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  • Venerdì 17 aprile 2015

Miliband non farà un accordo con l’SNP

Nell'ultimo dibattito tv delle elezioni britanniche il capo dei laburisti ha rifiutato le offerte di collaborazione degli indipendentisti scozzesi, che potrebbero costargli la vittoria

Ed Miliband guarda Leanne Wood di Plaid Cymru, Natalie Bennett dei Verdi e Nicola Sturgeon dell'SNP che si abbracciano alla fine del dibattito, Londra, 16 aprile 2015. 
(STEFAN ROUSSEAU/AFP/Getty Images)
Ed Miliband guarda Leanne Wood di Plaid Cymru, Natalie Bennett dei Verdi e Nicola Sturgeon dell'SNP che si abbracciano alla fine del dibattito, Londra, 16 aprile 2015. (STEFAN ROUSSEAU/AFP/Getty Images)

Giovedì 16 aprile c’è stato il secondo e ultimo dibattito televisivo delle elezioni britanniche, che si terranno il 7 maggio. Il confronto – trasmesso da BBC dalle 20 alle 21:30 ora locale e moderato dal giornalista David Dimbleby – è stato soprannominato “the challengers’ debate”, “il dibattito degli sfidanti”, perché non erano presenti né il primo ministro britannico David Cameron né il suo alleato al governo Nick Clegg dei Liberaldemocratici. Hanno partecipato quindi i leader degli altri cinque partiti: il laburista Ed Miliband, principale sfidante di Cameron, Nicola Sturgeon dell’SNP (il partito indipendentista scozzese), Nigel Farage dello UKIP (partito di estrema destra), Natalie Bennett dei Verdi, e Leanne Wood di Plaid Cymru, il partito indipendentista gallese.

Dopo le dichiarazioni iniziali i candidati hanno risposto a cinque domande dal pubblico, composto da 200 persone selezionate per rispettare la composizione demografica e le intenzioni di voto; hanno avuto un minuto di tempo per rispondere a ciascuna domanda, seguito da 10 minuti di dibattito. L’evento si è poi concluso con gli appelli finali agli elettori.

La cosa più interessante del dibattito è stato il confronto tra Sturgeon e Miliband: in Scozia l’SNP sta sottraendo molti consensi tradizionalmente dei laburisti, rendendo incerta una vittoria generale di Miliband che altrimenti sarebbe stata molto probabile. Allo stesso tempo, però, gli indipendentisti scozzesi sono i più naturali alleati del Labour in vista di un governo di coalizione: ma hanno posizioni più estreme del Labour, e per questo Miliband pensa che un’alleanza politica sarebbe infruttuosa e impopolare. Per certi versi, lo SNP rappresenta per il Labour quello che l’UKIP è per i conservatori: un partito che appartiene in qualche modo alla sua “famiglia politica” ma con posizioni più estreme e quindi potenzialità di attrarre elettori delusi in uscita; allo stesso modo, però, un partito con cui è complicato se non impossibile allearsi dopo le elezioni. Così come Cameron dice che votare UKIP vuol dire fare un favore ai Laburisti, Miliband dice che votare SNP vuol dire fare un favore ai Conservatori.

Per tutta la serata Sturgeon ha offerto collaborazione con il Labour, dicendo di non voler fare un’alleanza con i Conservatori e di voler invece lavorare con Miliband, Wood e Bennett per cacciarli insieme dal governo. Secondo Sturgeon, l’SNP, i Verdi e Plaid Cymru possono spingere i laburisti a essere più coraggiosi e fare scelte più progressiste: «Posso aiutare il Labour a essere più coraggioso», ha detto a Miliband, «e a cacciare Cameron da Downing Street. Non girare le spalle a questa opportunità, la gente non ti perdonerà». Ha anche aggiunto: «Preferisci vedere Cameron tornare a Downing Street piuttosto che lavorare con l’SNP? Certamente non può essere questa la tua posizione».

Da parte sua, Miliband ha passato la serata a rifiutare l’aiuto di Sturgeon e a cercare di convincere gli elettori che votare gli indipendentisti scozzesi significa facilitare la permanenza dei Conservatori al governo. Ha detto di non volere allearsi con l’SNP perché è un partito che vuole spaccare il paese: «Abbiamo profonde differenze. Io non voglio mettere a rischio l’unione del Regno Unito. È un no, temo». Ha poi accusato Sturgeon di avere «un atteggiamento piuttosto bizzarro: dici di volere un governo laburista ma non dici mai di votarci. In Inghilterra dici “votate i Verdi”, in Galles “votate Plaid Cymru”, e lo sai anche tu che per ogni voto in meno dato al Labour aumentano le probabilità che finiremo con David Cameron e Nick Clegg, e forse anche con un po’ di Nigel in mezzo».

Miliband rifiuta le offerte di alleanza di Sturgeon:

L’unico esponente di destra al dibattito era Farage, che non ha perso occasione di mostrarsi polemico e sopra le righe come al solito. A un certo punto è stato fischiato dal pubblico, dopo aver accusato la BBC di aver pescato soltanto persone di sinistra. Ha ribadito che il sistema sanitario nazionale britannico (NHS) sta spendendo troppo per gli stranieri malati di HIV, sottraendo risorse ai malati britannici. Ha anche attaccato Miliband, dicendo che mente sull’immigrazione e che distorce le proposte dello UKIP sull’NHS: «Smettila di mentire! Lo UKIP crede in un sistema sanitario gratuito. Stai mentendo! Stai mentendo! Continui a mentire a milioni di persone e questo non ti farà vincere le elezioni».

Farage dice a Miliband che sta mentendo:

L’ultimo momento rilevante è stato il discorso finale di Miliband, che ha attaccato Cameron per la sua decisione di non partecipare al dibattito e in particolare di evitare un confronto diretto con lui: Cameron temeva infatti di venire oscurato da un altro candidato, che non dovendo difendere l’operato di governo e giocare in difesa sarebbe risultato facilmente agguerrito e brillante. Miliband si è quindi rivolto a Cameron invitandolo a un dibattito tra loro: «se pensi davvero che questa elezione ruoti attorno alla leadership, allora fa’ un dibattito con me. Credo nelle mie idee, il mio progetto per il paese funziona meglio per le famiglie lavoratrici della Gran Bretagna. Se non sei d’accordo, provalo. Fa’ un dibattito con me e permetti alle persone di decidere».

Sturgeon, Wood e Bennett si abbracciano davanti a Miliband tutto solo:

Stando a quel che dice un sondaggio condotto da Survation/Mirror, il dibattito è stato vinto da Miliband secondo il 35 per cento degli spettatori, seguito da Sturgeon col 31 e da Farage col 27. Non c’è un’opinione univoca se Cameron abbia fatto bene a non partecipare, ma i Conservatori hanno colto la palla al balzo descrivendo i rischi di una coalizione caotica in vista di una vittoria di Labour e SNP. Miliband ha dovuto fronteggiare le accuse di essere troppo moderato da parte di Sturgeon, Wood e Bennett, e dall’altra parte gli attacchi sull’immigrazione, l’NHS e la permanenza nell’Unione Europea di Farage. Secondo alcuni commentatori il risultato è stato favorevole a Cameron, che ha visto gli altri candidati attaccare il suo principale oppositore; secondo altri però Miliband se l’è cavata bene, mostrandosi sicuro di sé e smontando con decisione il punto di vista di Sturgeon.

Il dibattito per intero: