In Scozia si parla di nuovo del Buckfast

È un liquore molto popolare che contiene tantissima caffeina, prodotto da un'abbazia: secondo alcuni causa comportamenti aggressivi e pericolosi

La facciata dell'abbazia di Buckfast (Utente Flickr barnyz)
La facciata dell'abbazia di Buckfast (Utente Flickr barnyz)

Da anni in Scozia si discute se proibire o limitare la vendita del Buckfast Tonic Wine (“vino liquoroso Buckfast”), un liquore molto in voga da quelle parti che contiene un’altissima quantità di caffeina. È prodotto dall’abbazia cattolica benedettina di Buckfast, un paese nel sudovest dell’Inghilterra da cui prende il nome, e da anni è ipotizzato il legame tra il consumo della bevanda e comportamenti aggressivi – in alcuni casi anche criminali – a causa del mix fra caffeina e alcol. Negli scorsi anni questa ipotesi è stata supportata anche da uno studio e un’indagine di BBC. Nel 2006 l’allora primo ministro scozzese Jack McConnell definì il Buckfast un «segno distintivo» delle persone che hanno comportamenti anti sociali. Il New York Times ha ripreso la questione raccontando una proposta di legge presentata di recente del medico e parlamentare scozzese laburista Richard Simpson. La proposta di Simpson ha l’obiettivo di imporre un limite alla quantità massima di caffeina consentita nelle bevande alcoliche, di conseguenza anche sul Buckfast.

Il Buckfast è stato creato intorno al 1880 da alcuni monaci benedettini francesi arrivati nell’abbazia di Buckfast. Negli anni il metodo di produzione ha subìto delle leggere modifiche – per esempio l’aggiunta di conservanti – ma lo stesso sito dell’abbazia spiega che la ricetta è rimasta praticamente la stessa. Nonostante non venga bevuto nei dintorni dell’abbazia che lo produce, negli anni è diventato molto popolare in Scozia. Secondo una teoria citata dal Guardian, il Buckfast divenne popolare negli anni Settanta fra i tifosi della squadra di calcio del Celtic Glasgow – la cui maggior parte dei tifosi è cattolica – perché aveva un gusto simile al vino che si beve a messa durante la comunione: sia il Buckfast sia quel tipo di vino, infatti, sono infatti prodotti a partire dalla mistella, il liquido che si ottiene mischiando il mosto d’uva all’alcol etilico o all’acquavite. Secondo il giornalista esperto di alcolici Henry Jeffreys il Buckfast sa di «succo di ribes concentrato e sciroppo per la tosse».

Negli anni il consumo di Buckfast è stato spesso associato ai neds, cioè il nome con cui in Scozia vengono chiamati gli hooligan. Il giornalista del Daily Mail scozzese Kevin McKenna ha scritto che da studente universitario lo beveva per tenersi sveglio e riuscire a studiare anche di notte. Oggi il Buckfast viene venduto a 7 sterline (circa 9,5 euro) per una bottiglia da 0,75 litri, e ha una gradazione alcolica del 15 per cento. Circolano vari dati sulla quantità di caffeina presente nel Buckfast: secondo il New York Times è superiore a 300 milligrammi per litro, cioè quasi quattro tazzine di espresso (la legge proposta da Simpson prevede invece un limite di 150 milligrammi). È stato stimato che nel 2012 le entrate commerciali dell’abbazia, derivanti in gran parte dalle vendite del Buckfast, siano state di circa 6,6 milioni di sterline, cioè 9,8 milioni di euro. I monaci dell’abbazia si sono rifiutati di parlare col New York Times dei loro ricavi.

Secondo molti il mix fra alcol e caffeina contenuto nel Buckfast è direttamente collegato a un comportamento più aggressivo del normale. Un’indagine compiuta da BBC nel 2010 ha scoperto che fra il 2006 e il 2009 il Buckfast compare in 5.638 rapporti su attività criminali compilati dalla polizia del Strathclyde, una regione occidentale della Scozia: in pratica una media di tre rapporti al giorno della polizia locale citavano il Buckfast, in vari modi (la bottiglia del liquore, ad esempio, è stata usata come arma in 114 casi). Uno studio del 2009 su un istituto minorile scozzese citato dal New York Times ha scoperto che il 43,3 per cento delle persone contattate aveva bevuto del Buckfast prima di commettere un crimine.

Secondo Simpson, il medico deputato scozzese che ha proposto la legge, «non c’è alcun dubbio che le bevande che mischiano alcol e caffeina generano degli ubriachi “iperattivi”. È più probabile che persone del genere si mettano alla guida, oppure abbiano comportamenti sessuali pericolosi. Se bevi una certa quantità d’alcol diventi più debole e confuso, ma se lo combini con la caffeina è possibile che prima di quella fase subentri un comportamento piuttosto aggressivo». Non è ancora noto se il governo scozzese intende appoggiare la proposta di legge presentata da Simpson.

Stewart Wilson, il responsabile delle vendite della società che si occupa della distribuzione del Buckfast, ha detto che criticare il Buckfast negli anni è servito come espediente per «politici che volevano attirare l’attenzione su di sé» e ha aggiunto che «una bevanda alcolica è una bevanda alcolica. Dev’essere consumata in modo responsabile. Se qualcuno esagera con una certa bevanda alcolica, è colpa di quella persona, non della società che produce quella bevanda».