Colin Farrell sta diventando un attore vero?

Secondo l'Atlantic avrà la sua grande possibilità con True Detective, come era successo prima di lui a Matthew McConaughey

Colin Farrell fotografato prima di una cerimonia alla Hollywood Walk of Fame, 26 gennaio 2011 (ROBYN BECK/AFP/Getty Images)
Colin Farrell fotografato prima di una cerimonia alla Hollywood Walk of Fame, 26 gennaio 2011 (ROBYN BECK/AFP/Getty Images)

Nella seconda stagione della popolare serie tv True Detective, che negli Stati Uniti inizia il 21 giugno, uno dei tre protagonisti sarà il 39enne attore irlandese Colin Farrell (gli altri due saranno Rachel McAdams e Vince Vaughn). Per Farrell, il ruolo in True Detective – il cui cast è completamente cambiato rispetto alla prima stagione – arriva in un momento molto particolare della sua carriera: dopo essere diventato famoso da giovanissimo nel 2000 con un ruolo in Tigerland di Joel Schumacher, Farrell ha recitato in grosse e fallimentari produzioni americane, rischiando di uscire dal giro degli attori più apprezzati e famosi (anche a causa di alcuni problemi di dipendenza da droga).

Da qualche tempo però, come ha scritto il giornalista David Sims sull’Atlantic, Farrell ha cominciato a recitare in diversi buoni film, affrancandosi dalla parte del belloccio ribelle e dimostrando una certa versatilità. Secondo Sims, con la nuova stagione di True Detective Farrell avrà la possibilità di affermarsi definitivamente e di passare dall’essere considerato una «stella del cinema» all’essere definito «un attore». Cosa che è riuscita per esempio a Matthew McConaughey, il protagonista della scorsa stagione di True Detective, che dopo un inizio di carriera “da belloccio” oggi è diventato uno degli attori più apprezzati e inventivi in circolazione.

A 24 anni, Farrell ha recitato nella parte del protagonista in Tigerland, un film a basso costo ambientato durante la guerra del Vietnam in cui faceva la parte di una recluta “ribelle”. Negli anni successivi ha recitato anche in film di ottimo successo come S.W.A.T. di Clark Johnson e soprattutto Minority Report di Steven Spielberg. Dopo, secondo Sims, si è un po’ perso:

A soli quattro anni dal suo esordio a Hollywood, Farrell fece notizia per la parte del protagonista in due produzioni enormi che però sembravano confermare la sua etichetta di attore sopravvalutato. Il primo film fu Alexander, un lunghissimo dramma storico diretto da Oliver Stone incentrato e sulla vita del leggendario imperatore macedone. Farrell recitò la parte di Alessandro con un accento irlandese e affiancato da Angelina Jolie, che nonostante nella vita reale abbia un anno più di lui interpretava la parte di sua madre. Stone ha modificato più volte il film in occasione delle sue varie edizioni in DVD, ma tutto quel che ne è rimasto è il segno di un ambizioso fallimento.

Il suo successivo filmone uscì nel 2006: si intitolava Miami Vice ed era un poliziesco diretto da Michael Mann e ambientato negli anni Ottanta. Fu un film molto sperimentale con occasionali sprazzi di violenza da arma da fuoco. Il pubblico ne rimase perplesso. Farrell, dopo una produzione molto dura, andò in riabilitazione.

Sims fa notare che la carriera di Farrell in un certo senso è stata opposta a quella di attori apprezzati – fra cui Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence – che hanno cominciato con piccole produzioni e film indipendenti per poi costruirsi una propria carriera in film importanti e ad altissimo budget. Lo stesso Farrell in un’intervista del 2010 a Telegraph ha riconosciuto che l’essere diventato famoso molto presto gli ha fatto ottenere «una certa fama da “personaggio”, che senza dubbio fino a un certo punto è stata positiva. Ma poi c’è stato un momento in cui tutto sembrava crollarmi addosso».

La sua “rinascita” è iniziata con In Bruges, un thriller del 2009 di Martin McDonagh per la cui interpretazione vinse anche un Golden Globe. Negli stessi anni ha ottenuto ruoli secondari in Crazy Heart e Horrible Bosses, due film rispettivamente del 2009 e del 2011 dove ha recitato – molto bene – due parti parecchio diverse fra loro. Di recente, era in Miss Julie – una specie di film indipendente con Jessica Chastain e basato sull’omonimo testo teatrale dello scrittore svedese August Strindberg – e in The Lobster,  un film del regista greco Yorgos Lanthimos che all’ultimo Festival di Cannes ha vinto il Premio della Giuria.

True Detective è il suo primo, grosso ruolo televisivo negli ultimi 15 anni. Conclude Sims.

Nic Pizzolato, lo sceneggiatore di “True Detective”, ha consegnato a Farrell un testo pieno di dialoghi tosti e riflessivi, pronunciati in un grugnito a mezza voce. A prescindere dal fatto che la nuova stagione di “True Detective” regga o meno le aspettative che ha attirato dall’anno scorso, la partecipazione di Farrell, almeno, sembra suggerire che può accadere qualcosa di davvero speciale.