Google ha venduto una delle sue chiatte

Cioè quei grossi barconi di cui si era parlato qualche mese fa con molta curiosità: quella ormeggiata a Portland è stata venduta, l'altra è ancora al suo posto

A four-story structure rests on top of a barge in Portland Harbor, in Portland, Maine, on Friday, Nov. 1, 2013. It is one of three secretive structures that have online speculation focused on Google. (AP Photo/Robert F. Bukaty)
A four-story structure rests on top of a barge in Portland Harbor, in Portland, Maine, on Friday, Nov. 1, 2013. It is one of three secretive structures that have online speculation focused on Google. (AP Photo/Robert F. Bukaty)

Il Portland Press Herald, un quotidiano della città statunitense di Portland, nel Maine, ha scritto che Google ha venduto la chiatta che era ormeggiata nella città. Lo scorso ottobre sui siti che si occupano di tecnologia si era parlato molto di alcuni grossi barconi anonimi che erano stati visti nei porti di due città americane, e che si era scoperto essere di proprietà di Google. Una di queste chiatte si trovava nel porto di San Francisco, un’altra in quello di Portland, nel Maine (da non confondersi con la più famosa Portland dello stato dell’Oregon).

Per alcune settimane i media si erano chiesti quale fosse l’utilizzo a cui Google volesse destinare le imbarcazioni, che vennero soprannominate “Google barges”. Un’ipotesi era che si trattasse di un centro dati sperimentale, costruito sull’acqua per semplificare i sistemi di raffreddamento dei server, mentre secondo altri esperti poteva trattarsi di un negozio itinerante in cui Google avrebbe venduto i suoi Google Glass, gli occhiali che permettono di navigare su internet, di scattare fotografie e utilizzare altre applicazioni. Il sito di tecnologia IEEE Spectrum aveva pubblicato una lista di possibili (e bizzarri) utilizzi della chiatta, tra cui una “fabbrica di isole in 3D” e “l’hard disk più grande del mondo”. Un portavoce di Google aveva però spiegato qualche giorno dopo al sito TechCrunch che le chiatte sarebbero state «uno spazio interattivo dove la gente potrà conoscere le nuove tecnologie». Nonostante alcuni fossero rimasti un po’ delusi, tra gli appassionati di tecnologia c’erano comunque molte aspettative e fiducia nelle potenzialità di questo progetto di Google: il New York Daily News aveva pubblicato alcuni rendering di come sarebbe potuta apparire l’imbarcazione una volta terminata.

A marzo però il Los Angeles Times aveva scritto che la chiatta ormeggiata nel porto di San Francisco era stata spostata nella città di Stockton, in California, perché Google non aveva ottenuto i permessi per costruire nel porto di San Francisco. L’arrivo della chiatta a Stockton aveva suscitato parecchio entusiasmo negli abitanti: la città si trovava in una situazione economica precaria, e si sperava che con la presenza della Google barge potesse migliorare.

L’altra chiatta era ormeggiata a Portland, sulla costa est: secondo alcuni esperti di tecnologia si sarebbe trovata lì per poi essere trasferita a New York, una volta operativa. Ora il Portland Press Herald ha scritto che è stata spostata nel Turner’s Island Cargo Terminal, dove i container che costituiscono la struttura dell’imbarcazione saranno demoliti. La chiatta sottostante invece è stata venduta a una «compagnia internazionale di chiatte» e partirà per un viaggio oltreoceano, verso una destinazione sconosciuta. Non si sa ancora perché Google abbia deciso di vendere la chiatta di Portland. Il direttore del porto di Stockton, invece, ha detto che la società che possiede il barcone ormeggiato lì ha pagato le tasse portuali – diecimila dollari al mese – fino a ottobre.