Cosa sta succedendo in Senato

Dopo una prima parte di seduta, molto movimentata dalle proteste del M5S, il governo ha posto la fiducia sul "Jobs Act": sarà votata questa sera (tardi, probabilmente)

Senatori del Movimento 5 Stelle e della Lega protestano verso il Presidente Grasso (Fabio Cimaglia/LaPresse)
Senatori del Movimento 5 Stelle e della Lega protestano verso il Presidente Grasso (Fabio Cimaglia/LaPresse)

Oggi è stata posta la fiducia al Senato sulla “legge delega sul lavoro”, il progetto di legge che riguarda le norme sui temi del lavoro ed è stato chiamato “Jobs Act”. Il testo su cui è stato chiesta la fiducia (che sarà anche la ventunesima chiesta da Renzi, escluse le prime due sul programma) non è quello approvato lo scorso 18 settembre in commissione Lavoro del Senato (relatore Maurizio Sacconi, Ncd), ma un nuovo testo modificato con un maxi-emendamento del governo. Nel pomeriggio, dopo una lunga riunione dei capigruppo, sono state decise due ore di dibattito sulla fiducia cui seguiranno le dichiarazioni di voto. La votazione, a chiamata nominale, è stata fissata alle 21 di oggi: probabilmente però inizierà almeno un paio di ore dopo, a causa dell’ostruzionismo dell’opposizione e di una sospensione – fino alle 19.40 – chiesta per permettere alla commissione Bilancio di valutare l’emendamento. Le opposizioni hanno criticato il calendario dei lavori, contestando i tempi stretti previsti per la discussione e la votazione. La minoranza del Partito Democratico, molto critica nei confronti del provvedimento, ha detto che voterà la fiducia, ma quattro o cinque senatori PD potrebbero comunque lasciare l’aula e non partecipare al voto.

Mentre il ministro del Lavoro Giuliano Poletti interveniva in aula per spiegare il nuovo testo del governo sulla riforma, ci sono state delle proteste da parte delle opposizioni e soprattutto da parte del Movimento 5 Stelle: i richiami del presidente del Senato Grasso non sono serviti a molto e la seduta è stata sospesa. Il capogruppo dei senatori M5S Vito Petroncelli è stato espulso per aver agitato un foglio bianco (alludendo alla “delega in bianco” che il governo intende farsi dare dalla camera alta con un voto di fiducia). Petroncelli ha poi dichiarato: «Non uscirò dall’Aula a meno che non mi portino via con la forza o finché il presidente Grasso non revocherà un provvedimento assurdo». Altri deputati del M5S hanno agitato cartelli e mostrato monetine al ministro Poletti.
In serata il senatore del PD Walter Tocci ha detto che voterà la fiducia ma che dopo la votazione chiederà le dimissioni dal Senato, che dovranno essere approvate dall’aula.