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  • Sabato 7 febbraio 2015

Nessun accordo sull’Ucraina, per ora

Merkel e Hollande hanno rimandato tutto a domenica, quando parleranno di nuovo con i presidenti di Russia e Ucraina

Il presidente francese François Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno annunciato che domenica discuteranno un piano di pace per risolvere il conflitto in Ucraina durante una conferenza telefonica con il presidente russo Vladimir Putin e con quello ucraino Petro Porosohenko. Il piano è stato preparato da Merkel e Hollande dopo un incontro avvenuto giovedì a Kiev con Poroshenko a cui è seguito il giorno dopo un incontro a Mosca con Putin.

Secondo il Telegraph, uno dei pochi giornali a dare qualche dettaglio sul contenuto del piano, la proposta di Merkel e Hollande contiene un’offerta di maggiore autonomia alle regioni dell’Ucraina orientale, ma senza arrivare alla soluzione federale che consenta loro una politica estera e di difesa autonome da Kiev. Merkel ha detto che le prospettive del piano di pace sono «incerte, ma vale la pena fare un tentativo». Per permettere l’entrata in vigore del piano, Merkel e Hollande faranno pressioni alle due parti per stabilire una nuova tregua che obblighi i contendenti a ritirare artiglieria e altre armi pesanti dal fronte.

In realtà in Ucraina da settembre è in vigore una tregua che imporrebbe proprio questo genere di limitazioni ai due schieramenti, ma l’accordo di fatto non è mai stato rispettato. La tregua è stata firmata a Minsk, in Bielorussia, lo scorso settembre e ha portato per alcuni mesi a una riduzione dell’intensità degli scontri senza però mai fermarli del tutto. Nelle ultime settimane, i combattimenti si sono nuovamente intensificati, con l’impiego da entrambe le parti di grandi quantità di carri armati e artiglieria. Dalla firma della tregua i ribelli hanno conquistato oltre 500 chilometri quadrati di territorio, incluso l’aeroporto di Donetsk, e hanno cominciato l’attacco alla città di Debaltseve, importante snodo ferroviario della regione di Donetsk. Secondo quanto scrivono i siti di news occidentali, la nuova proposta prevede che ai ribelli venga riconosciuto un alto livello di autonomia su tutto il territorio che controllano (quindi anche sulle recenti zone conquistate).

La questione delle armi all’Ucraina
L’amministrazione americana sta valutando da diversi giorni la possibilità di dare armi all’esercito ucraino, come richiesto dal governo di Kiev (si parla di equipaggiamento non troppo sofisticato: missili anti-carro e droni di ricognizione, per esempio). In quella che è sembrata una critica al piano, Merkel ha dichiarato che la soluzione alla crisi «non può essere di natura militare». Già in passato – in altre situazione di grande instabilità, come l’Afghanistan e l’Iraq – gli Stati Uniti hanno fornito armi ai loro alleati: il New York Times ha scritto che le preoccupazioni di fare altrettanto con l’Ucraina riguardano per lo più i rapporti storici che legano l’esercito ucraino all’apparato di sicurezza della Russia. Samyon Semenchenko, leader paramilitare pro-governo e parlamentare ucraino, ha detto: «Spesso non si può dire dove finisce il FSB [i servizi segreti russi, che sono succeduti al più noto KGB] e dove iniziano le nostre unità militari».

Le spie filo-russe in Ucraina
La tensione tra Ucraina e Russia non sembra diminuire in questi giorni di colloqui diplomatici. Mercoledì 4 febbraio il capo dei servizi di sicurezza ucraini, Valentyn Nalyvaichenko, ha accusato il tenente colonnello Mykhailo Chornobai di essere al centro di un caso piuttosto grosso di spionaggio. Chornobai avrebbe passato delle informazioni segrete riguardanti l’esercito ucraino a un agente dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk. Il New York Times ha scritto che Dmytro Tymchuk, membro dell’esercito e del Parlamento ucraino, ha detto che Chornobai è una delle circa 300 persone che stanno lavorando in ambienti militari ucraini e che sono state arrestate dall’inizio della guerra in Ucraina orientale. Igor Koziy, analista militare ucraino del gruppo di ricerca Institute for Euro-Atlantic Cooperation, ha detto: «È un problema grosso: dovremmo cambiare completamente la struttura del nostro esercito». Anche per queste “infiltrazioni”, gli Stati Uniti sono scettici a fornire armi all’esercito ucraino.