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  • Venerdì 24 aprile 2015

Tra Russia e Norvegia tornano rapporti normali

Ovvero pessimi, come trent'anni fa: esercitazioni aeree, linguaggi bellicosi e riaperture di vecchie basi militari sovietiche impensieriscono i norvegesi

A Russian military Beriev A-50 long range detection aircraft is among as many as 13 - 14 Russian military planes photographed by the Norwegian Air Force in International waters off the coast of Norway 17 August, 2007. Russian President Vladimir Putin announced Russia would immediately resume long-range strategic bomber flights on a "permanent" basis, ending its 15-year suspension of such missions. AFP Photo SCANPIX-HANDOUT (Photo credit should read Norwegian Airforce/AFP/Getty Images)
A Russian military Beriev A-50 long range detection aircraft is among as many as 13 - 14 Russian military planes photographed by the Norwegian Air Force in International waters off the coast of Norway 17 August, 2007. Russian President Vladimir Putin announced Russia would immediately resume long-range strategic bomber flights on a "permanent" basis, ending its 15-year suspension of such missions. AFP Photo SCANPIX-HANDOUT (Photo credit should read Norwegian Airforce/AFP/Getty Images)

Da diversi mesi le relazioni tra Norvegia e Russia sono piuttosto tese e vengono paragonate a quelle che c’erano tra i due paesi durante gli anni della cosiddetta “Guerra fredda”, il periodo in cui Unione Sovietica e stati comunisti dell’Europa dell’est appartenevano a un blocco distinto e avversario di quello che raggruppava gli Stati Uniti e i suoi alleati, tra cui la Norvegia. Qualche settimana fa il New York Times ha raccontato di questa nuova fase – o “vecchia fase” – dei rapporti bilaterali tra i due paesi, partendo da una storia molto particolare: quella del Generale Morten Haga Lunden, che iniziò la sua carriera nell’aeronautica militare negli anni ’80 e che oggi lavora in uno dei bunker scavati ai tempi della Guerra fredda, che attualmente ospita un commando militare norvegese della base di Bodø.

Nel corso del 2014 la base militare norvegese di Bodø ha rilevato il passaggio di 74 aerei russi nello spazio aereo internazionale limitrofo a quello norvegese, vale a dire il 27 per cento in più rispetto agli aerei russi registrati l’anno precedente. Gli aerei militari russi non hanno mai invaso i confini dello spazio aereo norvegese, cosa che invece hanno fatto con la Svezia e con i paesi del Baltico: l’atteggiamento recente aggressivo della Russia – percepito tale anche per le politiche decise dal presidente russo Vladimir Putin nella crisi in Ucraina orientale – ha comunque provocato diverse preoccupazioni nel governo della Norvegia. Il ministro della Difesa Ine Eriksen Søreide, per esempio, si è detto molto preoccupato a causa della decisione della Russia di riarmare alcune delle basi militari che erano state chiuse alla fine della Guerra fredda.

«Ci troviamo davanti a una Russia diversa. Alcune persone pensano che sia solo una situazione passeggera, ma non è così. La situazione è cambiata profondamente».

Di recente la Russia ha compiuto di frequente esercitazioni aeree senza dare il preavviso richiesto in questi casi dalle procedure standard. Il governo norvegese è anche preoccupato dal linguaggio bellicoso e dall’intensa propaganda russa: a marzo, per esempio, l’ambasciatore russo in Danimarca, Mikhail Vanin, ha detto che nel caso in cui il governo danese avesse deciso di aderire allo scudo anti missile, importante progetto di difesa della NATO, la Danimarca sarebbe diventata uno degli obiettivi potenziali delle armi nucleari russe. La Russia sta anche rafforzando la sua presenza militare nella regione dell’Artico, una zona considerata molto importante soprattutto per lo sviluppo di nuove vie per il passaggio dell’energia.

Katarzyna Zysk, ricercatrice dell’Istituto Norvegese di Studi di Difesa (IFS), ha detto: «La Norvegia è importante per la Russia non in quanto Norvegia, ma in quanto membro della NATO». In altre parole, la Norvegia è per la Russia una delle vie attraverso cui dimostrare alla NATO di essere tornata la potenza di un tempo, dopo un trentennio di “pausa”. Il problema, ha spiegato Zysk, non è dato tanto dall’aggressività russa, quanto dalla tendenza generale a non voler considerare la Russia come nemica, sottovalutando così il rischio che la situazione possa peggiorare irrimediabilmente da un momento all’altro. Già in passato si sono verificati episodi che avrebbero potuto aggravare la situazione: per esempio lo scorso dicembre, durante un’esercitazione un aereo russo ha sfiorato un aereo norvegese, rischiando di colpirlo.

Di fronte alle nuove minacce russe, il ministro della Difesa norvegese Ine Eriksen Søreide ha detto che il suo governo sta elaborando una doppia strategia: da una parte sta tenendo aperta la possibilità di una cooperazione militare con la Russia – sperando di attenuare la sua aggressività con la più classica politica dell’engagement, ovvero di un costante coinvolgimento basato sulla collaborazione; dall’altra sta aumentando aumentando il budget dedicato alla Difesa: le spese militari della Norvegia quest’anno dovrebbero passare dal 2 per cento al 3,3 per cento.
Secondo l’articolo del New York Times i militari norvegesi ritengono la situazione più familiare, in considerazione dei passati rapporti tra i due paesi, e hanno piuttosto vissuto l’interruzione delle tensioni tra Russia e Nato come un’anomalia: «Stiamo tornando alla normalità», ha detto Lunden.

Nella foto: un Beriev A-50 russo fotografato dall’aeronautica norvegese Norwegian Airforce/AFP/Getty Images