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  • Mercoledì 20 agosto 2014

I colloqui di pace su Gaza sono falliti

Israele ha ritirato la sua delegazione dal Cairo e potrebbe non trattare più con Hamas: intanto in un attacco sono stati uccisi moglie e figlio del capo delle brigate Qassam

Campo profughi di Jabalia
(MAHMUD HAMS/AFP/Getty Images)
Campo profughi di Jabalia (MAHMUD HAMS/AFP/Getty Images)

Nella Striscia di Gaza dal primo pomeriggio di martedì 19 agosto Hamas e Israele hanno ricominciato a spararsi, dopo oltre una settimana di tregua che sarebbe dovuta finire alle 23 ora italiana di martedì. I primi a violare la tregua sono stati i miliziani di Hamas, che hanno sparato tre razzi verso Israele. L’aviazione israeliana ha risposto colpendo diversi obiettivi nella Striscia: in uno degli attacchi compiuti da Israele su Gaza sono rimasti uccisi il figlio e la moglie di Mohammed Deif, dal 2002 leader delle brigate Qassam, il braccio militare di Hamas. Dalle informazioni disponibili fino a ora sembra che Deif sia sopravvissuto.

Deif è accusato di avere ordinato attacchi suicidi in Israele diversi anni fa: è sopravvissuto lui stesso a parecchi tentativi di assassinio, che gli hanno provocato delle evidenti disabilità fisiche. Il ministro degli Interni israeliano, Gideon Saar, ha detto che Deif è considerato un “obiettivo legittimo” e che quando c’è un’opportunità di ucciderlo Israele cerca di sfruttarla. Le brigate Qassam hanno risposto all’attacco dicendo che Israele ha aperto “le porte dell’inferno” e pagherà un prezzo molto alto per le sue azioni. Mercoledì mattina intanto otto persone – probabilmente tutte appartenenti alla stessa famiglia – sono state uccise in un attacco aereo israeliano nella Striscia di Gaza: da quando è finita la tregua almeno 100 persone sono rimaste ferite, hanno detto fonti palestinesi.

Martedì, dopo la fine della tregua, Israele ha ritirato la sua delegazione dal Cairo, in Egitto, dove da settimane stavano andando avanti i colloqui indiretti con Hamas per cercare un accordo che mettesse fine alla guerra a Gaza. I negoziati sembravano comunque a un punto morto, con nessuna delle due parti disposta a fare grandi concessioni o a ridimensionare le proprie richieste. Secondo molti analisti i colloqui non porteranno ad alcun risultato significativo nel breve periodo: sembra infatti che la leadership di Israele stia valutando la possibilità di lasciare che il conflitto a Gaza continui e che finisca senza un accordo formale con Hamas, in modo da non dover fare concessioni che potrebbero dare un’immagine di debolezza al governo israeliano.

La strategia del governo israeliano sta ricevendo diverse critiche anche in Israele. Barak Ravid, giornalista del quotidiano israeliano Haaretz, ha scritto che il primo ministro Benjamin Netanyahu non ha fatto nulla per promuovere l’azione diplomatica israeliana, e anzi ha trascinato Israele in una serie di negoziati in cui Hamas ha dettato la sua agenda. Quello che Israele dovrebbe fare, ha scritto Ravid, è cercare sostegno alle sue posizioni da altre parti, in sedi internazionali, in modo da isolare Hamas:

«Proprio per questa ragione il fallimento dei colloqui è una buona notizia per Israele. Netanyahu però ha una seconda chance per provare a sviluppare il processo diplomatico che, anche se non fermerà il lancio di razzi, garantirà ad Israele importanti successi diplomatici nella politica internazionale. Invece di cercare un accordo al quartier generale dell’intelligence egiziana al Cairo, da mercoledì mattina Netanyahu deve indirizzare i suoi sforzi verso il quartier generale delle Nazioni Unite a New York.»

Secondo fonti palestinesi dall’inizio della guerra a Gaza sono stati uccise oltre 2000 persone, e più di 10mila sono rimaste ferite. Diversi giorni fa Israele ha detto di avere distrutto tutti i tunnel che dalla Striscia portavano in territorio israeliano, che era l’obiettivo dichiarato all’inizio dell’operazione militare “Margine di protezione”. Diversi dubbi sulle dichiarazioni di Israele sono emersi martedì 19 agosto, quando una troupe dell’agenzia Reuters è stata portata da alcuni miliziani di Hamas in un tunnel sotto la Striscia: i giornalisti di Reuters non sono stati in grado di localizzare il tunnel – sono stati portati lì bendati e dopo diversi giri in macchina nella Striscia, in modo da creare disorientamento – ma hanno scritto che quel tunnel portava in direzioni differenti.