La Grecia sta finendo a secco

Entro poche settimane potrebbe finire definitivamente i soldi per pagare pensioni, stipendi e per ripagare i prestiti internazionali ricevuti in questi anni

Il primo ministro greco Alexis Tsipras (ARIS MESSINIS/AFP/Getty Images)
Il primo ministro greco Alexis Tsipras (ARIS MESSINIS/AFP/Getty Images)

Entro poche settimane la Grecia potrebbe finire definitivamente i soldi per pagare le pensioni, gli stipendi dei dipendenti pubblici e per ripagare i prestiti internazionali ricevuti in questi anni. Il modo di dire “giorni decisivi per la Grecia” è stato spesso abusato da quando il paese è entrato in una profonda crisi economica circa 7 anni fa, ma secondo diversi analisti la situazione sarebbe ormai critica: stavolta sono davvero “giorni decisivi”.

1,5 miliardi di euro
Secondo il giornale greco Kathimerini, nella prima settimana di maggio il primo ministro greco Alexis Tsipras aveva inviato una lettera al direttore del Fondo Monetario Internazionale (FMI), Christine Lagarde, per informarla che il suo governo non avrebbe avuto le risorse per pagare i 750 milioni di euro del prestito ricevuto dall’FMI. La settimana seguente il governo della Grecia ha però scoperto di avere a disposizione una riserva per pagare la rata del debito, intorno ai 762 milioni di euro.

Il fatto che inizialmente il governo greco pensasse di non farcela a pagare la rata ha però lasciato molto perplessi gli analisti, secondo i quali ora ci potrebbero essere seri problemi per il pagamento degli stipendi e delle pensioni a fine mese. Anche se il governo ce la facesse, si ripresenterebbe il problema delle nuove rate da pagare all’FMI già a partire dai primi giorni di giugno, con un nuovo pagamento da 305 milioni di euro. Il calendario per la restituzione dei prestiti a giugno è piuttosto fitto: entro la fine del mese la Grecia dovrà versare in tutto circa 1,5 miliardi di euro. Nel complesso si tratta del doppio del denaro che la Grecia ha dovuto versare a maggio (fino a ora il governo greco ha comunque sempre rispettato i pagamenti).

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Banche e collaterali
Come spiega Bloomberg, i problemi non si limitano comunque ai pagamenti per il Fondo Monetario Internazionale. Le banche greche iniziano a essere a corto dei “collaterali”, i titoli offerti in garanzia in cambio di un prestito da parte della Banca Centrale Europea (BCE). Il rischio è che di questo passo alcune banche possano diventare insolventi, incapaci quindi di ripagare i loro debiti con gravi conseguenze per i correntisti e più in generale per l’economia del paese. Secondo gli analisti di JPMorgan i collaterali potrebbero finire tra gli ultimi giorni di maggio e i primi di giugno. E anche le parole di Yves Mersch, uno dei membri della BCE non sono incoraggianti: “Siamo alla fine dei giochi: questa situazione non è sostenibile”.

Nuovo piano
Tra pochi giorni a Riga, in Lettonia, dovrebbe tenersi una nuova riunione dell’Eurogruppo – il centro di coordinamento dei ministri dell’Economia degli stati che fanno parte dell’euro – per discutere del problema della Grecia. Il governo greco deve presentare un piano più articolato di riforme alla luce degli ultimi sviluppi, ma secondo il Sole 24 Ore per ora il piano economico non è convincente:

Chi ha visto il testo provvisorio è molto preoccupato, conterrebbe 24 proposte diverse di aumenti di tasse, ma nessuna riforma dei mercati. Una nota interna sfuggita allo staff del Fondo monetario osserva che Tsipras ha «invertito il corso delle riforme del sistema pensionistico, del mercato del lavoro (dove progressi erano stati fatti) e della pubblica amministrazione».

Il corso delle nuove politiche non è invece specificato. Inoltre mancano «riforme strutturali di politica fiscale», un negoziatore definisce il documento greco «non in continuità col memorandum d’intesa sottoscritto dal governo Papademos nel marzo 2012», in occasione del secondo programma di assistenza tuttora in vigore.

Se il piano sarà ritenuto convincente, l’Eurogruppo potrà procedere con un’estensione degli aiuti da fornire alla Grecia e un rinvio delle scadenze per alcuni pagamenti. Il problema è che per convincere gli altri stati membri Tsipras dovrebbe tradire buona parte delle sue promesse elettorali, praticando nuovi tagli dopo quelli già effettuati dai governi che lo hanno preceduto. Anche per questo motivo la decisione su come recuperare denaro e fiducia da parte dei creditori è stata rinviata per settimane, ma i tempi ora iniziano a essere molto stretti: è possibile anche che si trovi una soluzione temporanea e quindi un nuovo rinvio, e che si vada quindi incontro ad altri “giorni decisivi”.