Un po’ di dati sulle droghe in Italia

I numeri dicono che negli ultimi anni il consumo di droghe è molto diminuito, che in Italia è molto più basso che nel resto d'Europa e che le morti legate all'ecstasy sono pochissime

Pastiglie di Ecstasy.
(Martin Schutt/picture-alliance/dpa/AP Images)
Pastiglie di Ecstasy. (Martin Schutt/picture-alliance/dpa/AP Images)

In questi giorni in Italia si è parlato molto di droghe, a causa della morte di alcuni ragazzi nel giro di pochi giorni e di come si sia sospettato – in certi casi sbagliando – che quelle morti siano collegati all’uso di droghe. Molte testate si stanno occupando della questione usando toni squinternati e allarmisti, lasciando intendere che ci sia in Italia una “emergenza droga” – dopo l'”emergenza caldo”, l'”emergenza pitbull”, eccetera – cioè un aumento di casi di persone morte a causa del consumo di droga. Se si vanno a controllare un po’ di dati, però, si scopre che l’uso di droghe in Italia non è in aumento e che rispetto agli altri paesi europei è abbastanza modesto. Inoltre la sostanza di cui si scrive di più in questi giorni, l’ecstasy (anche chiamata più propriamente MDMA), non è affatto la più pericolosa.

Secondo la “Relazione sui dati relativi allo stato delle tossicodipendenze in Italia” dell’anno scorso – stilata dal dipartimento delle Politiche Antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri – i morti per droga in Italia sono diminuiti dal 1999 in modo molto considerevole: dai 1.002 del 1999 ai 344 del 2013. Più nel dettaglio, c’è stato un crollo nei primi anni del millennio, seguito da una leggera crescita nel 2004; negli ultimi anni invece la situazione è rimasta abbastanza stabile. Questi dati sono i più recenti a disposizione, e quindi – per quanto non siano recentissimi – sono gli unici sulla base dei quali ci si possa fare un’idea al momento: il fatto che il calo delle morti sia ormai più che decennale, e l’assenza di elementi che facciano pensare a un improvviso radicale aumento delle morti – al di là di alcuni isolati casi di cronaca – fanno pensare comunque che la situazione non sia cambiata moltissimo negli ultimi diciotto mesi.

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Nel 2013 per circa il 45 per cento delle morti per droga non è stato possibile rilevare la sostanza che ha causato il decesso. Come scrivono su Stradequesto vuol dire le sostanze erano più di una o che la morte è stata causata dall’effetto della sostanza su una condizione fisica particolare del soggetto. Il 42 per cento dei casi di morte è stato causato da eroina, l’8,4 per cento da cocaina, il 3,8 da metadone e nel resto dei casi – lo 0,8 per cento – da altre droghe. Si può dire quindi che indubbiamente l’eroina è la droga più letale, mentre le morti causate da consumo di ecstasy sono pochissime. In generale l’abuso di droghe ha un’incidenza molto bassa come causa di morte in Europa e ancora di più in Italia.

Per quanto riguarda il consumo di droghe da parte dei giovani in età scolastica, la cocaina, gli stimolanti (di cui fa parte l’ecstasy) e l’eroina hanno subìto complessivamente un calo negli ultimi 15 anni, anche se negli ultimi anni il consumo di stimolanti è leggermente aumentato. È aumentato invece molto il consumo di cannabis a partire dal 2011, anche se il consumo di questa sostanza è sempre stato molto maggiore delle altre nell’elenco ed è largamente considerato poco pericoloso dalla gran parte della letteratura scientifica (l’alcol è molto più pericoloso, per esempio).

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Prendendo in esame la popolazione generale dai 15 ai 64 anni, la situazione è ancora meno allarmante. Tutti i tipi di droghe considerate hanno subìto un crollo nei consumi dopo il 2008: in alcuni casi lieve (eroina e stimolanti), in altri molto ripido (cannabis e cocaina).

In generale i dati sul consumo di ecstasy in Italia sono bassissimi. Il Centro Europeo per il Monitoraggio delle Droghe e del Consumo di Droga (EMCDDA) segna come 0 per cento il consumo italiano rispetto agli altri paesi europei: in Francia è lo 0,2 per cento, in Inghilterra l’1,6 per cento, in Germania lo 0,4 per cento.

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Analizzando la mappa interattiva dell’EMCDDA si nota che l’Italia è indietro a tutti i maggiori paesi europei per il consumo delle droghe più diffuse, se si prende in considerazione la popolazione 15-64 anni. Abbassando l’età del campione a 15-34 il consumo aumenta, ma la situazione relativa agli altri paesi europei non cambia. Anche considerando la popolazione in età scolare – 15-19 anni – salgono di molto le cifre assolute, ma non cambia il confronto con paesi come Francia, Germania e Inghilterra.

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Nello specifico, l’ecstasy in Italia ha un prezzo abbastanza alto (circa 17 euro per pasticca) ma è abbastanza pura (cioè non viene mischiata con molte altre sostanze prima di essere venduta) rispetto a quella venduta negli altri paesi europei. Se volete approfondire prezzo, purezza e incidenza sulla popolazione di altri tipi di droghe potete guardare qui per l’Italia o qui per gli altri paesi europei.