità alla Qingdao University, dice che l’80 per cento degli uomini omosessuali in Cina è disposto a sposarsi per conformarsi ai valori tradizionali della famiglia.

Il problema riguarda anche le donne che sposano uomini omosessuali: il fenomeno ha anche un nome in inglese, homowives. Ci sono diversi casi che mostrano come per queste donne, che inconsapevolmente sposano uomini gay, il divorzio possa essere difficile da ottenere, e comunque le porti a una situazione molto complicata. Il punto è che se uno dei due coniugi inizia una relazione extra-coniugale, l’altro può chiedere un risarcimento o un adeguato mantenimento in caso ci siano dei figli: ma questo vale solo se la persona con cui avviene la relazione extra-coniugale è di sesso opposto. Se un uomo si incontra o convive con un’altra donna si può parlare di relazione extraconiugale; nel caso di due uomini tali tutele spesso non sono riconosciute. Secondo il China Daily ci sarebbero almeno 16 milioni di homowives che negli ultimi anni hanno cominciato ad attivarsi per difendere i diritti degli omosessuali – e quindi anche i loro.