Il “sertanejo”, la musica che non si ascolta nelle grandi città del Brasile

E di cui si parla molto per la morte del cantante Cristiano Araújo, sconosciuto alla classe dirigente e ai grandi media brasiliani

Il 24 giugno 2015 è morto in Brasile per via di un incidente stradale Cristiano Araújo, uno dei più famosi cantanti brasiliani di sertanejo, un genere musicale che mischia musica popolare brasiliana e pop contemporaneo. Araújo aveva 29 anni e nonostante avesse registrato un solo disco – uscito nel 2013 – da anni aveva già migliaia di fan. Come hanno notato diversi giornali internazionali, la morte di Araújo è stata l’occasione per sottolineare il notevole divario culturale fra i cittadini brasiliani della cosiddetta “classe dirigente” e quelli che vivono nelle periferie o si sono trasferiti da pochi anni nelle città più grandi. Il sertanejo è da anni molto diffuso nelle piccole città brasiliane, mentre è perlopiù sconosciuto nelle grandi città. Lo stesso termine sertão è traducibile in italiano come “entroterra”. El País ha scritto che «mentre milioni di persone erano in lutto per la morte di Araújo, altri non avevano la più pallida idea di chi fosse».

Anche il Guardian ha dedicato un articolo alla morte di Araújo e alla successiva “divisione” dei brasiliani e dei principale media del paese, che hanno la sede nelle grandi città come Rio de Janeiro e San Paolo.

Alla notizia della morte di Araújo, i canali televisivi brasiliani hanno interrotto la loro programmazione per trasmettere interviste esclusive coi parenti e gli amici del cantante, oltre che coi paramedici che erano arrivati sul luogo dell’incidente. Una delle più famose presentatrici brasiliane, Fátima Bernardes, ha mostrato la condivisa ignoranza di molti sul tema annunciando per sbaglio la morte del celebre calciatore Cristiano Ronaldo (per poi correggersi poco dopo). Pochi giorni dopo Zace Camargo, un altro famoso giornalista brasiliano, si è lamentato della “folle” copertura dei media della morte di Araújo, spiegando che la reazione per la morte di «una persona così sconosciuta» aveva rivelato «la povertà dell’anima culturale del Brasile».

Secondo Allan Oliveira, che insegna antropologia all’università di Santa Caterina a Florianópolis, in Brasile, la reazione probabilmente eccessiva dei media brasiliani è stata provocata dalla consapevolezza di sapere poco o nulla di Araújo, nonostante la sua estesa popolarità in alcune zone del paese: «i media sono concentrati a Rio de Janeiro e a San Paolo. C’è molta ricchezza culturale anche fuori da quell’asse, ma ci sono alcuni argomenti – e il sertanejo è uno di loro – di cui i media istituzionali non sanno niente».

Il sertanejo deriva da un tipo di musica popolare importato in Brasile dai missionari gesuiti nel sedicesimo secolo, che prevedeva un largo uso della melodie suonate con la chitarra. Il sertanejo ha perso la componente religiosa del suo antenato ma ha conservato un andamento molto melodico, che oggi ha unito a dei suoni moderni elettronici, un po’ da discoteca (il sertanejo più moderno è chiamato anche sertanejo universitário). Oggi è ascoltato da moltissimi giovani brasiliani – in questo momento cinque dei 15 dischi più popolari sull’iTunes brasiliano sono di sertanejo – ma è ancora snobbato dalla cosiddetta “classe dirigente”, che preferisce la musica brasiliana ispirata da quella africana o cantautori come Caetano Veloso e Gilberto Gil. Almeno una canzone di sertanejo, però, è famosa in tutto il mondo: “Ai Se Eu Te Pego”, di Michel Teló, diventata una hit mondiale nel 2011.