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  • Mercoledì 30 settembre 2015

Il ritorno di Imprimatur

Tredici anni dopo la pubblicazione è risalito in classifica un controverso - e censurato, secondo gli autori - romanzo di complotti vaticani

La copertina di Imprimatur nell'edizione del 2015
La copertina di Imprimatur nell'edizione del 2015

Nell’ultima classifica di vendita dei libri di “narrativa italiana” questa settimana è ritornato un romanzo pubblicato la prima volta nel 2002, evento piuttosto anomalo: si chiama Imprimatur, ed è un thriller storico ambientato in Vaticano, scritto da Rita Monaldi e Francesco Sorti. L’editore oggi è Baldini & Castoldi, nel 2002 era stato Mondadori. Domenica scorsa era al 14° posto nella classifica pubblicata dal Corriere della Sera, nel 2002 arrivò fino al 4°, ma poi uscì rapidamente suscitando polemiche su censure e complotti. Nel frattempo i suoi autori – che sono marito e moglie – si sono trasferiti a Vienna (in ragione delle accuse e minacce ricevute per il libro, hanno detto), hanno pubblicato romanzi in una cinquantina di paesi e venti lingue e il loro editore olandese dice che solo in Olanda hanno venduto 200mila copie, per esempio. Ma finora in Italia, dopo quella prima edizione Mondadori, quasi niente.

Nel 2002 il libro fu un piccolo caso che può essere visto come precursore del clamore suscitato, un paio di anni dopo, dalla teoria del complotto vaticano al centro del Codice da Vinci di Dan Brown. Le vicende narrate, a detta degli autori, si baserebbero sul ritrovamento da parte loro negli Archivi Vaticani e nell’Archivio di Stato di importanti documenti segreti che dimostrerebbero imbarazzanti rapporti tra gli inglesi e Papa Innocenzo XI, Benedetto Odelscalchi, del quale al momento dell’uscita del libro era in corso la canonizzazione. La storia è questa: nella Roma del 1683 ammorbata dalla peste, Atto Melani – cantante castrato diventato spia del re di Francia Luigi XIV – scopre che Papa Innocenzo XI Odescalchi, difensore della cristianità dai musulmani che assediavano Vienna, è complice della rivoluzione inglese per avere finanziato Guglielmo III d’Orange, cioè il principe protestante che in seguito avrebbe cacciato i cattolici Stuart dal trono d’Inghilterra.

Per questo – quando, dopo un inizio promettente, il libro smise di vendere –, furono ipotizzate presunte censure da parte di Mondadori per via di presunte pressioni da parte vaticana – accuse fatte proprie dagli stessi autori – mai argomentate con qualche solidità e a loro volta accusate di essere invenzioni promozionali. La casa editrice – che sostiene che semplicemente il libro vendette “così e così” e andò fuori catalogo dopo un’edizione tascabile – aveva intanto già venduto i diritti all’estero e nello stesso anno Imprimatur entrò in classifica in Spagna, Germania, Francia, Belgio, Ungheria, Serbia e Olanda. Nel 2003 Mondadori rese i diritti agli autori e cancellò Imprimatur dal catalogo italiano. La casa editrice olandese De Bezige Bij ne rilevò i diritti e qualche anno dopo ripubblicò Imprimatur anche in lingua italiana: 4 mila copie che furono vendute nelle librerie Hoepli al prezzo di 35 euro. Nel 2008 la piccola casa editrice Biblohaus pubblicò un libro di ipotesi sulla vicenda: Il caso Imprimatur di Simone Berni.

Imprimatur è concepito come il primo episodio di una saga che, una volta completata, comporrà una frase latina inventata dagli autori: «Imprimatur Secretum, Veritas Mysterium. Dissimulatio Unicum Opus» («Stampato il segreto, la verità rimane un mistero. L’unica opera è la dissimulazione»). Frase che potrebbe riferirsi tanto alle oscure trame vaticane quanto a quelle dei due autori.  Il processo di canonizzazione di Innocenzo XI previsto per il 2004 – incentivato, si diceva allora, in reazione agli attentati dell’11 settembre 2001 – non è mai stato concluso, dopo che nel 1956 era stato reso beato da Pio XII. In inglese sono stati pubblicati i primi tre volumi della saga, in Italia l’uscita del secondo libro, Secretum, è prevista per ottobre. L’editore sarà ancora Baldini e Castoldi – che ha acquisito i diritti dagli autori – e il protagonista ancora Atto Melani, questa volta impegnato a indagare sulla legittimità dei Borboni al trono di Spagna. In Baldini e Castoldi dicono che per ora non hanno ricevuto nessun segnale di fastidi per la pubblicazione.