Un altro guaio per Google Street View

Una donna canadese era stata fotografata da una Google Car con una evidente scollatura: Google le ha pagato i danni

LONDON - OCTOBER 02: A Google Street View camera car waits at a light on Bury Place on October 2, 2008 in London, England. The innovation of Google mapping now allows users to view a 360 degree view of areas covered by such camera vehicles, sparking controversy in Europe for invasion of privacy. (Photo by Harold Cunningham/Getty Images)
LONDON - OCTOBER 02: A Google Street View camera car waits at a light on Bury Place on October 2, 2008 in London, England. The innovation of Google mapping now allows users to view a 360 degree view of areas covered by such camera vehicles, sparking controversy in Europe for invasion of privacy. (Photo by Harold Cunningham/Getty Images)

Un giudice di Montreal, in Canada, ha recentemente condannato Google a pagare 2.250 dollari canadesi (circa 1.590 euro) a una donna che nella sezione Street View di Google Maps veniva mostrata con una evidente scollatura mentre sedeva davanti alla propria casa. La foto è stata inserita nel marzo del 2009 su Street View, che ricostruisce in 3D una certa via presente su Maps grazie alle foto scattate in giro per il mondo dalle Google Car. La donna, Maria Pia Grillo, ha detto di averla scoperta cercando la propria casa su Street View nell’ottobre dello stesso anno: poche settimane più tardi, dopo aver cercato di contattare Google senza ottenere risposta, scrisse una lettera alla società lamentandosi del fatto che anche la targa della sua macchina e l’indirizzo di casa sua erano visibili, cosa che la faceva sentire «molto vulnerabile».

Nel 2011 Grillo fece causa a Google, che a quel punto oscurò maggiormente l’immagine – di solito oscura il volto delle persone fotografate – rifiutandosi però di pagare il risarcimento richiesto (inizialmente la donna aveva chiesto 45mila dollari canadesi, poi era scesa a 7mila). Grillo aveva spiegato nella causa che per via della sua foto presente in Street View aveva sofferto di depressione ed era stata presa in giro dai suoi colleghi con battute a sfondo sessuale (lavorava in una banca, da cui secondo un tabloid canadese si sarebbe in seguito licenziata). Il giudice, con una decisione presa il 3 ottobre 2014, ha dato ragione a Grillo – esprimendo però delle perplessità sul fatto che la donna abbia aspettato due anni per fare causa – spiegando che aveva subito «una perdita significativa del proprio riserbo e dignità». Il giudice ha detto anche di avere adottato per questo caso un approccio «europeo» alla questione.

Il giudice si riferisce probabilmente a una serie di cause sullo stesso tema perse da Google in vari tribunali europei, che si inseriscono nel filone dei guai fra gestori di grandi quantità di dati privati e autorità giudiziarie (esiste una pagina di Wikipedia dedicata esclusivamente ai problemi di invasione della privacy di Street View). Nel 2013 un’agenzia governativa tedesca ha condannato Google a pagare 145mila euro di multa per avere accumulato dati personali dalle reti WiFi private mentre scattava foto da utilizzare in Street View fra il 2008 e il 2010. Nell’aprile del 2014, in Italia, il Garante per la protezione dei dati personali ha multato Google per un milione di euro poiché nel 2010 le Google Car che avevano scattato foto per Street View non erano sufficientemente riconoscibili.

nella foto: una Google Car nel 2012 (Harold Cunningham/Getty Images)