Le violenze dell’ISIS sui bambini
Un rapporto dell'ONU dice che i miliziani del gruppo estremista crocifiggono, bruciano vivi e vendono come schiavi del sesso i bambini iracheni
Mercoledì 4 febbraio il Comitato ONU sui diritti dell’infanzia (CRC, la sigla in inglese con cui è conosciuto) ha diffuso nuove informazioni sullo Stato Islamico (IS o ISIS), riguardanti alcune pratiche particolarmente brutali nei confronti dei minori. Il CRC ha detto che i miliziani rapiscono i bambini iracheni nei mercati per venderli come schiavi del sesso, e crocifiggono e bruciano vivi molti giovani. I ragazzi iracheni con meno di 18 anni vengono usati sempre più spesso dallo Stato Islamico per compiere attacchi suicidi e fare da scudi umani agli edifici presi di mira dagli attacchi aerei statunitensi. Renate Winter, esperto del CRC, ha detto a Reuters che il fenomeno ha raggiunto dimensioni rilevanti.
Durante una conferenza stampa tenuta mercoledì, Winter ha detto: «Sappiamo di bambini, soprattutto con disabilità mentali, usati come attentatori suicidi, molto probabilmente senza capire nemmeno cosa stanno per fare. È stato postato per esempio un video online che mostrava dei bambini, approssimativamente di otto anni o meno, essere addestrati per diventare dei soldati». A metà gennaio lo Stato Islamico aveva diffuso un video che mostrava l’uccisione da parte di un ragazzino di due uomini accusati di essere delle spie russe (il ragazzino era già stato ripreso in passato in un altro video di propaganda dello Stato Islamico e aveva detto di provenire dal Kazakistan). I miliziani dello Stato Islamico, dice il CRC, ha compiuto “sistematici atti di violenza sessuale» su molti bambini. Winter ha aggiunto che la maggior parte dei bambini coinvolti appartiene alle minoranze irachene (cristiani, curdi, yazidi), ma non solo: molti vengono reclutati nei campi profughi.
La valutazione fatta del CRC, formato da diciotto esperti indipendenti, parla anche di diversi casi di esecuzioni di massa e decapitazioni di ragazzi giovani. L’ISIS non è la sola fazione in guerra a violare i trattati internazionali in termini di diritti umani, anche dei minori. L’ONU ha scritto che anche le milizie irachene che combattono contro l’IS reclutano combattenti molto giovani: lo stesso vale per l’Esercito Libero Siriano, il gruppo di ribelli considerato tra i più moderati che combatte contro il regime del presidente Bashar al Assad in Siria.
Il CRC è l’organo delle Nazioni Unite incaricato di controllare che venga rispettata la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, un trattato sui diritti garantiti ai minori di 18 anni sottoscritto da tutti i paesi membri dell’ONU ad eccezione della Somalia, del Sud Sudan e degli Stati Uniti. La Convenzione chiede che tutti i paesi membri si presentino periodicamente al CRC per verificare il loro grado di rispetto dei diritti umani (la valutazione sull’Iraq è la prima del CRC dal 1998). Il documento del CRC è basato su informazioni ricevute dal governo iracheno, da organizzazioni non governative e da testimonianze dirette. Già ad ottobre l’organizzazione internazionale Human Rights Watch aveva diffuso un rapporto contenente diverse informazioni riguardo le violenze dell’ISIS nei confronti di giovani donne, molte delle quali con meno di 18 anni: nel rapporto si parlava di matrimoni forzati, violenze sessuali e schiavismo.