Da dove arriva la bandiera arcobaleno
È uno dei più importanti simboli della comunità LGBT e ha una storia bella e triste in cui c'entrano una drag queen, un omicidio e il "Mago di Oz"
Chiunque possieda un profilo Facebook ha probabilmente il newsfeed pieno di immagini profilo a cui è stata sovrapposta una bandiera arcobaleno. La bandiera arcobaleno è un simbolo della comunità LGBT che in molti stanno usando da venerdì scorso per festeggiare la decisione della Corte Suprema di rendere legali i matrimoni tra persone dello stesso sesso in tutti gli Stati Uniti. Inoltre è diventata da anni uno dei simboli più riconoscibili del “Gay Pride”, tanto che in inglese viene spesso chiamata “Gay Pride Flag”.
La bandiera arcobaleno fu inventata negli anni Settanta da Gilbert Baker, un artista e attivista per i diritti della comunità gay nato il 2 giugno del 1951 in Kansas. Baker ha raccontato di avere abbandonato l’esercito a 21 anni e di essersi poi appassionato al cucito: voleva imparare a crearsi vestiti da solo, come quelli di Mick Jagger e David Bowie. Quando si trasferì a San Francisco, Baker comprò una macchina da cucire e cominciò a farsi gli abiti che indossava quando andava nei locali della città per interpretare una drag queen. Per anni rimase molto attivo nella promozione dei diritti dei gay, ma il suo contributo più grande lo diede nel 1978, uno degli anni più importanti per la comunità LGBT (il termine usato per riferirsi a persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender).
Gilbert Baker nel 1999 (AP Photo/Ben Margot)
Baker era diventato amico di un importante leader del movimento per i diritti dei gay, Harvey Milk, un politico locale di San Francisco e uno dei primi funzionari pubblici a dichiarare pubblicamente la sua omosessualità (un personaggio a cui il regista Gus Van Sant ha dedicato nel 2008 il film “Milk”, con Sean Penn). Baker credeva che il messaggio di Milk e degli altri attivisti avesse bisogno di una bandiera attorno alla quale raccogliersi, un simbolo «che dicesse: “Ecco, questo è quello che sono!”». All’epoca il principale simbolo usato dalla comunità era un triangolo rosa con cui gli attivisti ricordavano il pezzo di tessuto che gli omosessuali erano costretti ad indossare durante il regime nazista. Baker pensava che era un simbolo potente, ma incredibilmente negativo. Ne voleva uno nuovo, che esprimesse gioia e amore per la vita: «Qualcosa di bello, qualcosa che venisse da noi e non che era stato messo su di noi».
Così un giorno prese alcuni pezzi di tessuto dalla compagnia che produceva bandiere per cui lavorava e si mise a cucire. Ne vennero fuori due bandiere: una bandiera americana con i colori dell’arcobaleno al posto delle strisce rosse e bianche e quella che sarebbe diventata la Gay Pride Flag. Oggi siamo abituati a considerare normale l’associazione dei colori vivaci al movimento LGBT, ma all’epoca l’arcobaleno aveva una simbologia molto differente. Ad esempio era associato alla medaglia ricevuta da tutti i militari americani che avevano partecipato alla Prima guerra mondiale. Ed era anche considerata un simbolo cristiano: fin dal Cinquecento gruppi di religiosi più o meno estremisti la utilizzarono per ricordare l’arcobaleno che nella Bibbia Dio inviò a Noé.
Baker non ha mai raccontato perché gli venne l’idea di utilizzare proprio un arcobaleno, ma secondo molti esperti fu un richiamo all’attrice Judy Garland, la prima icona del movimento gay, morta una decina di anni prima. Il ruolo più famoso interpretato da Garland è stato quello di Dorothy nel “Mago di Oz” e la canzone più famosa del film è “Somewhere Over the Rainbow”. Quale che fosse l’ispirazione di Baker, la bandiera venne utilizzata per la prima volta durante una manifestazione il 25 giugno del 1978 a San Francisco ed ebbe immediatamente un enorme successo. Pochi mesi dopo, il 27 novembre, Milk e il sindaco della città furono uccisi da un ex dirigente comunale. L’avvenimento scosse molto la comunità omosessuale di tutti gli Stati Uniti. La bandiera di Baker venne utilizzata moltissimo nelle manifestazioni che si tennero nei mesi successivi e divenne così un simbolo mondiale dell’intero movimento LGBT.
La prima versione della bandiera aveva otto strisce di colore, a differenza delle sei che ha oggi. Quando dopo l’assassinio di Milk amici e conoscenti cominciarono a chiedere copie della bandiera alla fabbrica per cui lavorava, Baker decise di eliminare la striscia rosa perché il tessuto di quel colore era difficile da trovare. Qualche mese dopo, per mantenere un numero pari di colori, decise di unire la striscia indaco e quella turchese in un’unica striscia blu. Questa settimana il MOMA, uno dei più importanti musei di arte contemporanea del mondo, ha deciso di acquistare la bandiera originale, quella ad otto colori, che sarà esposta nella galleria del design, insieme al simbolo @, a quello del riciclo e agli altri che hanno segnato la storia dell’ultimo secolo.