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  • Venerdì 9 ottobre 2015

L’inchiesta di Al Jazeera sui riscatti pagati dall’Italia

Documenti e testimonianze fanno sospettare che siano stati pagati milioni di dollari per liberare ostaggi rapiti all'estero, da Quirico alle due cooperanti in Siria

 Greta Ramelli e Vanessa Marzullo con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni al loro arrivo in Italia il 16 gennaio 2015 (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
Greta Ramelli e Vanessa Marzullo con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni al loro arrivo in Italia il 16 gennaio 2015 (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

Negli ultimi sei mesi Al Jazeera ha condotto una lunga inchiesta giornalistica sul pagamento dei riscatti da parte dei governi per liberare le persone rapite da organizzazioni terroristiche in varie parti del mondo, che è servita per realizzare il documentario “The Hostage Business”. I giornalisti hanno trovato diverse prove che riguardano le attività del governo italiano, spesso accusato e criticato per essere tra i pochi che trattano con i sequestratori per ottenere la liberazione degli ostaggi dietro il pagamento di grandi somme di denaro. Il governo italiano dà raramente indicazioni precise su come siano liberati i suoi cittadini rapiti all’estero e di solito smentisce di aver pagato riscatti. I riscatti sono molto contestati perché di fatto alimentano il business dei sequestri e rendono più vulnerabili i connazionali delle persone rapite. Le testimonianze e i documenti riservati raccolti da Al Jazeera hanno permesso di fare chiarezza su alcuni dei recenti rapimenti che hanno coinvolto persone italiane.

Domenico Quirico
Per la liberazione del giornalista della Stampa Domenico Quirico e del suo collega belga Pierre Piccinin da Prata, sequestrati in Siria nel 2013, il governo italiano secondo Al Jazeera ha pagato un riscatto da diversi milioni di dollari. Stando alla versione di Mu’taz Shaklab, che fece da intermediario tra le parti, “i sequestratori chiesero dieci milioni di dollari, ma penso che alla fine gliene furono dati quattro”. Shaklab dice di essere stato presente nel momento in cui ci fu lo scambio di denaro, che avvenne alla presenza di un altro italiano. Secondo un altro testimone, il denaro fu consegnato in pacchetti di banconote da 100mila dollari ciascuno, ognuno contenuto in una busta di plastica.

Non è la prima volta che si parla di un possibile riscatto pagato per liberare Quirico e Piccinin da Prata. A metà gennaio del 2014 Foreign Policy pubblicò un articolo in cui si parlava del pagamento di 4 milioni di dollari per la loro liberazione. Anche in quel caso le informazioni rese pubbliche erano per lo più basate sulla testimonianza di Shaklab.

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo
L’inchiesta di Al Jazeera si è anche occupata del rapimento di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due cooperanti italiane rapite in Siria nell’agosto del 2014 e liberate lo scorso gennaio. I giornalisti hanno ottenuto alcune fotografie in cui è visibile la consegna del denaro ad alcuni miliziani del Fronte al Nusra, il gruppo che “rappresenta” al Qaida in Siria. La cifra pagata secondo Al Jazeera sarebbe stata di 11 milioni di dollari. L’agenzia di stampa italiana ANSA a inizio settimana ha pubblicato un articolo sul rapimento di Ramelli e Marzullo, parlando di una cifra simile pagata come riscatto per la loro liberazione. I documenti fanno parte degli atti giudiziari di un tribunale islamico della città siriana di Aleppo relativi al processo al capo miliziano Hussam Atrash, accusato e poi condannato per essersi appropriato di più della metà della somma del riscatto pagato per la liberazione delle due cooperanti a scapito di altri capi miliziani.

Bruno Pellizzari
Tra i casi segnalati da Al Jazeera c’è anche quello di Bruno Pellizzari e della sua compagna Deborah Calitz, rapiti dai pirati somali al largo della Tanzania a fine 2010 e liberati nell’estate del 2012. All’epoca si disse che la loro liberazione fosse avvenuta grazie a un blitz della polizia della Somalia e l’allora ministro degli Esteri italiano, Giulio Terzi, disse “escludo che sia stato pagato un riscatto”. I documenti dell’intelligence ottenuti da Al Jazeera dicono però che un riscatto fu pagato e che ammontò a 525mila dollari. La sorella di Pellizzari, Vera Hect, ha confermato che le fu chiesto di non commentare informazioni circa il pagamento di riscatti per la liberazione del fratello.

Il governo italiano ha preferito non commentare l’inchiesta di Al Jazeera. Un portavoce ha semplicemente detto all’emittente che la politica del governo italiano è di “non pagare riscatti”.