Il governo ha approvato il DEF

Ci sono le stime sulla crescita economica dei prossimi anni e Renzi ha promesso che non ci saranno nuove tasse (e cosa diavolo è il "tesoretto"?)

Venerdì 10 aprile il Consiglio dei ministri italiano ha approvato il DEF, il documento di programmazione economica e finanziaria in cui il governo anticipa quello che intende fare negli anni successivi e l’andamento che si aspetta dall’economia (la versione lunga su cos’è il DEF si legge qui). Lo scorso 7 aprile il governo aveva già “presentato” il DEF, anticipando alcune misure, ma l’approvazione vera e propria del documento è arrivata soltanto venerdì sera intorno alle 20, cioè alcune prima ora che scadesse il termine ultimo per inviare il DEF alla Commissione Europea (accadde lo stesso anche con la Legge di Stabilità, che venne approvata e inviata alla Commissione la sera del 15 ottobre, poche ore prima della mezzanotte).

Tra gli elementi più importanti contenuti nel DEF ci sono le stime della crescita del PIL per i prossimi anni. Il governo ha mantenuto una stima piuttosto bassa – alcuni dicono “realistica” – su quanto crescerà l’economia nel 2015: lo 0,7 per cento. Sempre secondo il governo, ci sarà una ripresa più veloce il prossimo anno, con il PIL che crescerà dell’1,4 per cento nel 2016 e dell’1,5 per cento nel 2017. Per quanto riguarda i conti pubblici, il pareggio di bilancio dovrebbe essere raggiunto nel 2018, mentre il rapporto debito-PIL dovrebbe cominciare ad abbassarsi dal 2016.

Nel corso della conferenza stampa di presentazione del documento, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha puntato molto su altri due elementi. Il primo è la promessa che nei prossimi 2 anni i tagli alla spesa pubblica che saranno compiuti dal governo non renderanno necessario alcun aumento dell’imposizione fiscale. Il secondo elemento è quello che Renzi ha chiamato il “tesoretto” e che oggi si trova sulle prime pagine di quasi tutti i giornali italiani, cioè 1,6 miliardi di euro “in più” che il governo deciderà come spendere nelle prossime settimane.

Renzi non è stato molto preciso nel descrivere da dove arrivano i soldi del “tesoretto”: a quanto pare provengono dalla differenza tra la vecchia stima di quanto il governo avrebbe speso nel 2015 e una nuova stima fatta proprio per il DEF in cui si immagina che il governo spenderà meno di quanto precedentemente immaginato. La differenza – che ricordiamo: è una stima – ammonta allo 0,1 per cento di PIL, cioè 1,6 miliardi. Renzi ha detto che sarà deciso nelle prossime settimane come saranno spesi questi soldi. Diversi giornali hanno pubblicato indiscrezioni sul fatto che probabilmente saranno utilizzati per estendere il “bonus da 80 euro” a molte più persone di quelle a cui è destinato oggi.