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  • Giovedì 11 giugno 2015

La TV pubblica greca ERT ha ricominciato le trasmissioni

Alle 6 di questa mattina, con l'inno nazionale e due giornalisti commossi: era un punto della campagna elettorale di Tsipras

La presentatrice Marilena Katsimi della tv pubblica greca ERT al trucco prima di cominciare, Atene, 11 giugno 2015 (AP Photo/Thanassis Stavrakis)
La presentatrice Marilena Katsimi della tv pubblica greca ERT al trucco prima di cominciare, Atene, 11 giugno 2015 (AP Photo/Thanassis Stavrakis)

L’emittente televisiva statale greca ERT, chiusa il 12 giugno del 2013 dal precedente governo greco guidato dal conservatore Antonis Samaras, ha ricominciato le trasmissioni alle 6 della mattina di giovedì 11 giugno. Il logo ERT è apparso sullo sfondo di una bandiera greca con l’inno nazionale e le immagini di alcuni luoghi simbolo del paese. I due giornalisti del telegiornale di ERT – visibilmente commossi – hanno cominciato il servizio dicendo: «Un buongiorno a tutta la Grecia in questo giorno molto speciale. Il segnale è cambiato. Vi promettiamo una radiotelevisione pubblica indipendente dal potere». La prima notizia è stata quella relativa ai negoziati tra la Grecia e i creditori internazionali con una dichiarazione del primo ministro Alexis Tsipras.

Durante la campagna elettorale, Tsipras e i membri del suo partito, Syriza, avevano promesso che avrebbero riaperto ERT, Ellinikí Radiofonía Tileórasi, che dopo la chiusura era stata rimpiazzata da un’altra emittente più piccola voluta da Samaras, NERIT. Il nuovo Parlamento greco guidato da Tsipras ha votato la legge per la riapertura di ERT a fine aprile, senza i voti dei conservatori di Nuova Democrazia. La legge prevede anche il reintegro degli ex dipendenti che vogliano tornare facendone richiesta. Al momento della sua chiusura, ERT impiegava circa 2.600 persone, ma centinaia sono andate nel frattempo in pensione e altre sono stati assunte da NERIT. Il costo di funzionamento del nuovo gruppo è di 60 milioni di euro l’anno, da coprire con il canone, fissato a tre euro al mese.

ERT continuerà ad andare in onda dalla vecchia sede di Agia Paraskevi, un quartiere nella zona nord di Atene. Trasmette su tre canali tv e quattro stazioni radio nazionali. ERT fa parte della European Broadcasting Union, organizzazione che rappresenta tutte le emittenti di servizio pubblico in Europa che al momento della chiusura aveva fatto sapere di non condividere la decisione. Dopo la riapertura, Tsipras ha parlato di «una grande vittoria per la democrazia». Stasera, fuori dalla sede, è previsto un grande concerto.

La chiusura improvvisa e senza preavviso di ERT nel giugno del 2013 aveva portato a grandi proteste e manifestazioni in tutta la Grecia. L’allora governo Samaras aveva motivato la sua decisione dicendo che ERT impiegava molte più persone rispetto agli omologhi degli altri paesi e costava molto di più, in rapporto a un’audience inferiore a quella delle televisioni private. I licenziamenti e la chiusura di ERT facevano parte delle misure decise dal governo all’interno del programma concordato con le autorità internazionali di tagli alla spesa pubblica per continuare ad avere i prestiti economici. La mossa aveva causato anche una crisi di governo, con l’uscita dalla coalizione di Sinistra Democratica, un piccolo partito di centrosinistra, che aveva minacciato la sopravvivenza della precaria maggioranza che sosteneva Samaras.

Dopo la decisione del governo, i giornalisti di ERT avevano occupato la sede e continuato a trasmettere via internet. Una settimana dopo, il Consiglio di Stato della Grecia, il più importante tribunale amministrativo del paese, aveva ordinato che l’emittente pubblica tornasse a trasmettere, sospendendo dunque il decreto legge del governo. Il tribunale aveva accolto il ricorso presentato da Pospert, il sindacato dei 2700 dipendenti ERT che erano stati licenziati. La riapertura era stata però «temporanea», in attesa che si costituisse per via legislativa un nuovo soggetto pubblico, come poi di fatto è avvenuto con NERIT che forniva comunque un servizio minore.