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  • Giovedì 26 novembre 2015

Marina Berlusconi risponde sulla “Nave di Teseo”

In una lettera pubblicata dal Foglio, il capo di Mondadori ha dato la sua versione sulle dimissioni di Elisabetta Sgarbi da Bompiani e sulla casa editrice che ha appena fondato

Marina Berlusconi all'assemblea di Mondadori, Segrate (Milano), 23 aprile 2015. ANSA/STEFANO PORTA
Marina Berlusconi all'assemblea di Mondadori, Segrate (Milano), 23 aprile 2015. ANSA/STEFANO PORTA

Il Foglio ha pubblicato una lettera di Marina Berlusconi, presidente di Mondadori, in risposta alle polemiche seguite alla decisione di Elisabetta Sgarbi di abbandonare la direzione di Bompiani (di proprietà del gruppo Mondadori) e fondare una nuova casa editrice, La Nave di Teseo, insieme a Umberto Eco e molti altri autori di Bompiani. La decisione di Elisabetta Sgarbi è stata presa in seguito all’acquisizione di RCS libri da parte di Mondadori.

Da un paio di giorni leggo su certa stampa molto attenta al varo della nuova casa editrice di Elisabetta Sgarbi, Umberto Eco e altri, che “Marina Berlusconi non capisce”. Non capirei, provo a riassumere per quanti se la siano persa, una materia complessa come la “libertà della cultura, ovvero la sua irrequietezza”, riducendo tutto ad una meschina questione di numeri e denaro. Devo riconoscere che c’è del vero: sì, non capisco. Non capisco che cosa non avrei capito. Con Elisabetta Sgarbi, che non si era ancora dimessa da direttore editoriale della Bompiani, ho avuto un incontro cordiale. Ho compreso le sue preoccupazioni, almeno quelle dichiarate, e l’ho rassicurata. Il nostro lavoro di 25 anni in Mondadori dimostra meglio di tante parole il modo in cui intendiamo, e svolgiamo, il mestiere dell’editore. Solo che Elisabetta Sgarbi non chiedeva rassicurazioni o garanzie. Chiedeva molto più concretamente di acquistare la Bompiani, unica mossa, a suo dire, che avrebbe potuto tutelare per davvero la casa editrice.

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