Gli attentati di Parigi, dopo 48 ore, hanno ancora molte cose oscure per le indagini. Uno dei sette attentatori che hanno attaccato diverse aree di Parigi lo scorso venerdì, uccidendo almeno 130 persone, è stato identificato dalle autorità francesi. È un cittadino francese di 30 anni di nome Omar Ismail Mostefai, già noto alle autorità francesi per via di reati minori e che era stato segnalato per possibili attività legate all’islamismo radicale. La polizia ha identificato un’altra persona sospetta, Salah Abdeslam, che è tuttora ricercato. Tutte le informazioni sugli attentatori e sulle altre persone arrestate o ricercate si possono leggere qui. Intanto la Francia ha iniziato dei bombardamenti su Raqqa, la “capitale” autodichiarata dello Stato Islamico in Siria.
Un passaporto siriano è stato ritrovato accanto al cadavere di un altro attentatore: le autorità greche hanno detto che appartiene a una persona che era passata per l’isola greca di Leros lo scorso 3 ottobre, dove era stato registrato come richiedente asilo secondo le regole europee. Non si sa se il passaporto sia autentico e appartenga effettivamente all’attentatore: alcune fonti d’intelligence statunitensi hanno detto che potrebbe essere falso.
L’attentato è stato rivendicato dallo Stato Islamico (o ISIS), che sabato mattina ha diffuso un comunicato specificando diversi dettagli dell’attacco terroristico. AP ha scritto, citando come fonte l’intelligence irachena, che gli attacchi sono stati ordinati direttamente da Abu Bakr al Baghdadi, il capo dell’ISIS, e che i servizi dell’Iraq avevano avvisato i paesi della coalizione guidata dagli Stati Uniti del pericolo di un attacco imminente un giorno prima degli attentati di Parigi. Secondo AP, l’attentato è stato pianificato a Raqqa, la capitale del Califfato Islamico, e gli attentatori sono stati addestrati appositamente per compierlo. L’intelligence irachena dice che le persone coinvolte erano 24: 19 attentatori e 5 che dovevano occuparsi della logistica. Hollande ha dichiarato lo stato di emergenza in Francia e ha annunciato un rafforzamento dei controlli ai confini. La prefettura di Parigi ha vietato tutte le manifestazioni in città fino a giovedì 19 novembre. Ieri ci sono state manifestazioni di solidarietà in molte città del mondo.
Shocked & saddened by terrorist attacks on #Paris Standing with #France from @space_station. Our thoughts are w you. pic.twitter.com/LLR7jK6gFe
— Scott Kelly (@StationCDRKelly) November 14, 2015
Il Financial Times fa notare che questa è la quinta volta in un anno e mezzo che il Belgio si ritrova coinvolto in una storia di terrorismo islamico.
Nei giorni degli attentati contro Charlie Hebdo e un supermercato kosher di Parigi, a gennaio, il New York Times dimostrò di avere fonti molto buone dando per primo alcune notizie importanti poi confermate come vere. Pochi minuti fa hanno diffuso questa notizia:
Gli attentatori di Parigi hanno comunicato – a un certo punto prima degli attacchi – con alcuni noti membri dello Stato Islamico in Siria, hanno detto funzionari dell’intelligence europei e statunitensi aggiungendo prove e indizi alla tesi per cui il gruppo radicale ha coordinato o supportato la realizzazione concreta degli attacchi, invece che semplicemente ispirarli.
I musei e le istituzioni culturali di Parigi riapriranno domani alle 13, ha comunicato il ministero della Cultura francese.
[CP] @fleurpellerin annonce la réouverture des établissements culturels de l'@iledefrance ce lundi 16 novembre 2015 https://t.co/C6fdz6jI9x
— Ministère CultureCom (@MinistereCC) November 15, 2015
Anche l’agitazione al Marais sembra essere stata un falso allarme, scrivono i giornalisti presenti sul posto. Poliziotti e soldati stanno rimuovendo i blocchi permettendo alle persone di tornare in strada.
Fausse alerte rue des Rosiers. La police a levé le périmètre de sécurité #Paris pic.twitter.com/z6oXNVSiCm
— Rémi Brancato (@RemiBrancato) November 15, 2015
A young woman rushed in breathless saying people had told her there was a man with gun – think false alarm
— Mark Mardell (@BBCMarkMardell) November 15, 2015
AFP intanto dice che il numero dei morti negli attacchi di venerdì notte è salito a 132, dopo la morte di tre feriti. Non ci sono ancora conferme ufficiali.
#BREAKING Death toll in Paris attacks rises to 132 after three die: hospitals
— Agence France-Presse (@AFP) November 15, 2015
I militari dicono alle persone di tornare nelle loro case a rue des Rosiers, rue des Écouffes, rue Vieille-du-Temple, dice una giornalista di Le Figaro sul posto. Ribadiamo che non è ancora chiaro se e cosa sta succedendo, forse niente: quello di Place de la Republique per esempio era un falso allarme.
Des militaires disent aux gens de rentrer dans les immeubles rue des Rosiers, Écouffes, Vieille-du-Temple. Coeur du IVe
— Judith Waintraub (@jwaintraub) November 15, 2015
Un video del momento in cui la gente scappa da Place de la Republique, anche calpestando fiori, candele e biglietti per le persone morte.
The terrifying moment that a false alarm panicked crowds at the Place de la Republique in central Paris. Reuters pic.twitter.com/MypiQB6KmF
— Breaking News Feed (@pzf) November 15, 2015
Ecco: diversi giornalisti ora dicono che a Place de la Republique è stato un falso allarme.
Les policiers me confirment la fausse alerte. Ils ne savent pas pourquoi les gens ont paniqué. Ils ont sécurisé la sortie de métro
— Ludwig Gallet (@ludwiggallet) November 15, 2015
#Paris Fausse alerte Place de la République: Il semble qu'il s'agissait de pétards
— RTBF info (@RTBFinfo) November 15, 2015
Sky sta mostrando in diretta che a Place de la Republique la situazione ora è più tranquilla, le persone stanno tornando in piazza; ma si parla ancora di persone in fuga anche nel quartiere del Marais, vicino a Place de la Bastille, e al Centre Pompidou. Ancora nessuna conferma davvero affidabile, potrebbero essere falsi allarmi.
Circolano voci su spari sentiti anche in Rue de Rivoli, a due chilometri circa da Place de la Republique, ma non ci sono conferme.
Shots heard along Rue de Rivoli in the Marais neighborhood of Paris https://t.co/95jETZCmp6
— The New York Times (@nytimes) November 15, 2015
Il video del momento in cui la gente in Place de la Republique scappa, ripreso in diretta durante un servizio televisivo.
Un video della fuga da Place de la Republique. La piazza è stata evacuata, dice AP. Non è ancora chiaro cosa sta succedendo.
Total panic on Place de la Republique #ParisAttacks pic.twitter.com/wwrVn1E9rS
— Rasmus J.-Nielsen (@RasNielsen) November 15, 2015
Sta succedendo qualcosa in Place de la Republique, molte persone sui social network dicono di aver visto persone scappare, anche alcuni giornalisti che erano collegati in diretta. Non è ancora chiaro cosa sta succedendo, alcuni dicono di aver sentito degli spari, altri no; di certo molte persone sono scappate.
People running in Place de Republique in Paris @mattfrei reporting live from location
— Ed Fraser (@frasereC4) November 15, 2015
What the hell is going on on C4 news at the Place de la Republique? People running everywhere.
— Paul Sarahs (@PaulSarahs) November 15, 2015
Very unclear what's happened. People say shots fired, but didn't hear any myself. Staff from hotel now hiding in my room.
— Mark MacKinnon (@markmackinnon) November 15, 2015
Les gens courent, tombent, se refugient dans les bars, les poretzs cochère s
— Morgane Tual (@morganetual) November 15, 2015
URGENT : scène de panique place de la République. La foule se disperse en courant. Cris des policiers pic.twitter.com/T3Wst4puB0
— Jérôme Godefroy (@jeromegodefroy) November 15, 2015
Alcuni imam parigini sono andati davanti al Bataclan e hanno cantato la Marsigliese, l’inno francese.
une délégation d'imams près du #Bataclan. La Marseillaise résonne Boulevard Voltaire. @TF1LeJT pic.twitter.com/dTuH95hMqy
— Esther Lefebvre (@estherlefebvre) November 15, 2015
La polizia francese ha diffuso il nome, la foto e le generalità di una persona ricercata perché coinvolta negli attentati. Si chiama Abdeslam Salah ed è nato a Bruxelles in Belgio il 15 settembre 1989. C’è ancora parecchia confusione sull’identità dei terroristi morti e delle persone ricercate: alcuni parlano di tre fratelli tra gli attentatori, altri di due fratelli francesi ma residenti in Belgio di cui uno in fuga (e potrebbe essere Salah). Queste notizie vengono da agenzie di stampa affidabili come AFP e AP ma non sono ufficiali, quindi prendetele con molte molle.
[AppelàTémoin] La #PJ recherche 1 individu susceptible d'être impliqué ds les attentats du 13/11/2015 #ParisAttacks pic.twitter.com/Gpr4MY1I53
— Police Nationale (@PNationale) November 15, 2015
Un dipendente di Disneyland Paris ha pubblicato un video della via principale del parco, vuota e silenziosa (Disneyland ha chiuso ieri per via degli attacchi e riaprirà mercoledì 18).
Impressionnant, jamais je n aurai cru que Disneyland fermerai un jour.. pic.twitter.com/Kwe8sIvgTl
— Max poki (@slimteemak) November 15, 2015
Domani anche nelle scuole italiane si terrà un minuto di silenzio per ricordare i morti di Parigi.
.@SteGiannini "Lunedì in scuole e università minuto silenzio e momento riflessione" #Paris https://t.co/dxF91frVhl pic.twitter.com/cY6AgBN0bw
— Miur Social (@MiurSocial) November 14, 2015
Intanto la manifestazione a Place de la République di Parigi sta andando avanti.
Toujours du monde à République, des messages sont écrits au sol, les bougies, partout pic.twitter.com/gLana5nbSD
— Morgane Tual (@morganetual) November 15, 2015
Il ministro degli Interni francese: «gli attacchi di Parigi sono stati preparati all’estero da un gruppo di persone che stava in Belgio». «Le persone che hanno preparato gli attacchi non erano note ai servizi segreti francesi».
The French Interior Minister @BCazeneuve: "The Paris attacks were prepared abroad, by a group of individuals based in Belgium"
— Daniel Sandford (@BBCDanielS) November 15, 2015
The French Interior Minister @BCazeneuve: " those in Belgium who prepared the attacks were not known to the French intelligence services"
— Daniel Sandford (@BBCDanielS) November 15, 2015
Un funzionario francese ha detto ad Associated Press che le autorità stanno ancora cercando un uomo legato agli attacchi di venerdì. La stessa fonte ha detto ad AP che l’uomo che stanno cercando è fratello di uno degli arrestati in Belgio e di uno degli attentatori di venerdì. Anche Le Figaro ha riportato la stessa notizia, precisando però che l’uomo di cui si sono perse le tracce può essere in fuga oppure può essere uno degli attentatori ancora non identificati.
Secondo Le Figaro, Hollande chiederà di prolungare lo stato di emergenza in Francia per altri tre mesi.
🔴 ALERTE – @FHollande va réclamer la prolongation de l'état d'urgence pour 3 mois >> https://t.co/pRrHlbYZt2 pic.twitter.com/PWlu4DmFAf
— Le Figaro (@Le_Figaro) November 15, 2015
Una fonte ha detto ad AFP che il Belgio ha emesso un mandato di cattura internazionale per un sospetto legato agli attacchi di Parigi.
#BREAKING Belgium issues international arrest warrant for Paris attack suspect: legal source
— Agence France-Presse (@AFP) November 15, 2015
Massimo Mantellini, una piccola manifestazione per i morti di Parigi e una riflessione su come ci stiamo informando in queste ore.
Sono uscito ed ho camminato fino in centro, ho aspettato un po’ nel luogo convenuto mentre i vigili urbani bloccavano il traffico della auto e poi mi sono aggiunto ad una piccola folla che è sfilata in silenzio per qualche centinaio di metri. Dalla biblioteca comunale al municipio di una piccola città non abbiamo fatto altro che riprodurre in sedicesimi quello che avveniva altrove nel mondo, dentro piazze più grandi, con più persone, con più candele accese.
Poi sono tornato a casa e mi è parso che in quel camminare in silenzio, in quel tornarsene al buio verso la propria famiglia, il mio cervello abbia sedimentato meglio il senso delle cose che stavano accadendo. Ho suonato il campanello, ho raccontato a mia moglie che nel frattempo stava rientrando anche lei dei quattro gatti in piazza, ho parlato un po’ con mia figlia di chi diavolo siano questi terroristi che fanno cose tanto terribili e poi sono tornato a seguire su Internet le notizie e le opinioni del mondo al quale appartengo. Non si può fare diversamente. È stato giusto così.
Una foto dell’incontro tra Obama e Putin durante il G20 in corso oggi ad Adalia, in Turchia.
At least #Putin looks engaged for a change and not just smirking while #Obama sulks. #ParisAttacks will do that. pic.twitter.com/bIkFAicM15
— Dmitry Zaks (@dmitryzaksAFP) November 15, 2015
Il corpo di un secondo attentatore sarebbe stato identificato, dice AFP.
#BREAKING Body of second French assailant identified in Paris attacks: security source
— Agence France-Presse (@AFP) November 15, 2015
Il New York Times scrive che in seguito all’attacco al Bataclan diverse aziende che si occupano di organizzare concerti inaspriranno le proprie misure di sicurezza. Ieri la Live Nation, una delle più grosse aziende del settore, ha diffuso un comunicato in cui dice che «a causa degli eventi di Parigi e per cautelarci in abbondanza abbiamo attivato misure di sicurezza più alte in tutto il mondo. Data la natura delicata di queste misure, non possiamo precisare cosa prevedono»
Secondo la stampa belga, a Bruxelles sono in corso nuove perquisizioni collegate agli attacchi di Parigi.
Questa sera nella cattedrale di Notre Dame, a Parigi, si terrà una messa commemorativa per le vittime degli attentati. Tra gli altri parteciperanno Claude Bartolone, presidente dell’Assemblea Nazionale, l’ex primo ministro François Fillon, l’ex presidente Valery Giscard d’Estaing, il sindaco di Parigi Anne Hidalgo, la vice-presidente del partito Repubblicano Nathalie Kosciusco-Morizet, l’ex ministro Alain Juppé oltre a decine di altri parlamentari.
Durante il concerto di sabato 14 a Stoccolma, Madonna ha tenuto un breve discorso per ricordare i morti di Parigi.
«Tutto questo spettacolo ha come obbiettivo quello di festeggiare la vita. E di far valere i vostri diritti, e combattere per quello in cui credete. È stato molto difficile per me tenere questo concerto e lasciare da parte ciò che è successo ieri sera. Quindi ho bisogno di questo momento per ricordare quella tragedia: quegli omicidi tragici e la barbara interruzione della vita che è accaduta ieri a Parigi. Mi sento divisa, su vari piani: cosa ci faccio qui a ballare e a divertirmi mentre ci sono persone che stanno piangendo per aver perso i propri cari?»
Nel frattempo centinaia di persone stanno manifestando davanti al consolato francese di Montréal, la capitale del Canada francofono.
Des centaines de Montréalais marchent pour #Paris @CentrevilleMTL en présence d'élus https://t.co/N2LNQxza2Q pic.twitter.com/2qm4wiI5AM
— FI3200/ (@FOTOISO3200) November 15, 2015
Secondo Sky News, questo è il momento in cui al presidente francese François Hollande è stato riferito che un attentatore si era fatto esplodere vicino allo stadio. In quel momento Hollande si trovava allo Stade de France per assistere all’amichevole di calcio fra Francia e Germania, ed è stato poi scortato via nell’intervallo.
Picture captures the moment French President Hollande learns about the #ParisAttacks https://t.co/TxzM8lAOVi pic.twitter.com/9zIoXqcofS
— Sky News (@SkyNews) November 15, 2015
L’agenzia di stampa AFP dice che ci sono tre fratelli francesi coinvolti negli attacchi di Parigi. Uno di loro è ricercato dalla polizia, mentre non è chiaro se gli altri due siano morti negli attacchi e se sono tra i sette sospettati arrestati in Belgio tra sabato e domenica.
Una giornalista di Le Monde ha fotografato un pezzo di strada fra il Carillon e Le Petit Cambodge, due locali attaccati venerdì.
#LeCarillon #LePetitCambodge pic.twitter.com/rG8y84efjc
— Camille Bordenet (@camillebordenet) November 15, 2015
Anche oggi Place de la République si sta riempiendo di persone, nonostante la polizia abbiamo proibito tutte le manifestazioni fino a giovedì prossimo. La piazza era divenuta un simbolo della risposta civile agli attentati già lo scorso gennaio, dopo gli attacchi a Charlie Hebdo. La “Marcia repubblicana“, una delle manifestazioni più partecipate nella storia del paese, era partita proprio da qui.
Crowd at Place de la République sings Beatles Hey Jude in tribute to Paris attack victims https://t.co/GrHPjuGs1T https://t.co/TpUEd58ej3
— ITV News (@itvnews) November 15, 2015
De plus en plus de monde à République, la place presque pleine. pic.twitter.com/ucmh3rkynj
— Dominique Albertini (@dom_albertini) November 15, 2015
Poco fa il centrocampista 20enne del Brescia Calcio Leonardo Morosini ha esultato con una bandiera francese dopo aver segnato nella partita di Serie B contro il Trapani.
La emoción de Leonardo Morosini, italiano del Brescia, a la hora de celebrar su gol de hoy con la bandera francesa pic.twitter.com/vvPkCO8Eef
— Juan Yankilevich (@YankilevichESPN) November 15, 2015
Il 15 novembre è iniziato ad Adalia, in Turchia, il G20, la riunione in cui si incontrano i leader dei 19 paesi più industrializzati (a cui si aggiunge l’Unione europea). Il G20 è ufficialmente iniziato questa mattina, quando il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha accolto i leader arrivati ad Adalia. Il presidente francese François Hollande è l’unico leader a non essere presente: è rimastp a Parigi per gestire la situazione dopo gli attacchi.
Il Guardian spiega che finora si è parlato delle “minacce delle infiltrazioni dell’ISIS tra i migranti e i rifugiati che cercano di arrivare in Europa”. Ci si attende anche che i leader mondiali presenti al G20 annuncino dei piani per dei maggiori controlli di frontiera e per delle aumentate misure di sicurezza negli aeroporti.
Al G20 i leader mondiali avrebbe dovuto parlare, oltre che di terrorismo, anche di cambiamenti climatici e di economia. Gli attentati di Parigi hanno però modificato le priorità. Pochi minuti fa la riunione è stata interrotta da un minuto di silenzio dedicato alle vittime del terrorismo.
Un tweet della polizia francese: «Per rispetto alle vittime e alle loro famiglie, non contribuite a diffondere fotografie delle scene dei crimini».
Par respect pour les victimes et leurs familles, ne contribuez pas à la diffusion des photos des scènes de crime #AttackParis #fusillade
— Police Nationale (@PNationale) November 15, 2015
Alejo Schapire, giornalista argentino a Parigi, ha scritto su Twitter che la polizia francese ha chiesto di non diffondere le foto del teatro Bataclan. Schapire ne aveva pubblicata una qualche ora fa, che mostrava l’interno del Bataclan dopo l’attentato, ma l’ha cancellata.
La policía francesa pide que no difundan la foto del Bataclan. No estoy de acuerdo, pero la borro.
— Alejo Schapire (@aschapire) November 15, 2015
La foto – la cui autenticità non era stata verificata da alcuna fonte sicura – mostrava quello che sembrava essere l’interno del teatro con circa trenta corpi a terra. Schapire aveva scritto di avere preso la foto da una sua fonte, ma non aveva aggiunto altri dettagli. La foto pubblicata da Schapire, ma pixelata, è stata pubblicata da alcuni siti online, tra cui quello del Sunday Express. Ripetiamo, per chiarezza: non è chiaro comunque se la foto sia autentica.
– In Francia la polizia sta interrogando sette persone. Si tratta dei familiari e di alcuni conoscenti di Omar Ismail Mostefai, l’unico tra gli attentatori di cui la polizia francese abbia rivelato il nome. Mostefai si è suicidato al Bataclan azionando la sua cintura esplosiva.
– Secondo la stampa francese, altre sette persone sono state arrestate in Belgio, nel corso di un’operazione legata agli attacchi di Parigi. Sembra che gli arresti possano essere legati a degli indizi trovati nelle macchina abbandonata dai terroristi che hanno attaccato il Bataclan.
– Secondo la procura di Bruxelles, due degli attentatori erano cittadini francesi che vivevano in Belgio.
– La televisione francese BMTV dice che la polizia francese sta ancora cercando un uomo che è stato visto all’esterno del Bataclan e che ha noleggiato una delle automobili utilizzate nell’attacco. Secondo fonti della polizia l’uomo non è né tra i sette attentatori morti né tra i sette arrestati in Belgio.
Matthew Price di BBC è davanti a quella che definisce «l’ultima residenza conosciuta» di Omar Ismail Mostefai, cittadino francese identificato come uno degli attentatori. Mostefai era già noto alle autorità francesi per via di reati minori ed era stato segnalato per possibili attività legate all’islamismo radicale.
The last known residence of Omar Ismail Mustafai one of the men who attacked the Bataclan in #ParisAttacks pic.twitter.com/N9hxqlnR9c
— Matthew Price (@BBCMatthewPrice) November 15, 2015
Secondo sherpa Mosca il bilaterale Obama-Putin al G20 è durato più di 30min. Poche ore prima di #ParisAttacks non era in agenda.
— Liliana Faccioli (@lfaccioli75) November 15, 2015
Il giornale per bambini francese Astrapi ha realizzato un numero speciale per spiegare ai propri lettori cosa è successo a Parigi e per aiutarli a parlarne con i propri genitori.
Pochi minuti dopo gli attentati di venerdì sera Facebook ha offerto un servizio che permetteva a chi si trova a Parigi di confermare di stare bene. Un articolo di Al Jazeera spiega che in molti hanno criticato Facebook per non aver fatto la stessa cosa in occasione degli attentati di pochi giorni prima a Beirut, in Libano. Mark Zuckerberg, il CEO di Facebook, ha risposto a quelle critiche e ha spiegato che fino a prima degli attentati di Parigi il servizio era stato pensato – e usato – solo per emergenze dovute a disastri naturali. Zuckerberg ha scritto che d’ora in poi il servizio – che si chiama Safety Check – sarà usato anche per eventi simili a quelli avvenuti a Parigi, che lui definisce “disastri umani”.
Marilyn Manson ha cancellato un concerto che avrebbe dovuto tenere domani a Parigi.
Marilyn Manson's show scheduled for Nov 16 @ Le Zenith in Paris has been canceled. Marilyn Manson will resume the tour in Brussels on Nov 18
— Marilyn Manson (@marilynmanson) November 15, 2015
Ben Rhodes, vice consigliere per la sicurezza nazionale del governo statunitense, ha detto che gli Stati Uniti e la Francia intensificheranno gli attacchi contro lo Stato Islamico in Siria e in Iraq. In un’intervista con la rete americana NBC, Rhodes ha detto anche che la fornitura diretta di armi ai combattenti in Siria e in Iraq sembra funzionare contro l’ISIS.
#BREAKING US, France to 'intensify' military, intel coordination: White House
— Agence France-Presse (@AFP) November 15, 2015
Negli ultimi giorni abbiamo sentito Hollande e Kerry, fra gli altri, chiamare “Daesh” l’ISIS. Per quale motivo? Cosa significano i due termini? Lo spieghiamo qui.
L’utilizzo del termine ISIS è ritenuto offensivo per molti musulmani, che ritengono che in questo modo venga legittimata un’accezione negativa dell’aggettivo “islamico”, dato che in sostanza l’espressione stabilisce un collegamento mentale fra la fede islamica e le azioni di un gruppo estremista noto per la brutalità delle sue azioni. In passato ci sono state anche diverse campagne rivolte a media internazionali per chiedere di smettere di usare il termine ISIS. Il termine “Daesh” per i musulmani è più sopportabile perché nonostante si riferisca alla stessa cosa di ISIS, la sua pronuncia in arabo è simile a una parola che significa “colui che semina discordia”
BuzzFeed sta raccogliendo in un unico articolo storie e foto delle persone morte durante gli attacchi a Parigi, che aggiorna man mano che arrivano le notizie. Una delle storie più notevoli è quella di Nick Alexander, un 36enne britannico che stava assistendo al concerto assieme a un amico. Alexander lavorava nel settore del merchandising musicale ed era abbastanza conosciuto nell’ambiente: in seguito alla notizia della sua morte diverse persone del mondo della musica lo hanno ricordato sui social network. Fra queste c’è stato anche il celebre cantautore britannico Cat Stevens, che fra le altre cose ha scritto che Alexander è stato il responsabile per il merchandising del suo tour del 2014.
Just read Nick Alexander was killed in Paris. He was our tour merchandiser on last year's tour. Sending love & condolences to his family
— Yusuf / Cat Stevens (@YusufCatStevens) November 15, 2015
Secondo il New York Times le autorità francesi stanno cercando un possibile ottavo attentatore «in giro per l’Europa». Scrive il New York Times: «un funzionario francese che è a conoscenza dell’inchiesta ma che non può parlarne pubblicamente ha detto che le autorità stanno cercando una persona della regione di Parigi che può aver partecipato agli attacchi».
La tv francese BFMTV citando fonti della polizia ha detto che un cittadino francese che ha noleggiato una Volkswagen Polo vista fuori dal Bataclan «non è fra i sette attentatori morti o fra gli uomini arrestati in Belgio».
Un procuratore federale belga ha detto che fra gli attentatori ci sono due francesi residenti in Belgio, e che le due automobili ritrovate finora nell’ambito dell’inchiesta sono state noleggiate alcuni giorni fa nella regione di Bruxelles.
#ParisAttacks Deux Français ayant résidé à Bruxelles parmi les assaillants tués (parquet belge) #AFP
— Agence France-Presse (@afpfr) November 15, 2015
Le Monde ha aggiunto qualche dettaglio, e ha scritto che secondo le due fonti «l’inchiesta si sta concentrando su tre fratelli francesi che vivono in Belgio. Sembra che due di loro abbiano noleggiato le due auto usate negli attacchi, una Volkswagen Polo trovata davanti al Bataclan e una Seat Leon trovata a Montreuil, con tre Kalashnikov a bordo. Il terzo fratello è stato invece arrestato ieri a Bruxelles».
Negli ultimi due giorni molti esperti e analisti si stanno chiedendo se gli attentati di venerdì a Parigi possano essere visti come un cambio della strategia dell’ISIS. Fino ad oggi, la maggior parte degli esperti era d’accordo nel dire che la priorità dell’ISIS – il suo obiettivo strategico – era quella di creare un Califfato islamico su cui governare: compiere attentati terroristici in Occidente era visto più che altro come uno strumento efficace per il reclutamento di nuovi miliziani e un modo per entrare in competizione con al Qaida per la supremazia del mondo jihadista. Dopo gli attentati di Parigi – i primi che l’ISIS compie in Occidente con una tale estensione, organizzazione ed efficacia – non tutti la pensano più così.
The only reason we didn't have attacks like Paris before is because they weren't part of ISIS strategy. Now they are https://t.co/idFR1YopTw
— Yaroslav Trofimov (@yarotrof) November 15, 2015
Jaroslav Trofimov ha scritto sul Wall Street Journal un articolo intitolato: “Gli attacchi di Parigi fanno pensare a un cambio della strategia dello Stato Islamico”. Trofimov ha parlato per esempio con William McCants, un esperto di islam radicale alla Brookings Institution, che ha detto: «Se questo attacco si dimostrasse davvero diretto dall’ISIS centrale, rappresenterebbe un cambio notevole rispetto all’idea precedente di concentrarsi solo sulla costruzione di uno stato: loro hanno deciso che puniranno tutti coloro che si mettono sulla strada dell’espansione del loro stato».
La discussione si basa proprio su quanto sia prioritario un obiettivo rispetto a un altro. Charles Winter, uno degli esperti più autorevoli di cose che riguardano l’ISIS, ha scritto su Twitter di non essere d’accordo con questa tesi. Winter ha linkato un articolo del New York Times che espone una tesi simile e ha scritto in due tweet successivi: «”Strategy shift” fa pensare che l’ISIS si concentrerà su attacchi più lontani invece che pensare al Califfato in Iraq/Siria/Libia». «Questo è sbagliato. Pensare al Califfato e il terrorismo globale non sono alternative tra loro. L’attenzione dell’ISIS, attualmente, è sul primo».
1. "Strategy shift" suggests #IS will focus more on distant attacks than playing "Caliphate" in #Iraq/#Syria/#Libya. https://t.co/Hwr1Cui7Ui
— Charlie Winter (@charliewinter) November 15, 2015
Intanto a Sinjar, la città nel nord dell’Iraq, per un anno nelle mani dell’ISIS e liberata venerdì scorso dalle milizia curde, sono state ritrovate fosse comuni con i corpi di 148 persone, in gran parte donne e bambini.
Kurdish forces in Sinjar found three mass graves with 148 Yazidis mostly women and children #Iraq
— Michael Horowitz (@michaelh992) November 15, 2015
A proposito della faccenda del passaporto siriano, Le Monde scrive che diversi sospetti appartenenti all’ISIS fermati nelle ultime settimane al loro ritorno in Francia, viaggiavano con passaporti falsi o rubati. Il quotidiano francese scrive che non è in alcun modo confermato che uno degli attentatori si sia introdotto in Francia fingendosi un rifugiato siriano.
Secondo l’Associated Press, il numero di persone arrestate in Belgio perché sospettate di essere coinvolte con gli attacchi di Parigi è salito a sette.
Il Washington Post ha pubblicato una lunga e dettagliata analisi tecnica degli attacchi di Parigi.
Gli attacchi di venerdì notte somigliano a quelli che hanno colpito la città di Mumbai nel 2008, quando un gruppo di uomini armati attaccò diversi bersagli “soffici”, cioè poco protetti, sparsi in una ridotta area urbana. Nell’attacco di Mumbai, i terroristi islamici attaccarono diversi hotel di lusso usando fucili d’assalto, granate e cinture esplosive. In tutto gli scontri durarono quattro giorni e causarono la morte di 160 persone. All’epoca Osama Bin Laden suggerì agli affiliati di al Qaida di imitare l’attacco di Mumbai, ma senza che nessuno ci riuscisse.
Il settimanale greco Protothema sostiene di aver recuperato i biglietti utilizzati dal possessore del passaporto siriano trovato vicino al corpo di uno degli attentatori dello Stade de France per raggiungere il porto del Pireo. L’uomo sarebbe stato salvato il 3 ottobre mentre si trovava a bordo di un’imbarcazione in difficoltà a largo dell’isola di Leros. Secondo le autorità serbe, il 7 ottobre l’uomo avrebbe raggiunto la Serbia.
Venerdì prossimo si terrà un vertice straordinario dei ministri dell’Interno dell’Unione Europea.
Il New York Times ha realizzato un’infografica che mostra gli attacchi terroristici compiuti e quelli ispirati dall’ISIS. Nella prima categoria ci sono ad esempio gli attacchi che giovedì hanno colpito Beirut, in Libano, in cui sono morte più di 40 persone. Tra quelli solo “ispirati” dall’ISIS c’è ad esempio l’attacco a un caffé di Sydney, lo scorso 15 dicembre, in cui un uomo armato prese in ostaggio 17 persone.
Il primo ministro Manuel Valls ha dichiarato che entro martedì saranno schierati diecimila militari su tutto il territorio francese come rinforzo alla polizia e alla gendarmeria.
– I genitori del fidanzato di Valeria Solesin e il sindaco di Venezia hanno confermato la morte della ragazza nell’attentato di venerdì al Bataclan. Solesin aveva 28 anni e aveva lavorato come volontaria di Emergency.
– Un’automobile che si sospetta sia stata utilizzata negli attacchi è stata ritrovata a Montreuil, poco fuori Parigi. A bordo dell’auto la polizia ha trovato tre fucili d’assalto. Diversi quotidiani ipotizzano che il ritrovamento significa che alcuni terroristi sono riusciti a fuggire.
– Diverse persone sono state arrestate in Belgio, almeno cinque secondo diversi giornali francesi. Gli arresti sembrano siano collegati ad alcuni tagliandi di un parcheggio trovati su una delle due automobili utilizzate dagli attentatori.
– Secondo fonti dell’intelligence americana, il passaporto siriano trovato vicino al corpo di uno degli attentatori è falso. Un passaporto con gli stessi dati era stato registrato dalle autorità greche il 3 ottobre e da quelle serbe il 7; secondo i governi dei due paesi era di un richiedente asilo.
Che cos’è successo esattamente allo Stade de France durante gli attacchi?
Ricapitoliamo la questione delle automobili. Nel corso degli attacchi ne sono state utilizzate due: la prima, una Polo nera, è stata trovata parcheggiata fuori dal Bataclan. Quella che probabilmente è la seconda automobile utilizzata dai terroristi, una SEAT, è stata trovata poco fuori Parigi, a Montreuil. Secondo la stampa francese, la polizia ha trovato all’interno tre fucili d’assalto.
Gino Strada scrive che Valeria Solesin, la ragazza di 28 anni morta venerdì al Bataclan, era una volontaria di Emergency.
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=10153123120371367&id=37616066366
L’ambasciatore egiziano in Francia dice che il passaporto di un cittadino egiziano trovato allo Stade de France appartiene a una delle persone uccise negli attacchi e non a uno dei terroristi. L’uomo è stato ferito gravemente e al momento si trova in ospedale.
Bernard Cazeneuve, ministro dell’Interno del governo francese, ha chiesto la riunione di un vertice straordinario dei ministri dell’Interno dell’Unione Europea.
La giornalista di BuzzFeed Erin Chack ha raccontato di aver saputo degli attacchi a Parigi di venerdì alla fine del famoso programma tv “Late Show” del noto comico americano Stephen Colbert. Chack aveva appena finito di partecipare alle registrazioni del programma come spettatrice, quando Colbert ha informato degli attacchi le 300 persone del pubblico: nessuno dei presenti ne era a conoscenza, dato che era stato detto loro di tenere spenti i cellulari. Chack ha aggiunto che dopo aver parlato con loro, Colbert ha registrato questo breve ultimo spezzone, mandato poi in onda alla fine della puntata.
Un fotografo di Time ha girato un video abbastanza impressionante di una sparatoria tra agenti di polizia per strada e terroristi all’interno del Bataclan.
Una mappa con tutti gli attentati mortali avvenuti in Francia dal 1982 ad oggi.
Les attentats meurtriers en France depuis 1982. #Infographie pic.twitter.com/5bkJFYC5OH
— Antoine Kowalski (@antoinekowalski) November 15, 2015
Un’altra pista che potrebbe essere collegata agli attacchi di Parigi è quella del cittadino del Montenegro arrestato in Germania alcuni giorni fa mentre trasportava verso la Francia armi ed esplosivi. In queste ore l’uomo sta venendo interrogato dalla polizia bavarese, ma a quanto pare «si rifiuta di parlare degli attacchi di Parigi».
La giornalista Paola Peduzzi ha intervistato per il Foglio Roberta Pinotti, ministro della Difesa italiano, riguardo gli attentati di Parigi. Pinotti ha parlato delle due direzioni delle attività dell’ISIS, che ha rivendicato gli attentati a Parigi, dicendo:
«C’è una guerra convenzionale di conquista territoriale in Iraq e in Siria e in altri paesi della regione. Poi c’è la capacità di organizzare, addestrare, finanziare, fare circolare e reclutare gli attentatori che arrivano nelle nostre città e si fanno esplodere.»
Pinotti ha anche fatto il punto sull’impegno dell’Italia nella coalizione guidata dagli Stati Uniti che combatte contro l’ISIS. L’intervista si può leggere qui.
Nelle ore successive agli attacchi di venerdì, il servizio di auto private con autista Uber è stato accusato di avere aumentato moltissimo le proprie tariffe. Uber ha effettivamente un meccanismo che aumenta automaticamente le tariffe in caso di domanda elevata, ma un suo dirigente ha detto a Quartz che dopo gli attacchi «il meccanismo che regola i prezzi è stato disattivato immediatamente». Altre persone che lavorano per Uber hanno detto a Quartz che il meccanismo è stato sospeso entro mezz’ora dal primo attacco. Uber è comunque stato accusato sui social network di avere aumentato le proprie tariffe per tutta la sera. Molti hanno invece apprezzato il fatto che venerdì sera Uber abbia avvisato i suoi clienti che la polizia di Parigi aveva invitato tutti gli abitanti a rimanere in casa.
At least @UberFR is very reactive to inform its customers – good job pic.twitter.com/P04aU9nNcE
— Matt Suiche (@msuiche) November 13, 2015
Uber aveva ricevuto accuse simili a quelle di venerdì mentre era in corso un attacco a una cioccolateria della Lindt nel centro di Sydney, in Australia, il 15 dicembre 2014. In quell’occasione l’elevata domanda di autisti Uber aveva alzato la tariffa minima per una corsa a 100 dollari. In quell’occasione Uber si era comunque scusata, aveva rimborsato i propri clienti e fornito alcune corse gratuite.
Il primo ministro francese Manuel Vallas ha detto che 103 dei 129 morti confermati degli attacchi sono stati identificati. Circa 20-30 corpi non hanno ancora un nome.
L’inviato di BBC in Siria Quentin Sommerville ha raccolto una serie di fotografie di Sinjar, una città strategica in Iraq che le milizie curde hanno riconquistato venerdì dagli uomini dell’ISIS. Si tratta di una delle più importanti vittorie della coalizione combatte lo Stato Islamico degli ultimi mesi.
Remnants of IS in Sinjar (Saudi?) licence plates and live mortars embeded in the road pic.twitter.com/29NQpVlIh4
— Quentin Sommerville (@sommervillebbc) November 14, 2015
Il candidato alle primarie del partito Repubblicano Donald Trump ha detto ieri nel corso di un comizio: «Se la nostra gente avesse avuto delle armi, se fosse stato permesso loro di portarle, la situazione sarebbe stata molto, molto diversa».
La giornalista dell’edizione europea di Politico Tara Palmeri ha pubblicato su Twitter un documento diffuso dal segretario generale del Parlamento Europeo in cui si comunica che il livello di controlli di sicurezza dell’edificio è stato aumentato al codice “giallo”. Fra le altre cose, significa che ci saranno controlli più severi ai visitatori e allo staff dei parlamentari e che sono sospese riunioni o eventi che prevedono più di 100 partecipanti.
Security @ParliamentEU raised to yellow – random checks, no events w >100 visitors, delivery ban #ParisAttacks pic.twitter.com/vhXn03Cf0h
— Tara Palmeri (@tarapalmeri) November 15, 2015
La serie di attacchi allo Stade de France durante l’amichevole di calcio fra Francia e Germania ha creato una situazione surreale: durante la partita gli allenatori delle due squadre sono stati informati delle notizie iniziali di violenze ma hanno scelto di non dire niente alle proprie squadre. Una decisione simile è stata presa dalla federazione francese, che ha scelto di non avvertire gli spettatori. Molti di loro hanno saputo cosa stava succedendo in città solamente verso la fine della partita. Qui abbiamo messo in ordine quello che è successo venerdì allo stadio.
Valeria Solesin, una ragazza veneziana di 28 anni, è morta venerdì mentre si trovava al Bataclan, ha detto il padre del suo fidanzato all’agenzia di stampa AGI. Il sindaco di Venezia ha confermato la morte, ma non sono ancora arrivate conferme ufficiali dal ministero degli Esteri.
A nome mio personale e di tutta la Città di Venezia esprimo il cordoglio più profondo per la morte di #ValeriaSolesin. #preghiamoassieme
— Luigi Brugnaro (@LuigiBrugnaro) November 15, 2015
Il quotidiano Le Parisien ha pubblicato una vignetta sugli attacchi di venerdì che ricorda molto quella del disegnatore Luz sul numero di Charlie Hebdo del 13 gennaio 2015, il primo dopo l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo avvenuto il 7 gennaio.
Comic relief from a cartoon in Le Parisien. pic.twitter.com/5krgkkFMjH
— Rachel Donadio — NYT (@RachelDonadio) November 15, 2015
Attenzione: il fatto che nell’auto abbandonata a Montreuil, vicino a Parigi, siano stati trovati tre fucili d’assalto, rende più probabile l’ipotesi che un gruppo di attentatori sia riuscito a fuggire. Già ieri Le Monde scriveva che dalla ricostruzione offerta della procura sembrava probabile che uno o più terroristi fossero riusciti a scappare.
Il New York Times racconta che fino a pochi mesi fa il Bataclan, lo storico locale di Parigi dove venerdì notte è avvenuto l’attacco più sanguinoso, era posseduto da una famiglia di ebrei. Secondo il quotidiano, il locale era già stato oggetto di attacchi e di atti vandalici in precedenza.
Il video di uno degli arresti avvenuti ieri in Belgio. Tre persone sono state arrestate ieri perché sospettate di complicità con gli attentatori di Parigi.
This is the moment Belgian police swooped on a suspect in connection to the Paris terror attack (courtesy: RTL) https://t.co/MkLlNlP7rH
— Channel 4 News (@Channel4News) November 15, 2015
Le Figaro scrive che secondo le sue fonti sono stati trovati tre fucili AK-47 Kalashnikov all’interno dell’automobile individuata dagli investigatori a Montreuil, poco lontano da Parigi.
Reuters ha scritto che secondo il ministro degli Interni della Serbia la persona a cui appartiene il passaporto siriano ritrovato in uno dei luoghi degli attacchi di Parigi è arrivato in Serbia il 7 ottobre e ha chiesto asilo proprio alla Serbia.
Come ricorda bene il Guardian, però, «la veridicità del passaporto non è ancora stata verificata e non è chiaro se chi l’ha usato per passare attraverso la Grecia e l’attentatore di venerdì siano la stessa persona».
Isobel Bowdery, una ragazza sudafricana di 22 anni che si trovava nel Bataclan al momento dell’attentato, ha raccontato su Facebook l’arrivo dei terroristi, com’è sopravvissuta fingendosi morta, le persone che l’hanno aiutata e consolata. Ha anche pubblicato una foto della maglietta che indossava quella sera, macchiata di sangue.
«Essere una sopravvissuta di questo orrore mi permette di illuminarne gli eroi. L’uomo che mi ha rassicurata e ha ha rischiato la vita per mettermi al sicuro mentre piangevo; la coppia le cui ultime parole di amore mi hanno fatto credere ancora nel bene del mondo; la polizia che è riuscita a salvare centinaia di persone, gli estranei che mi hanno raccolta dalla strada e mi hanno consolata per quei 45 minuti in cui ho pensato che il ragazzo che amavo fosse davvero morto, l’uomo ferito che avevo scambiato per lui e che quando mi sono accorta che non era Amaury mi ha detto che tutto sarebbe andato bene, anche se lui stesso era solo e spaventato; la donna che ha aperto le porte di casa sua ai sopravvissuti; l’amico che mi ha offerto riparo e mi ha comprato nuovi vestiti così che non dovessi indossare questo top macchiato di sangue; tutti voi che mi avete mandato messaggi di affetto e sostegno: tutti voi mi fate credere che questo mondo può essere migliore».
Qui trovate un riassunto delle cose che sappiamo per certo sugli attacchi di Parigi, quello che ancora non sappiamo e quello che di sicuro non è vero.
L’unico terrorista identificato fino ad ora si chiama Ismaël Omar Mostefaï ed è morto nella notte tra venerdì e sabato quando ha azionato la sua cintura esplosiva all’interno del Bataclan, il locale storico di Parigi dove erano state prese in ostaggio circa 100 persone.
Mostefaï è nato a Courcouronnes, poco a sud di Parigi, nel 1985. Secondo Le Monde è probabile che abbia trascorso alcuni mesi in Siria nell’inverno tra il 2013 e il 2014. La polizia ha trovato tracce del suo passaggio in Turchia, il paese più utilizzato dai cosiddetti “foreign fighters” per raggiungere le milizie ribelli siriane.
Tra il 2004 e il 2010, Mostefaï era stato condannato otto volte per reati comuni, ma era sempre riuscito ad evitare il carcere. Mostefaï era di origine algerina e ha due fratelli e due sorelle.
Il cittadino francese di 41 anni, arrestato ieri all’aeroporto di Gatwick, nel Regno Unito, è stato trovato in possesso di un fucile ad aria compressa e di un coltello, ha detto la polizia inglese. A causa del suo comportamento, definito “sospetto”, il terminal nord dell’aeroporto è stato evacuato e riaperto dopo alcune ore. L’uomo, senza lavoro e senza fissa dimora, sarà processato per possesso di oggetti pericolosi.
The Daily Beast racconta come funziona il traffico di armi tra l’Europa orientale e la Francia, un paese dove i controlli sono molto severi e dove per i terroristi è impossibile acquistare armi da guerra senza rivolgersi al mercato nero.
Charles Winter, ricercatore della Georgia State University, ha raccolto in alcuni tweet le possibili motivazioni dell’ISIS nel compiere gli attacchi contro Parigi.
1. Polarizzare, cioè cercare di rendere più profonda la separazione tra francesi e francesi di origine musulmana o immigrati musulmani. L’ISIS in genere sfrutta le tensioni intracomunitarie come bacino di reclutamento.
2. Spaventare, instillare paura nel pubblico in modo che chieda al governo di intraprendere azioni che sul lungo periodo saranno dannose per il paese colpito.
3. Ispirare, cioè alzare il morale dei propri sostenitori e dimostrare al mondo di essere un gruppo ancora forte e pericoloso.
4. Impegnare, spingere il governo francese a intervenire in Siria in maniera più significativa. In questo modo l’ISIS aumenta la sua legittimazione (può presentarsi come il “vero nemico” dell’occidente), ma si mette in una situazione tattica più difficile.
5. Proiettare, cioè mostrarsi in grado di colpire in qualunque angolo del mondo, dall’Egitto al Libano fino al cuore della Francia.
1 Polarise. #IS attack in #Paris provokes anti-Muslim hatred, racism. #IS craves intracommunal hate, often recruits from pools of grievance.
— Charlie Winter (@charliewinter) November 14, 2015
La ricostruzione degli attacchi e della loro cronologia con tutti i particolari emersi fino ad ora.
Nelle ultime ore è girata una falsa immagine di un presunto attentatore di Parigi che si sarebbe fatto una foto prima degli attentati: in Italia l’hanno pubblicata il Fatto, Ansa, e il Giornale tra gli altri. Racconta il Giornale che “A riportare la notizia Andrea Casadio per il Fatto Quotidiano. Il giornalista, raggiunto telefonicamente da SkyTg 24, ha raccontato di esser riuscito ad ottenere la foto grazie a suoi contatti, francesi e inglesi, che hanno abbandonato il Vecchio Continente e che ora si trovano nello Stato islamico”.
Ma molte fonti hanno rivelato che la foto è una bufala. Buzzfeed spiega che l’immagine – che mostra Veerender Jubbal, un famoso critico di videogiochi – è stata modificata e non è quindi vera. In realtà è una normalissima immagine di Jubbal che si è fatto una foto nel suo bagno, poi modificata con l’aggiunta, tra le altre cose, di un giubbotto esplosivo e del Corano al posto di quello che in realtà era un iPad. Il copricapo indossato da Jubbal è usato dai Sikh, non dai musulmani (sullo sfondo, è stato persino incollato un vibratore).
https://twitter.com/grasswirefacts/status/665633389362282496?ref_src=twsrc%5Etfw
Ansa ha successivamente rimosso l’articolo (lo si può vedere qui) dal proprio sito.
Nicolas Sarkozy, leader di Unione per un Movimento Popolare, il principale partito di opposizione, si sta incontrando con il presidente François Hollande in questi minuti.
Nicolas Sarkozy accueilli sur le perron de l'Elysée par François Hollande pic.twitter.com/VKAdUiNpgV
— France Info (@franceinfo) November 15, 2015
La maggioranza delle persone morte sono francesi, ma negli attacchi sono morti anche tre cittadini belgi, uno spagnolo, due portoghesi, due rumeni, un inglese, due tunisini, tre cileni, un americano, due algerini, un marocchino, due messicani e probabilmente uno svedese.
Nella conferenza stampa di sabato sera, il procuratore di Parigi, François Molins, ha spiegato che tutti gli attentatori erano dotati di una cintura esplosiva costruita con bulloni, pezzi di ferro e TATP, un esplosivo fatto in casa facile da produrre, ma altamente instabile e sensibile a calore, pressione e frizione.
La metropolitana di Parigi ha riaperto ieri, ma oggi la stazione di Oberkampf à Paris, la più vicina al Bataclan, è chiusa per ragioni di sicurezza.
È stato diffuso su YouTube un video che mostra il momento in cui iniziano gli spari dentro al Bataclan, dove stava suonando la band californiana Eagles of Death Metal.
Sempre secondo l’agenzia di stampa AFP, una delle auto utilizzate negli attacchi è stata ritrovata nel comune di Montreuil, che si trova nella periferia orientale di Parigi.
La squadra di football dell’esercito americano entra in campo con una bandiera francese a West Point, in Virginia.
At West Point game, Army takes the field carrying the French flag https://t.co/MeniYBbjTV pic.twitter.com/tXuMyVNXEC
— The New York Times (@nytimes) November 14, 2015
Secondo fonti dell’intelligence americana sentite dalla televisione CBS, il passaporto siriano trovato allo Stade de France vicino ai resti di uno dei terroristi potrebbe essere falso. Il governo greco aveva detto che un cittadino siriano con un documento identico era stato registrato nell’isola di Leros il 3 ottobre.
Secondo l’agenzia di stampa AFP, sono stati arrestati sei parenti e conoscenti di Omar Ismaïl Mostefaï, l’unico attentatore ad essere stato identificato con certezza fino ad ora. Tra gli arrestati ci sono suo padre, il fratello e la moglie del fratello.
Abbiamo messo in ordine le cose che si sanno degli attentatori di Parigi: quelle ufficiali e quelle diffuse dalla stampa francese e internazionale basate su altre fonti ritenute credibili. E anche le novità sulla storia del passaporto siriano trovato vicino al corpo di un attentatore. Si trova tutto qui.