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  • Mercoledì 15 ottobre 2014

Cosa succede alle borse

È stata la giornata peggiore da molto tempo a questa parte, Milano ha azzerato i guadagni del 2014: c'entra la Grecia, di nuovo

Mercoledì le principali borse europee hanno avuto perdite consistenti, con la borsa di Milano che è arrivata a perdere il 3,60 per cento recuperando poi qualcosa, ma azzerando comunque i guadagni che aveva accumulato da inizio anno. La borsa di Wall Street è finita rapidamente in negativo, perdendo circa due punti percentuali e recuperando in seguito circa un punto. La borsa di Atene è arrivata a perdere il 6,82 per cento, quelle di Francoforte e di Parigi il 2 per cento, quella di Madrid quasi il 3 per cento.

L’incertezza da parte degli investitori è dovuta soprattutto al piano che sta perfezionando la Grecia per uscire prima del previsto dal piano di salvataggio predisposto nel 2010 da Banca Centrale Europea, Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale (FMI). Uscendone, il governo greco potrebbe avere più autonomia nelle scelte di politica economica, ma anche nuova instabilità politica e la possibilità di elezioni anticipate. Una parte degli aiuti sarà comunque erogata alla Grecia ancora per un paio di anni, da parte del FMI.

Alle incertezze intorno alla Grecia si sono aggiunte quelle sul suo sistema bancario, che secondo l’agenzia di rating Fitch non ha ancora fatto tutto il necessario per mettersi in sicurezza. Gli investitori attendono inoltre l’esito dei cosiddetti “stress test” che conduce la BCE sulle principali banche dell’Unione, per verificare lo stato dei loro conti e la capacità di affrontare la crisi.

Lo scetticismo ha portato a una vendita consistente di titoli di stato greci, con lo spread con quelli tedeschi (usati come riferimento) che è arrivato a 686 punti. Le vendite di bond hanno riguardato, anche se in misura diversa, anche l’Italia, il Portogallo e la Spagna. Gli investimenti si sono ulteriormente spostati verso titoli più sicuri, come quelli tedeschi. Lo spread tra titoli italiani e tedeschi è arrivato a 160 punti. Per quanto riguarda l’Italia, lo scetticismo è in parte dovuto anche alle previsioni dell’ISTAT, che ha rivisto la stima del PIL italiano, ribassandola allo 0,3 per cento.