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  • Lunedì 23 novembre 2015

I problemi dei fantasy sport americani

Come il fantacalcio, ma basati su statistiche e non su "pagelle": stanno crescendo moltissimo ma hanno regole poco chiare e secondo alcuni sono veri giochi d'azzardo

Gli uffici della DraftKings (AP Photo/Stephan Savoia, File)
Gli uffici della DraftKings (AP Photo/Stephan Savoia, File)

Negli Stati Uniti i fantasy sport sono diventati sempre più popolari negli ultimi anni; i siti che offrono questo tipo di attività raccolgono ogni mese centinaia di milioni di dollari di giocate e nuovi iscritti. I fantasy sport sono giochi online in cui ogni utente, dopo aver pagato una quota d’iscrizione che varia a seconda del regolamento, può creare una squadra virtuale formata da veri giocatori professionisti di football, baseball, hockey e di molti altri sport. Il punteggio di una squadra viene calcolato in base alle prestazioni di ciascun giocatore: il gioco somiglia quindi molto alla lontana al “fantacalcio”, perché non tiene conto delle valutazioni soggettive dei giornalisti e delle loro “pagelle” ma esclusivamente dei dati ufficiali e delle statistiche direttamente collegate alle abilità e alle prestazioni di ogni singolo giocatore. Secondo una ricerca della Fantasy Sports Trade Association – un’associazione che rappresenta le imprese del settore – gli utenti americani spendono ogni anno circa 15 miliardi di dollari ai fantasy sport.

Negli ultimi due anni, oltre ai classici fantasy sport stagionali, ovvero quelli che seguono l’intera durata di un campionato, sono nati i daily fantasy sport, che hanno le stesse regole dei giochi stagionali ma durano in genere solo una settimana o una giornata di campionato. I problemi dei fantasy sport sono nati soprattutto a causa delle giocate giornaliere: nel fantasy sport stagionale si paga solo una quota d’entrata, le conoscenze sportive sono fondamentali e, salvo alcuni premi secondari, le vincite più importanti vengono distribuite al termine della stagione; i daily fantasy sport invece prevedono vincite immediate ma anche quote d’ingresso più frequenti. Un utente può essere più invogliato a giocarci perché è possibile vincere qualcosa anche senza avere una conoscenza approfondita dello sport.

Le principali società che si occupano di fantasy sport sono ESPN, Yahoo e CBS, ma negli ultimi mesi FanDuel e DraftKings, due società nate esclusivamente per il fantasy sport, stanno attirando particolarmente l’attenzione per una serie di motivi: stanno crescendo molto rapidamente, hanno attratto alcuni grossi investitori e sono accusate di praticare gioco d’azzardo camuffato e di non regolamentare abbastanza le proprie attività, favorendo così casi di “insider trading”, visto che i loro dipendenti hanno accesso a più dati di quanti ne siano resi disponibili ai normali utenti.

Due settimane fa il procuratore generale di New York, Eric T. Schneiderman, ha ordinato a FanDuel e DraftKings di non accettare giocate provenienti dallo stato di New York, poiché considera i due siti come siti di scommesse online, pratica vietata nello stato. Le due società hanno immediatamente contestato la decisione di Schneiderman; in una nota FanDuel ha fatto sapere:

I fantasy sport sono un gioco di abilità e quindi sono legali nello stato di New York. Questo è un modo con cui la politica dice a migliaia di cittadini che non è permesso divertirsi con un gioco che amano e che condividono con amici, familiari, colleghi e altri giocatori di tutto il paese.

Schneiderman ha iniziato l’indagine sui fantasy sport lo scorso ottobre, dopo che un impiegato di DraftKings pubblicò inavvertitamente su internet i dati sulle scommesse interne della compagnia e nello stesso fine settimana vinse circa 350 mila dollari in FanDuel. Le due società incoraggiavano i propri dipendenti a giocare nei loro siti e questo ha fatto sospettare che i dipendenti di FanDuel e DraftKings si avvantaggiassero consultando dati non accessibili al pubblico. Un’inchiesta interna effettuata da DraftKings non ha riscontrato nessun caso di insider trading, ma dopo l’inizio delle indagini entrambe le società hanno vietato ai propri dipendenti di giocare ai daily fantasy sport.

Questi tipi di siti sono legali in 45 dei 50 stati americani e vengono regolamentati dalla UIGEA (Unlawful Internet Gambling Enforcement Act), una legge americana secondo la quale non sono ritenuti giochi d’azzardo: il gioco infatti sarebbe determinato principalmente dalle abilità e dalle conoscenze di ciascun utente, e non dal caso. Secondo chi sostiene la loro pericolosità, invece, la definizione di “gioco d’abilità” in questo caso non è chiara: il risultato di una partita o la prestazione di un giocatore non possono essere previsti in alcun modo. Se i fantasy sport dovessero essere riconosciuti come gioco d’azzardo negli Stati Uniti, i siti come DraftKings e FanDuel dovrebbero eliminare i propri servizi a pagamento, in quanto le scommesse online sono vietate dalla legge federale americana.

Oltre alle dispute legali, i fantasy sport hanno un problema con la dipendenza dal gioco. Per giocare ai daily fantasy sport, per esempio, è necessario versare una quota d’iscrizione che si aggira attorno ai 30 dollari per ogni squadra creata. Secondo la Fantasy Sports Trade Association ogni giocatore spende in media più di 400 dollari all’anno e dedica in media tre ore alla settimana allo studio delle statistiche. Il New York Times ha raccontato la storia di Josh Adams, un uomo che in passato ha avuto dei problemi con il gioco d’azzardo e che con i daily fantasy games ha perso ventimila dollari. Diverse associazioni che si occupano di ludopatia hanno chiesto che le attività dei fantasy games vengano classificate come gioco d’azzardo e regolamentate di conseguenza una volte per tutte.

Oltre a DraftKings e FanDuel, anche società più grandi come Yahoo sono state accusate di fornire un servizio illegale e potenzialmente pericoloso. Un portavoce di Yahoo ha dichiarato che la società sta monitorando l’andamento dell’attività e gli eventi collegati ai giochi, e crede che il prodotto offerto rispetti la legge. Dallo scorso anno Yahoo ha interrotto il fantasy sport a pagamento del basket, per via di alcuni contrasti con l’NBA.