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  • Giovedì 22 ottobre 2015

Ora ci sono migliaia di migranti in Slovenia

Una nazione grande quanto la Puglia si è ritrovata improvvisamente al centro della "rotta balcanica", dovendo così gestire con gran difficoltà un intenso flusso quotidiano di persone

In questi giorni migliaia di migranti continuano a percorrere la cosiddetta “rotta balcanica” che dalla Grecia arriva fino all’Europa occidentale, rendendo molto complicata la gestione da parte dei paesi interessati dalla rotta. Fra la mattinata di mercoledì e quella di giovedì sono entrate in Slovenia dalla Croazia più di 12mila persone: Balkan Newsbeat, un account di giornalisti che sta seguendo il flusso dei migranti dall’inizio dell’estate, ha scritto che nella notte fra giovedì e venerdì altre migliaia di persone sono entrate in Slovenia dalla Croazia. Migration Aid Hungary, un’organizzazione ungherese no profit che aiuta i migranti ed è molto attiva sui social network, ha scritto che nella notte gra giovedì e venerdì diversi migranti hanno dormito all’aperto una volta arrivati in territorio sloveno.

Sono tantissime ed entrambi i paesi hanno grosse difficoltà a gestire numeri del genere: benché stiano collaborando fra loro, le operazioni sono dappertutto molto lente e complicate dal freddo e dalla pioggia. Le cifre degli arrivi, inoltre, sono simili a quelli delle scorse settimane: cosa che indica che il flusso di persone in arrivo dalla Turchia e dal Medio Oriente non sta diminuendo.

Il paese più in difficoltà in questo momento è la Slovenia, che fino a poche settimane fa era stata relativamente coinvolta nella gestione dei migranti: un funzionario del partito di centrosinistra del Centro Moderno, il partito di governo in Slovenia, ha detto che esiste la possibilità che il paese dichiari lo stato di emergenza. La Slovenia è poco più grande della Puglia ed è abitata da circa due milioni di persone.

A Dobova, un paese sloveno al confine con la Croazia, è stato allestito un campo profughi provvisorio per gestire le migliaia di persone che da ore arrivano a piedi dalla Croazia passando per boschetti e campi di grano. I giornalisti presenti sul posto raccontano che nel campo continuano ad arrivare persone, e che c’è una massiccia presenza di polizia. C’è una situazione piuttosto complicata anche al confine fra Serbia e Croazia fra i paesi di Berkasovo e Bapska: da settimane è uno dei punto di attraversamento del confine più trafficati fra Serbia e Croazia, e oggi è pieno di rifiuti e oggetti abbandonati dai migranti.

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Il confine fra Slovenia e Croazia è diventato improvvisamente il più frequentato dalla rotta dopo che venerdì 16 ottobre il governo dell’Ungheria ha deciso di chiudere il proprio confine con la Croazia. Per tutto settembre il confine fra Croazia e Ungheria era stato il più frequentato dalla rotta balcanica. Ogni giorno le autorità croate hanno portato centinaia di persone in vari posti vicino al confine con l’Ungheria: da lì i migranti entravano in Ungheria, dove quasi subito venivano fatti salire a bordo di pullman o treni, e portati al confine con l’Austria. Da metà settembre a oggi circa 217mila migranti sono passati per la Croazia. A sua volta, la frequentazione del confine fra Croazia e Ungheria era aumentata quando l’Ungheria aveva deciso di chiudere il proprio confine con la Serbia, costruendoci un muro di confine (un nuovo muro è stato costruito anche per buona parte del confine di terra fra Croazia e Ungheria).

Il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha convocato per domenica 25 un summit dei governi dei paesi interessati dalla tratta balcanica, per cercare di rafforzare la cooperazione fra di loro.