Ora e sempre resilienza

Michele Serra spiega la differenza tra soffrire il caldo ed esserne atterriti e sconfitti

(Vincenzo Livieri - LaPresse)
(Vincenzo Livieri - LaPresse)

Michele Serra nella sua rubrica “Amaca” di oggi su Repubblica fa un elogio della resilienza, quella caratteristica psicologica che permette di sopportare pazientemente adattandosi a condizioni inevitabili. Serra si riferisce alle eterne lamentele sul caldo di questi giorni, che oltre a farci perdere la misura delle cose – fa più caldo del solito, tutto qui – ci impediscono di riconoscere la fondamentale differenza fra «tragedia e disagio, e tra dolore e malessere».

Tra i vari consigli per affrontare la canicola forse manca quello decisivo: la resilienza. Termine di origine metallurgica, indica la capacità di un metallo di resistere a urti e tensioni. È dunque il contrario della fragilità, che come è noto dipende dalla mancanza di elasticità.: chi non si piega, più facilmente si spezza. Per esteso, in psicologia e in senso lato il termine indica la capacità di sopportazione. Il resiliente patisce il caldo allo stesso modo del non resiliente: la differenza è che accetta il disagio come inevitabile, non si ribella dando in smanie e imprecando. Anche perché dare in smanie e imprecare aumenta, e di molto, la sudorazione e il malessere. La nostra società non è molto resiliente. Quasi ogni genere di disagio viene percepito come un’offesa inaudita.

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