Una nottata movimentata alla Camera

Mentre dormivamo l'esame delle riforme costituzionali è proseguito a oltranza, tra grandi proteste delle opposizioni e deputati del M5S che hanno dato della "serva" a Laura Boldrini

Nella notte tra mercoledì 11 e giovedì 12 febbraio i lavori della Camera sulle riforme costituzionali sono proseguiti a oltranza, con numerose e rumorose proteste di parte dell’opposizione. La decisione di continuare la seduta oltre le 22 è stata presa dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, dopo avere messo ai voti la proposta in tal senso presentata dal Partito Democratico con il sostegno di Nuovo Centro Destra e di altri gruppi parlamentari più piccoli. All’annuncio, molti deputati del Movimento 5 Stelle hanno lasciato i loro banchi per andare a occupare quelli del governo, come avevano già fatto in passato. I commessi si sono schierati e glielo hanno impedito; il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, è rimasto ai banchi del governo. I deputati del M5S hanno accusato il governo di voler modificare la Costituzione «di notte» e non «alla luce del sole».

I deputati del M5S hanno urlato diversi slogan contro i parlamentari del PD, definendoli “buffoni” e in seguito se la sono presa con Boldrini, gridandole contro più volte “serva”. La seduta è diventata ingovernabile e la presidenza della Camera ha preferito sospendere la seduta. Anche i deputati di Sinistra Ecologia Libertà hanno protestato. Quando una seduta prosegue a oltranza non è possibile presentare nuove proposte di modifica ai provvedimenti in discussione, ma solo proseguire l’esame degli emendamenti e dei subemendamenti già presentati.

Dopo la sospensione per le proteste del M5S intorno alle 23:10, la seduta è ripresa alle 23:40 sotto la presidenza di Marina Sereni del PD. Anche verso di lei ci sono state urla con diversi deputati del M5S che urlavano “serva”. La discussione è poi ripresa ma si è concentrata più che altro sulle procedure seguite per proseguire a oltranza la seduta, con numerosi interventi delle opposizioni. Intorno alle 00:35 di giovedì, Sereni ha constatato che non c’era possibilità di proseguire seriamente il dibattito e ha sospeso nuovamente la seduta. Boldrini ha riassunto la presidenza intorno alle 2 di notte, ha spiegato di avere seguito il regolamento della Camera per quanto riguarda il proseguimento a oltranza e ha infine disposto la sospensione dei lavori fino alle 9 di questa mattina.

Nel complesso l’intera giornata di ieri alla Camera è stata molto tesa, con parte dell’opposizione che ha cercato più volte di fare ostruzionismo per rallentare l’esame delle riforme costituzionali. Ci sono state tensioni anche tra NCD e Lega Nord, quando il deputato Sergio Pizzolante è intervenuto a nome di NCD per confermare l’appoggio alla proposta del PD di proseguire a oltranza la seduta, chiedendo ai colleghi di evitare “speculazioni di bassa lega, dico non a caso bassa lega”. Alcuni deputati leghisti hanno lasciato i loro banchi per raggiungere quello di Pizzolante e sono dovuti intervenire i commessi per fermarli.