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  • Giovedì 11 giugno 2015

Su Amazon era disponibile la rivista dell’ISIS

I primi nove numeri di "Dabiq" sono stati disponibili online per più di dieci giorni, anche in Italia, prima di essere rimossi

La copertina del settimo numero della rivista Dabiq
La copertina del settimo numero della rivista Dabiq

Dal 24 maggio al 6 giugno la rivista in lingua inglese Dabiq – pubblicata e diffusa dallo Stato Islamico (o ISIS) a scopo di propaganda – è stata disponibile sui siti Amazon di molti paesi occidentali, tra cui anche l’Italia, scrive BBC. Dabiq esiste dal 2014 e fino ad ora si pensava fosse diffusa solo in formato PDF. Prende il suo nome dalla città di Dabiq, che si trova nel nord della Siria a circa 10 chilometri dal confine turco e che è considerata da alcuni il posto dove si svolgerà la definitiva battaglia tra cristiani e musulmani.

La descrizione del prodotto su Amazon descriveva Dabiq come “una rivista che con foto e articoli tratta temi che riguardano: tawhid (l’unità), manhaj (la ricerca della verità), hijrah (la migrazione), jihad (la guerra santa) e jama’ah (la comunità). International Business Time spiega che per poco meno di 20 euro era possibile acquistare i primi 9 numeri di Dabiqvenduti su Amazon da un utente  il cui nome era Al-Hayat Media, lo stesso nome di una delle piattaforme online usate dall’ISIS per diffondere il suo materiale di propaganda (l’utente è poi stato bloccato).

dabiq

International Business Time mostra nel suo articolo alcune immagini del processo d’acquisto attraverso il quale si potevano ordinare e ricevere in pochi giorni le edizioni di Dabiq. L’ipotesi più probabile è che le riviste siano state stampate a Middletown, in Delaware, dove ha sede una delle stamperie usate da chi voglia pubblicarsi da sé un libro su Amazon. I primi nove numeri di Dabiq sarebbero quindi stati stampati usando CreateSpace, un servizio di self-publishing messo a disposizione da Amazon. CreateSpace ha in realtà delle linee guida e dei sistemi di censura che non avrebbero dovuto permettere la stampa e la vendita di Dabiq. International Business Time ipotizza anche che le edizioni di Dabiq possano essere state messe online da un utente – che Amazon dovrebbe essere in grado di individuare – non direttamente collegato all’ISIS, forse più interessato al guadagno economico che alla propaganda. Amazon non ha per il momento spiegato o commentato la vicenda.