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  • Mercoledì 25 febbraio 2015

L’assassino di Chris Kyle è stato condannato all’ergastolo

Eddie Ray Routh andrà in carcere a vita senza condizionale per avere ucciso il "cecchino più letale degli Stati Uniti" e il suo amico Chad Littlefield nel 2013

L’ex marine Eddie Ray Routh è stato condannato al carcere a vita per l’omicidio di Chris Kyle, il cecchino dei Navy SEAL di cui si è parlato molto negli ultimi mesi in seguito alla produzione del film American Sniper sulla sua vita e diretto da Clint Eastwood, e per avere ucciso Chad Littlefield, un amico di Kyle. La decisione è stata presa dopo due settimane di processo a Stephenville, una piccola città a circa 140 km a sud-est di Dallas, in Texas. La giuria popolare ha emesso il verdetto dopo due ore e mezza di consiglio e in seguito il giudice ha annunciato la pena del carcere a vita senza condizionale.

La vicenda di Kyle è molto conosciuta e non solo per il recente film, che ha ottenuto un Oscar, ma per un libro con le sue memorie che l’ex Navy SEAL pubblicò nel 2012. Tre anni prima Kyle aveva lasciato l’esercito, dopo avere lavorato per molto tempo in Iraq come tiratore scelto. Condusse numerose missioni di successo ed è considerato da molti il cecchino più letale nella storia degli Stati Uniti (nelle sue memorie Kyle raccontò della sua esperienza in guerra, ma ingigantì alcune vicende). La sua storia divenne ulteriormente popolare in seguito alla pubblicazione di un lungo articolo sul New Yorker nel 2012, che raccontava la sua storia incredibile e allo stesso tempo ne metteva in dubbio alcuni pezzi, evidenziando le contraddizioni nelle vicende raccontate.

Kyle e Littlefield avevano rispettivamente 38 e 35 anni quando furono uccisi nel 2013 da Routh, che all’epoca ne aveva 25. Stando alle ricostruzioni, Kyle e Littlefield avevano invitato al poligono di tiro Routh per distrarlo, per socializzare e aiutarlo con i suoi disturbi post traumatici da stress dovuti al ritorno dal fronte. I due furono uccisi con due armi di Kyle al poligono: Routh sparò in tutto 13 colpi e poi fu arrestato, dopo un inseguimento con la polizia.

Il motivo delle due uccisioni non è mai stato chiarito completamente, ma Routh era da tempo in una grave depressione. Durante i primi interrogatori, mostrati ai giurati nel processo, diede diverse versioni sulle cause dei due omicidi: disse di avere sparato perché temeva che lo stessero per uccidere o che volessero “rubargli l’anima”, in un’altra occasione di essersi offeso perché Kyle non gli aveva stretto la mano quando si erano incontrati la prima volta, di essere infastidito dall’odore di acqua di Colonia nel pickup di Kyle e del fatto che i due non gli avessero praticamente rivolto parola durante il viaggio verso il poligono di tiro.

E proprio sulle condizioni mentali di Routh all’epoca si sono concentrati gli avvocati della difesa durante il processo. Hanno sostenuto che il loro cliente fosse mentalmente instabile e che quindi non potesse essere condannato al carcere, ma semmai a un ricovero forzato in un ospedale psichiatrico. L’intero processo si è quindi focalizzato su questo aspetto, con i giudici che alla fine hanno dovuto decidere se Routh fosse affetto da demenza o se fosse solo disturbato mentalmente, ma comunque penalmente responsabile per l’uccisione di Kyle e Littlefield. Sulla base di numerose perizie e analisi sullo stato mentale di Routh e sulle sue dichiarazioni, rese dal giorno dell’arresto, i giurati hanno optato per questa ultima versione con un verdetto di omicidio, di conseguenza il giudice ha emesso la condanna per il carcere a vita senza condizionale.

Come spiega il New York Times, il processo si è svolto in modo paradossale: il giudice ha annunciato la sentenza a pochi chilometri di distanza da uno dei tanti cinema che, da settimane, ha in programmazione il film American Sniper sulla vita di Kyle, che sta ottenendo un grandissimo successo di pubblico. La sentenza è stata emessa a due giorni dalla notte degli Oscar a Los Angeles, con Taya Kyle, la vedova dell’ex Navy SEAL, che vi ha partecipato come ospite per poi tornare rapidamente in Texas per assistere alla fine del processo. Nella fase preparatoria del processo, il giudice chiarì che il semplice fatto di avere letto il libro di Kyle o di avere visto il film di Eastwood non sarebbe stata una condizione sufficiente per essere scartati nel corso della selezione della giuria popolare.