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  • Mercoledì 25 febbraio 2015

Le tre adolescenti inglesi che si sono unite all’ISIS

Sono arrivate in Siria attraverso la Turchia, ha detto la polizia, aiutate da una ragazza scozzese diventata una delle più attive reclutatrici dell'ISIS

CORRECTING DATE TO MONDAY FEB. 23 - This is three image combo of stills taken from CCTV issued by the Metropolitan Police in London on Monday Feb. 23, 2015, Kadiza Sultana, 16, left, Shamima Begum,15, centre and and 15-year-old Amira Abase going through security at Gatwick airport, before they caught their flight to Turkey on Tuesday Feb 17, 2015. The three teenage girls left the country in a suspected bid to travel to Syria to join the Islamic State extremist group.(AP Photo/Metropolitan Police) NO ARCHIVE
CORRECTING DATE TO MONDAY FEB. 23 - This is three image combo of stills taken from CCTV issued by the Metropolitan Police in London on Monday Feb. 23, 2015, Kadiza Sultana, 16, left, Shamima Begum,15, centre and and 15-year-old Amira Abase going through security at Gatwick airport, before they caught their flight to Turkey on Tuesday Feb 17, 2015. The three teenage girls left the country in a suspected bid to travel to Syria to join the Islamic State extremist group.(AP Photo/Metropolitan Police) NO ARCHIVE

Martedì 24 febbraio la polizia britannica ha detto che tre studentesse londinesi hanno probabilmente raggiunto la Siria dopo essere scomparse nei giorni scorsi. La polizia crede che le tre ragazze – Shamima Begum, 15 anni; Kadiza Sultana, 16 anni; Amira Abase, 15 anni – siano andate in Siria per unirsi allo Stato Islamico (o ISIS). Tutte e tre provengono dalla parte orientale di Londra, frequentano la stessa scuola, sono amiche e secondo le famiglie non avevano mostrato segni visibili di adesione all’estremismo islamico. Secondo le prime ricostruzioni della polizia, Begum, Sultana e Abase hanno organizzato il viaggio con l’aiuto di un’altra donna che si trova già da tempo in Siria.

Il 17 febbraio le tre ragazze, scrive il New York Times, hanno detto alle loro famiglie che sarebbero state fuori casa tutto il giorno: un’immagine di una telecamera di sicurezza dell’aeroporto di Gatwick, uno degli aeroporti di Londra, ha mostrato però che Begum, Sultana e Abase quel giorno hanno preso un aereo della compagnia Turkish Airways diretto a Istanbul, in Turchia (la Turchia è da tempo una via d’accesso per gli occidentali che sono diretti in Siria). Non è il primo caso di questo genere di cui si occupa la stampa britannica: lo scorso dicembre anche un compagno di classe delle tre ragazze era partito per la Siria. Lo scorso anno due gemelle 17enni provenienti da Manchester avevano fatto lo stesso.

Gatwick Kadiza Sultana, Shamima Begum e Amira Abase all’aeroporto di Gatwick, vicino Londra. (AP Photo/Metropolitan Police)

Le famiglie delle tre ragazze hanno criticato i servizi di sicurezza britannici per non averle fermate in tempo, nonostante le loro attività online fossero monitorate da settimane. La loro scomparsa è arrivata pochi giorni dopo che il Regno Unito ha approvato una nuova legge anti-terrorismo pensata per limitare il flusso di cittadini britannici verso la Siria. La legge rende più facile per le autorità di frontiera confiscare i passaporti delle persone sospettate di voler combattere il jihad, oltre a garantire loro più potere nel bloccare il ritorno in patria di coloro che sono andati a combattere con gruppi terroristi.

La donna che avrebbe aiutato le tre ragazze ad andare in Siria si chiama Aqsa Mahmoud, 20enne scozzese di Glasgow. Mahmoud ha lasciato la sua casa nel novembre del 2013. L’avvocato della famiglia di Mahmoud, Aamer Anwar, ha raccontato che nessuno dei familiari ha capito come sia avvenuta la “radicalizzazione” della ragazza: la sua famiglia è musulmana ma né la madre né la sorella indossano il velo, per esempio. Anwar ha detto che prima di partire Mahmoud aveva cominciato a indossare il hijab e diventare sempre più attenta e partecipe riguardo gli eventi in Siria. Oggi, dicono diversi centri studi che si occupano di monitorare le attività online dell’ISIS, Mahmoud vive a Raqqa, la proclamata capitale dell’ISIS, in Siria. Si occupa soprattutto del reclutamento di altre giovani occidentali attraverso diversi account Twitter e un blog. Il New York Times racconta com’era Mahmoud prima di andare in Siria:

«Ascoltava i Coldplay, leggeva i libri di Harry Potter e beveva l’Irn Bru, un soft drink scozzese. Voleva diventare una farmacista o una dottoressa»

Secondo il centro studi “SITE Intelligence Group”, nel corso dell’ultimo anno Mahmoud è diventata una delle reclutatrici più attive dell’ISIS: tramite il suo blog fornisce consigli su come entrare in contatto col gruppo, come arrivare in Siria e su cosa portare con sé. Parlando del freddo inverno siriano, per esempio, ha scritto: “Sorelle, non dimenticate di portare vestiti pesanti o ve ne pentirete”. Riguardo a come prendere contatti con l’ISIS, ha scritto: «Sorelle, in nome di Allah, quando chattate non approcciate gli uomini, parlate con le donne. Conosco molti uomini con cui siete in contatto che sono sposati. Abbiate un po’ di rispetto per voi stesse e non siate delle rovinafamiglie :).” Mahmoud ha anche incitato più volte i sostenitori dell’ISIS a compiere attacchi terroristici in Occidente.

Europol, l’agenzia che coordina le polizie europee, ha detto che sono circa 3mila i cittadini europei che sono andati in Siria e Iraq (il numero potrebbe essere comunque molto più alto). Secondo il Soufan Group, una società che fornisce servizi di intelligence a governi e organizzazioni internazionali con base a New York, le donne occidentali che si sono unite a gruppi islamici in Siria e Iraq sono circa 550, di cui un centinaio britanniche. Ross Frenett, ricercatore dell’Institute for Strategic Dialogue (un centro di ricerca londinese che studia gli estremismi), le donne che si uniscono a questi gruppi sono generalmente più giovani degli uomini. In particolare, le donne che si uniscono all’ISIS finiscono per diventare le mogli dei miliziani del gruppo.