• Mondo
  • Martedì 1 settembre 2015

La funzionaria del Kentucky che non permette alle coppie omosessuali di sposarsi

Si chiama Kim Davis e dice di agire «sotto l'autorità di Dio»: quattro coppie le hanno fatto causa

Kim Davis, impiegata di una contea del Kentucky, mentre discute della propria decisione di non rilasciare la licenza di matrimonio alle coppie omosessuali, 1 settembre 2015 (AP Photo/Timothy D. Easley)
Kim Davis, impiegata di una contea del Kentucky, mentre discute della propria decisione di non rilasciare la licenza di matrimonio alle coppie omosessuali, 1 settembre 2015 (AP Photo/Timothy D. Easley)

Kim Davis, una funzionaria della contea di Rowan, Kentucky, Stati Uniti, si è nuovamente rifiutata di rilasciare le licenze di matrimonio ad alcune coppie omosessuali dicendo di agire «sotto l’autorità di Dio». Davis si oppone al matrimonio tra persone dello stesso sesso per motivi religiosi e ha presentato diverse istanze a una Corte federale e poi alla Corte Suprema per vedere riconosciuta la propria posizione e ottenere l’autorizzazione a una sorta di obiezione di coscienza: la Corte Suprema ha respinto lunedì 31 agosto anche l’ultima richiesta presentata da Davis che non ha però cambiato né idea né condotta.

Lo scorso giugno la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva reso incostituzionali le leggi statali che vietavano il matrimonio gay, rendendolo di fatto legale in tutto il paese. La decisione era stata presa con cinque giudici favorevoli e quattro contrari e era stato stabilito che in base al Quattordicesimo emendamento della Costituzione americana – quello sull’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge – gli stati dovevano permettere a tutti i cittadini di sposarsi con chi volevano e riconoscere i matrimoni gay celebrati fuori dai loro confini. Alcuni stati che fino a poco prima proibivano il matrimonio omosessuale avevano iniziato ad avviare le pratiche per celebrarne i primi, compreso il Kentucky.

Dopo la sentenza di giugno, Kim Davis si è sempre rifiutata di rilasciare le licenze per i matrimoni omosessuali. Martedì 1 settembre l’impiegata ha deciso di rimanere nel proprio ufficio con la porta chiusa e le persiane abbassate. Quando due coppie che si sono viste respingere diverse volte nelle scorse settimane e proprio da Davis la licenza di matrimonio l’hanno invitata a un confronto: lei ha risposto che agiva in base «all’autorità di Dio». La funzionaria ha chiesto poi alle coppie e agli attivisti presenti di andarsene, e quando le è stato risposto che nessuno se ne sarebbe andato prima di aver ottenuto ciò che spetta loro di diritto lei ha ribattuto: «Allora avrete davanti a voi una lunga giornata». Sul posto è arrivato lo sceriffo della contea. Quattro coppie – due gay e due etero – hanno fatto causa a Davis: la prima udienza è stata fissata per il prossimo giovedì.

Le coppie di querelanti, secondo gli avvocati di Davis, potrebbero ottenere la licenza di matrimonio in un’altra contea ma loro hanno spiegato che «sarebbe un pericoloso precedente» e hanno sostenuto che le convinzioni personali di Davis non possono avere la priorità sulle funzioni e i doveri a cui Davis è tenuta per lavoro. Kim Davis ha invece sempre difeso le proprie credenze dicendo che le proibiscono di apporre il suo nome su un documento che permette l’unione in matrimonio di gay e lesbiche.

Un collega di Davis, che ha protestato al suo fianco, ha insistito che la funzionaria «non ha cercato di impedire i matrimoni omosessuali ma di difendere i diritti previsti dal Primo Emendamento» della Costituzione degli Stati Uniti, quello che garantisce la terzietà della legge rispetto alla religione e al suo libero esercizio. Fuori dall’ufficio della contea ci sono state manifestazioni a sostegno e contro la posizione di Davis. Per ora, il governatore Steven Beshear, democratico, non ha rilasciato commenti sulla questione.