Mantenendo questo ritmo, alla fine del 2015 sul Post saranno state pubblicate quasi 14.000 cose: articoli lunghi, articoli brevi, video, gallerie fotografiche, postit, eccetera. Ognuna di queste cose contiene del testo – se fossero 2.000 battute per ciascuna, in media, sarebbero in tutto 27 milioni di battute: circa nove volte Guerra e Pace – ed è forse inevitabile che ogni tanto quel testo sia sbagliato. Non sbagliato nel contenuto, che è la cosa che più di ogni altra cerchiamo di evitare, ma nella forma: scriviamo in fretta, poi rileggiamo, poi correggiamo, poi riscriviamo, poi aggiorniamo, e insomma a volte restano per strada refusi e incongruenze linguistiche.
Grazie al lavoro di un formidabile correttore di refusi, nella grandissima parte dei casi questi errori vengono corretti nel giro di pochi minuti (la volta che non è successo è diventata la scusa per raccontare una storia). L’unico ad avere una completa memoria e un ricco archivio di questi errori è il suddetto formidabile correttore di refusi, che quest’anno per Natale ce ne ha voluti crudelmente regalare una selezione. L’anno prossimo includiamo gli autori, così stanno più attenti.
Continua sul Post– “Piuttosto che alimentare le paure che un nuovo etilismo stia congiurando…”
– “Lo sgombero dei detriti nella pizza”
– “pubic editor”
– “La FIFA si è definita parte lessa”
– “Obama durante la visita alle piramidi di Giza e alla Sfiga”
– “aste di lego che delimitano la barriera”
– “Il kofta è un piatto tipico dei Balconi”
– “Consultate il vostro medio”
– “Gregson non è l’unico autore ad avere costruito la propria fame su Instagram”
– “Il terminal nord dell’aeroporto era già stato evocato questa mattina“