8 consigli dai professionisti di Airbnb

Il sito Fast Company li ha chiesti ai "Superhost", quelli che hanno fatto dell'affittare online le loro case una professione accurata e scientifica

(Jens Kalaene/picture-alliance/dpa/AP Images)
(Jens Kalaene/picture-alliance/dpa/AP Images)

Airbnb è una società fondata nel 2008 e che ha ottenuto da allora un enorme successo mondiale: attraverso il suo sito offre un servizio online che permette di affittare o subaffittare la propria casa, anche solo per pochi giorni. Oggi gli annunci Airbnb permettono agli utenti di alloggiare in 34mila città in circa 200 diverse nazioni e, in meno di dieci anni, 25 milioni di persone sono state in uno degli alloggi – sono oltre 1 milione – registrati sul sito. Secondo il sito di tecnologia TechCrunch Airbnb vale oggi circa 20 miliardi di euro, e secondo i dati di Skift.com, sito specializzato in analisi relative al settore turistico, il suo fatturato per il 2015 sarà di quasi 700 milioni di euro. I guadagni di Airbnb arrivano soprattutto dalle commissioni applicate sugli affitti (il 6-12 per cento su quanto paga l’ospite e il 3 per cento di quanto riceve chi affitta). Il guadagno mensile medio per gli utenti che negli ultimi tre mesi hanno messo a disposizione una stanza singola è di circa 300 euro nei casi del centro di Roma e Milano, e arriva a 800 euro in alcune zone di Manhattan.

Alcuni affittuari (host) usano Airbnb per arrotondare un altro stipendio, affittando una stanza nella casa in cui vivono o la loro intera abitazione in periodi in cui, per vari motivi, non è da loro occupata. Altri – secondo il sito Fast Company circa il 10% del totale – affittano invece una  o più case in cui non abitano, trasformando l’impegno Airbnb in una professione. L’interesse del sito non va verso il grande guadagno di pochi (anche perché da anni ci sono non pochi problemi al riguardo, un po’ come è successo per Uber) ma un medio e buon guadagno per tutti. Nasce da questo principio la figura del Superhost, una sorta di account premium, riconosciuto da Airbnb agli affittuari con determinate caratteristiche: almeno 10 ospiti in un anno, una veloce risposta alle richieste degli ospiti, poche prenotazioni cancellate e almeno l’80 per cento delle recensioni con 5 stelle.

Lo status di Superhost permette a chi affitta di ottenere, oltre a vari altri vantaggi, un badge che viene mostrato agli utenti in cerca di una casa o di una stanza e garantisce maggiore e migliore visibilità. I Superhost sono oggi circa 40mila. Fast Company ha chiesto ad alcuni di loro cosa suggeriscono per ottenere e mantenere il loro importante e remunerativo riconoscimento.

1. Le fotografie
Il primo consiglio può sembrare – spesso i primi consigli lo sembrano – ovvio. Ma non è così. Specialmente perché in Airbnb la concorrenza è molto alta e in una ricerca su Airbnb la maggior parte della pagina è occupata dall’immagine: e quando si cerca una casa le foto sono il fattore più immediato di una prima selezione. Poi c’è tutto il resto: il prezzo, la posizione, le condizioni d’affitto, la descrizione. Ma a tutte queste cose l’utente nemmeno arriva, se non è attratto dalla giusta fotografia. Ci sono anche fotografi, scrive Fast Company, che ottengono di alloggiare gratis, pagando gli host con delle foto professionali che fanno durante il loro soggiorno. O, più semplicemente, Airbnb offre un servizio fotografico professionale gratuito. Se invece preferite fare da soli, ricordatevi di aggiungere qualche dettaglio alle vostre foto: un vaso di fiori, degli asciugamani ben piegati in bagno, un letto ben fatto, una foto della vista dalla finestra (se ne vale la pena), una bottiglia di vino su quel tavolo sul balcone. Fotografate qualche dettaglio, ma non il superfluo: soprammobili, fornelli e stipiti delle porte non servono. Una decina di foto sono più che sufficienti: gli ospiti dovranno passarci qualche giorno, non viverci.

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2. Mettersi nei panni dell’ospite
In quella casa o in quella stanza siete voi a viverci, ricorda Fast Company. E quindi, per quanto crediate di conoscerne pregi e difetti, non ne conoscete pregi e difetti per un turista. Così come non servireste un piatto senza prima averlo assaggiato non dovreste nemmeno affittare una casa, o una stanza, in cui non avete provato a “vivere da turista”. Provate a mettervi nei panni di un turista che, magari con poche cose nello zaino, si trovi a dover passare alcuni giorni nella stanza che affittate. Scoprirete probabilmente qualcosa che manca o che fareste diversamente. E ai primi ospiti che avete, chiedetelo.

3. Il prezzo
Gli utenti scelgono Airbnb soprattutto per due ragioni: la prima è la possibilità di trovare un’atmosfera meno fredda e più familiare di quella di un albergo; la seconda è trovare qualcosa che costi molto meno, se no tanto vale andare in quel freddo e poco familiare, ma comodo, albergo. E, come in tutte le operazioni economiche di questo tipo, una casa affittata a poco è comunque meglio di una casa non affittata. E, soprattutto se siete dei nuovi host, un basso prezzo – se accompagnato da una buona qualità – può ottenere un’ottima recensione: che, magari dopo alcuni mesi, potrebbero permettervi di alzare il prezzo. Sempre ricordando che non è un albergo.

4. L’esperienza di stare lì
Se non potete competere con tutti i comfort e i servizi di un hotel, potete però anche offrire qualcosa in più: raccontate una storia, offrite un’esperienza. Gli utenti che scelgono Airbnb vogliono, oltre che spendere meno, vivere una vacanza più vera. Nel testo con cui presentate la vostra casa fate loro immaginare cosa faranno durante il loro soggiorno, dove potranno andare a fare la spesa, come potranno passare le loro giornate. Magari proprio grazie alla posizione o agli accessori che voi e la vostra casa gli offrirete: una bicicletta, una cucina attrezzata, un tavolo riservato in un ristorante.

5. Buone maniere
Scegliere un alloggio su Airbnb non è come prenotare un albergo su Booking.com. Nella grande maggioranza dei casi prima di concludere una trattativa – e dopo essere stati incuriositi da fotografie, prezzo e descrizione – i vostri aspiranti ospiti vi scriveranno una mail, chiedendovi informazioni. Rispondete il più in fretta possibile, con serietà e competenza, ma senza apparire troppo “professionali”. Ricordate che con ogni probabilità oltre che a voi gli utenti Airbnb hanno scritto a qualche altro host, attratti da alloggi altrettanto interessanti. Mostratevi gentili e disponibili, ma mai impazienti di chiudere la trattativa.

6. La giusta distanza
Molti viaggiatori scelgono Airbnb per la possibilità di conoscere qualcuno del posto, scambiarci qualche parola e, magari, passarci un po’ di tempo, e quel qualcuno potreste essere voi. Ma anche in questo caso ricordate che ci sono anche utenti che in realtà preferirebbero la riservatezza di un albergo ma, per questioni di costo, scelgono Airbnb. Provate a capire il tipo di cliente che avete di fronte e ricordate che la scelta su quando e quanto mettersi a parlare è meglio lasciarla ai vostri ospiti.

7. Proposte
Alcuni ospiti, specialmente quelli che soggiornano per poche notti, useranno la vostra casa come un albergo, al massimo come un bed and breakfast: per loro sarà un posto in cui dormire, fare colazione, farsi una doccia. Altri cercheranno invece un’atmosfera diversa e vorranno passare più tempo nella vostra casa. Fate in modo che possano, se vogliono, farsi un tè o un caffè. Che possano trovare libri da leggere, giornali, riviste, un puzzle, un gioco in scatola, un telecomando se vogliono guardare la televisione. E soprattutto – indispensabile per la maggior parte dei clienti – una connessione a internet.

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8. E offerte
Gli ospiti appena arrivati nella vostra casa saranno probabilmente stanchi. Sempre mantenendo una giusta distanza, provate a proporgli, appena arrivati, un regalo di benvenuto: una guida della città, una bottiglia di vino, una scatola di cioccolatini. Scegliete il regalo in base alle vostre possibilità e al tipo di ospite, ma non fatelo mai mancare. Qualsiasi ospite apprezzerà un omaggio extra non menzionato nella vostra descrizione e un regalo appena prima della partenza potrebbe essere quello che trasforma una buona recensione in un’ottima recensione.