Carnevale in mezzo mondo

Le solite belle foto dei soliti coriandoli, carri, maschere, ballerini e trampoli, dalla Spagna a Trinidad e Tobago, da Venezia a Rio de Janeiro

Un partecipante alla gara di "Moko Jumbie", una danza sui trampoli, al carneval di Port of Spain, 13 febbraio 2015. 
(REUTERS/Andrea De Silva)
Un partecipante alla gara di "Moko Jumbie", una danza sui trampoli, al carneval di Port of Spain, 13 febbraio 2015. (REUTERS/Andrea De Silva)

Il Carnevale più famoso è quello di Rio de Janeiro, in Brasile, con i ballerini delle varie scuole di samba colorati, ricoperti di piume e poco altro. Ma la canonica e conformista ricorrenza del Carnevale si festeggia un po’ in tutto il mondo, e in ogni paese a modo suo: in Italia si va dalle maschere veneziane alla battaglia delle arance di Ivrea; in Spagna è famoso quello di Laza, con gli uomini vestiti da diavoli che lanciano fuliggine ai passanti risparmiando solo le mascaritas, in abiti femminili e col volto coperto da un panno bianco. Anche per questo tipo di tradizioni, nonostante il suo canonico conformismo – ci citiamo: una festa “in cui sono imposte per calendario l’innovazione e la creatività, che si risolvono sempre nei soliti coriandoli, nei soliti carri di cartapesta e nelle solite tristissime mascherate” – il Carnevale rimane una festa fotograficamente notevole.

In Brasile convivono le sfilate degli adepti del candomblé – una religione nata dalla fusione di cristianesimo, religioni africane e credenze indigente – vestiti di bianco e il carnevale del fango di Paraty, una città costiera a circa 250 chilometri a sud di Rio de Janeiro, con i partecipanti che indossano maschere paurose dopo essersi cosparsi il corpo di fango nero (le celebrazioni sono state sospese il 16 febbraio a causa di una sparatoria in cui è morta una persona). A Nizza ci sono i tradizionali carri satirici mentre a Colonia clown mattutini e solitari e a Trinidad e Tobago si fa a gara a chi sa ballare meglio sui trampoli. È stata invece cancellata la parata carnevalesca della città di Braunschweig, la più grande della Germania del nord, a causa di un generico allarme terroristico.